Le persone con disabilità costituiscono circa il 10-12% della popolazione mondiale, principalmente concentrata nei Paesi in via di sviluppo. Si trovano a vivere in condizioni di difficoltà e povertà rispetto alle altre persone, poiché la disabilità può ostacolare la piena partecipazione economica e sociale in mancanza di infrastrutture e servizi adeguati. La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) con il suo Protocollo opzionale (OP-CRPD), adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2006, rappresenta il maggiore strumento internazionale volto a promuovere i diritti umani e a riconoscere l’uguaglianza di opportunità per le persone disabili. Si basa su principi fondamentali come il rispetto della dignità umana, le pari opportunità, la non discriminazione, l’effettivo godimento dei diritti umani e la piena partecipazione alla vita sociale. Il primo capitolo del presente elaborato esplora il concetto di disabilità, evidenziando la sua evoluzione a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, in concomitanza con l’implementazione dei primi strumenti globali in materia, fino all’adozione della CRPD e del suo Protocollo opzionale. Nel secondo capitolo, vengono esaminati sia i lavori preparatori che hanno portato alla stesura del testo finale della Convenzione, sia il contenuto del testo stesso. Viene, soprattutto, evidenziato come la CRPD abbia segnato un importante cambiamento nel modo di percepire la disabilità: non considerandola più come una condizione di fragilità strutturale, ma come una forma di diversità umana che è in continua evoluzione. L’obiettivo è quello di intervenire sul sistema che produce la discriminazione, tramite l’adozione di politiche volte a modificare il contesto sociale e culturale. Il terzo capitolo è incentrato, nello specifico, sul Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità, ovvero l’organo che garantisce il monitoraggio internazionale della Convenzione tramite l’analisi dei rapporti che gli Stati Parte sono obbligati ad inviare. Vengono, inoltre, analizzati anche in dettaglio i Commenti generali elaborati dal Comitato come linee guida per l’interpretazione delle disposizioni del trattato su temi che necessitano di particolare attenzione. Le persone con disabilità affrontano molte difficoltà nell’accesso al sistema legale a causa di discriminazioni e procedure complesse, ragion per cui il Protocollo opzionale della Convenzione conferisce al Comitato il compito di esaminare le denunce di presunte violazioni del trattato stesso. Nella sezione conclusiva del terzo capitolo viene effettuata un’analisi degli articoli del Protocollo che riguardano l’ammissibilità dei reclami presentati al Comitato. L’ analisi è supportata da esempi riferiti a casi specifici con l’obiettivo di definire le situazioni in cui è possibile presentare un reclamo al Comitato. Nell’ultimo capitolo, si analizza il meccanismo di monitoraggio nazionale degli Stati Parte, con particolare attenzione alla realtà italiana. A tale scopo, vengono esaminate le attività dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e le osservazioni conclusive del Comitato a seguito del primo rapporto presentato dell’Italia.

RUOLO E FUNZIONI DEL COMITATO PER I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

TRAISTARU, ALONDRA ANDREEA
2022/2023

Abstract

Le persone con disabilità costituiscono circa il 10-12% della popolazione mondiale, principalmente concentrata nei Paesi in via di sviluppo. Si trovano a vivere in condizioni di difficoltà e povertà rispetto alle altre persone, poiché la disabilità può ostacolare la piena partecipazione economica e sociale in mancanza di infrastrutture e servizi adeguati. La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) con il suo Protocollo opzionale (OP-CRPD), adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2006, rappresenta il maggiore strumento internazionale volto a promuovere i diritti umani e a riconoscere l’uguaglianza di opportunità per le persone disabili. Si basa su principi fondamentali come il rispetto della dignità umana, le pari opportunità, la non discriminazione, l’effettivo godimento dei diritti umani e la piena partecipazione alla vita sociale. Il primo capitolo del presente elaborato esplora il concetto di disabilità, evidenziando la sua evoluzione a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, in concomitanza con l’implementazione dei primi strumenti globali in materia, fino all’adozione della CRPD e del suo Protocollo opzionale. Nel secondo capitolo, vengono esaminati sia i lavori preparatori che hanno portato alla stesura del testo finale della Convenzione, sia il contenuto del testo stesso. Viene, soprattutto, evidenziato come la CRPD abbia segnato un importante cambiamento nel modo di percepire la disabilità: non considerandola più come una condizione di fragilità strutturale, ma come una forma di diversità umana che è in continua evoluzione. L’obiettivo è quello di intervenire sul sistema che produce la discriminazione, tramite l’adozione di politiche volte a modificare il contesto sociale e culturale. Il terzo capitolo è incentrato, nello specifico, sul Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità, ovvero l’organo che garantisce il monitoraggio internazionale della Convenzione tramite l’analisi dei rapporti che gli Stati Parte sono obbligati ad inviare. Vengono, inoltre, analizzati anche in dettaglio i Commenti generali elaborati dal Comitato come linee guida per l’interpretazione delle disposizioni del trattato su temi che necessitano di particolare attenzione. Le persone con disabilità affrontano molte difficoltà nell’accesso al sistema legale a causa di discriminazioni e procedure complesse, ragion per cui il Protocollo opzionale della Convenzione conferisce al Comitato il compito di esaminare le denunce di presunte violazioni del trattato stesso. Nella sezione conclusiva del terzo capitolo viene effettuata un’analisi degli articoli del Protocollo che riguardano l’ammissibilità dei reclami presentati al Comitato. L’ analisi è supportata da esempi riferiti a casi specifici con l’obiettivo di definire le situazioni in cui è possibile presentare un reclamo al Comitato. Nell’ultimo capitolo, si analizza il meccanismo di monitoraggio nazionale degli Stati Parte, con particolare attenzione alla realtà italiana. A tale scopo, vengono esaminate le attività dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e le osservazioni conclusive del Comitato a seguito del primo rapporto presentato dell’Italia.
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