Questo lavoro di tesi si propone di indagare il rapporto complesso ed articolato che intercorre tra la politica in senso ampio e l’arte. Questa volontà nasce dal fatto che molte volte ho posto particolare attenzione ad un’opera d’arte intesa non come mero esercizio stilisticamente ed esteticamente rilevante ma, piuttosto, come un’esternazione ben più ampia di un insieme di emozioni, modi di vivere e rivendicazioni proprie del periodo storico in cui l’artista padre dell’opera si collocava. Questo affascinante e complesso intreccio viene, pertanto, indagato alla luce dei contributi della sociologia classica e grazie anche a diversi apporti scientifici di recente pubblicazione. Sebbene questo campo d’indagine risulta ancora tutt’ora scarsamente indagato, è stato possibile collocare il lavoro di tesi in un dibattito che si muove intorno alla politicità dell’opera d’arte, intesa talvolta come mera esternazione apolitica dell’autore e talvolta, invece, come chiara espressione politicamente connotata. In questa seconda prospettiva si muove questo lavoro di tesi, il quale, a seguito dell’individuazione delle linee guida da seguire per ricercare la politicità dell’opera d’arte, indaga due forme particolari di arte politica; quella top-down e quella bottom-up. La prima forma, quella top-down, viene indagata alla luce dei contributi classici relativi alla socializzazione, alla comunicazione politica e alla propaganda; elementi fondamentali per la comprensione di uno scenario in cui l’arte viene usata e manipolata dai detentori del potere legittimo per influenzare l’opinione pubblica e orientare a proprio favore l’agire sociale degli individui immersi in una data società. In questo senso si è preso come esempio storicamente collocato quello della Germania Nazista, chiara esternazione di questo tipo di arte, manipolata e controllata dal Regime al fine di instillare nei cittadini l’idea di “socialmente corretto” e “socialmente deviato”, seguendo uno stampo di chiara derivazione Foucaultiana che attraverso la “Grande Arte tedesca” e l’arte “Deviata” intendeva orientare normativamente i tedeschi verso un più ampio disegno di società che Hitler tanto si impegnava per raggiungere. Questo controllo dell’arte, insieme ad altre tecniche di Propaganda, è risultato centrale per mantenere il controllo della società, inserendosi a pieno titolo in un accurato esercizio di potere di tipo top-down. La seconda forma di rapporto tra arte e potere, quella bottom-up, invece, si concentra sul concetto di partecipazione politica, in particolare riferendosi alle forme non convenzionali di partecipazione, nelle quali si inserisce il fenomeno dell’Artivismo. Quest’ultimo, fenomeno artistico che coniuga l’arte con l’attivismo politico, vede i suoi natali nelle contemporanee rappresentazioni artistiche e in particolare nel fenomeno della Street-art, il quale viene indagato, per comprenderne la natura e la politicità stessa. La similitudine di questo fenomeno con i movimenti sociali caratteristici dello scenario di post-democrazia tipico dell’epoca a noi contemporanea dà spazio a riflessioni riguardanti la natura politica della Street-art , la quale non si configura come un movimento sociale vero e proprio ma che certamente rientra nel più ampio fenomeno della partecipazione politica non convenzionale. Attraverso un inquadramento teorico generale riscontrabile nel primo capitolo e due casi studi afferenti a due diverse modalità di utilizzo dell’arte nei capitoli successivi

Il potere dell’arte e l’arte del potere (politico): un approccio sociologico

VACCARO, ASIA
2022/2023

Abstract

Questo lavoro di tesi si propone di indagare il rapporto complesso ed articolato che intercorre tra la politica in senso ampio e l’arte. Questa volontà nasce dal fatto che molte volte ho posto particolare attenzione ad un’opera d’arte intesa non come mero esercizio stilisticamente ed esteticamente rilevante ma, piuttosto, come un’esternazione ben più ampia di un insieme di emozioni, modi di vivere e rivendicazioni proprie del periodo storico in cui l’artista padre dell’opera si collocava. Questo affascinante e complesso intreccio viene, pertanto, indagato alla luce dei contributi della sociologia classica e grazie anche a diversi apporti scientifici di recente pubblicazione. Sebbene questo campo d’indagine risulta ancora tutt’ora scarsamente indagato, è stato possibile collocare il lavoro di tesi in un dibattito che si muove intorno alla politicità dell’opera d’arte, intesa talvolta come mera esternazione apolitica dell’autore e talvolta, invece, come chiara espressione politicamente connotata. In questa seconda prospettiva si muove questo lavoro di tesi, il quale, a seguito dell’individuazione delle linee guida da seguire per ricercare la politicità dell’opera d’arte, indaga due forme particolari di arte politica; quella top-down e quella bottom-up. La prima forma, quella top-down, viene indagata alla luce dei contributi classici relativi alla socializzazione, alla comunicazione politica e alla propaganda; elementi fondamentali per la comprensione di uno scenario in cui l’arte viene usata e manipolata dai detentori del potere legittimo per influenzare l’opinione pubblica e orientare a proprio favore l’agire sociale degli individui immersi in una data società. In questo senso si è preso come esempio storicamente collocato quello della Germania Nazista, chiara esternazione di questo tipo di arte, manipolata e controllata dal Regime al fine di instillare nei cittadini l’idea di “socialmente corretto” e “socialmente deviato”, seguendo uno stampo di chiara derivazione Foucaultiana che attraverso la “Grande Arte tedesca” e l’arte “Deviata” intendeva orientare normativamente i tedeschi verso un più ampio disegno di società che Hitler tanto si impegnava per raggiungere. Questo controllo dell’arte, insieme ad altre tecniche di Propaganda, è risultato centrale per mantenere il controllo della società, inserendosi a pieno titolo in un accurato esercizio di potere di tipo top-down. La seconda forma di rapporto tra arte e potere, quella bottom-up, invece, si concentra sul concetto di partecipazione politica, in particolare riferendosi alle forme non convenzionali di partecipazione, nelle quali si inserisce il fenomeno dell’Artivismo. Quest’ultimo, fenomeno artistico che coniuga l’arte con l’attivismo politico, vede i suoi natali nelle contemporanee rappresentazioni artistiche e in particolare nel fenomeno della Street-art, il quale viene indagato, per comprenderne la natura e la politicità stessa. La similitudine di questo fenomeno con i movimenti sociali caratteristici dello scenario di post-democrazia tipico dell’epoca a noi contemporanea dà spazio a riflessioni riguardanti la natura politica della Street-art , la quale non si configura come un movimento sociale vero e proprio ma che certamente rientra nel più ampio fenomeno della partecipazione politica non convenzionale. Attraverso un inquadramento teorico generale riscontrabile nel primo capitolo e due casi studi afferenti a due diverse modalità di utilizzo dell’arte nei capitoli successivi
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