This thesis describes an experimental study designed to investigate cognitive mechanisms during action observation. Participants observed a series of photos representing an actress performing an action with an object; next, they observed a second photo depicting an action that could be the same or different. Their task was to assess the congruence (whether the photo depicted the same action) of the second photo compared with the first. Among the congruent photos, half of the photos were forward i.e., portrayed the final part and half were backward i.e., portrayed the initial part of an action, In addition, half of the participants in each group were randomly assigned to the "non-interfering posture" condition i.e., they performed the experiment while sitting in a chair and resting their hands in front of them at rest on the desk, while the other half were assigned to the "interfering posture" condition i.e., still sitting but holding a pipe with their hands crossed behind the back of the chair. In this implicit task, the evaluation was faster for the forward pictures than for the backward pictures but posture did not interfere in the faster evaluation for the forward pictures. Overall, the results speak for a mechanism by which our brains simulate action even in tasks that do not explicitly require temporal evaluation.
La presente tesi descrive uno studio sperimentale volto ad indagare i meccanismi cognitivi durante l'osservazione dell'azione. I partecipanti hanno osservato una serie di foto rappresentanti un’attrice che svolgeva un’azione con un oggetto; successivamente, hanno osservato una seconda foto che ritraeva un’azione che poteva essere la stessa o diversa. Il loro compito era quello di valutare la congruenza (se la foto rappresentava la stessa azione) della seconda foto rispetto alla prima. Tra le foto congruenti metà foto erano forward ovvero ritraevano la parte finale e metà backward ovvero ritraevano la parte iniziale di un’azione, Inoltre, metà dei partecipanti di ogni gruppo è stata casualmente assegnata alla condizione “postura non interferente” ossia ha svolto l’esperimento stando seduto su una sedia e appoggiando le mani davanti a lui a riposo sulla scrivania, mentre l’altra metà alla condizione “postura interferente” ossia stando sempre seduti ma tenendo un tubo con le mani incrociate dietro allo schienale della sedia. In questo compito implicito, la valutazione è stata più rapida per le foto in avanti che per quelle indietro ma la postura non ha interferito nella valutazione più veloce per le foto forward. Nel complesso, i risultati parlano a favore di un meccanismo attraverso il quale il nostro cervello simula l'azione anche in compiti che non richiedono esplicitamente una valutazione temporale.
I processi cognitivi implicati nell'osservazione delle azioni
MAGGIORE, GIORGIA
2022/2023
Abstract
La presente tesi descrive uno studio sperimentale volto ad indagare i meccanismi cognitivi durante l'osservazione dell'azione. I partecipanti hanno osservato una serie di foto rappresentanti un’attrice che svolgeva un’azione con un oggetto; successivamente, hanno osservato una seconda foto che ritraeva un’azione che poteva essere la stessa o diversa. Il loro compito era quello di valutare la congruenza (se la foto rappresentava la stessa azione) della seconda foto rispetto alla prima. Tra le foto congruenti metà foto erano forward ovvero ritraevano la parte finale e metà backward ovvero ritraevano la parte iniziale di un’azione, Inoltre, metà dei partecipanti di ogni gruppo è stata casualmente assegnata alla condizione “postura non interferente” ossia ha svolto l’esperimento stando seduto su una sedia e appoggiando le mani davanti a lui a riposo sulla scrivania, mentre l’altra metà alla condizione “postura interferente” ossia stando sempre seduti ma tenendo un tubo con le mani incrociate dietro allo schienale della sedia. In questo compito implicito, la valutazione è stata più rapida per le foto in avanti che per quelle indietro ma la postura non ha interferito nella valutazione più veloce per le foto forward. Nel complesso, i risultati parlano a favore di un meccanismo attraverso il quale il nostro cervello simula l'azione anche in compiti che non richiedono esplicitamente una valutazione temporale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/149718