Le scienze applicate allo sport si stanno occupando in modo sempre più approfondito della preparazione specifica dell’arbitro e dei suoi assistenti per ottimizzare tutti quei fattori che possono incidere positivamente sulla prestazione (preparazione atletica e tecnica, modelli funzionali, comunicazione, prevenzione degli infortuni, psicologia, alimentazione). In particolare, nella mia tesi presenterò un’analisi più dettagliata dell’ultimo aspetto: l’alimentazione dell'arbitro, con cenni sull’importanza dell’idratazione e del controllo del peso, e sulle corrette abitudini che favoriscono le performance atletiche e che si integrano alle altre competenze richieste a un arbitro. Un arbitro che percorre, durante una partita, circa nove/dieci chilometri, consuma molte calorie; pertanto, la sua dieta ideale prima di una competizione deve prevedere una combinazione di cibi che forniscono energia (carboidrati complessi, poche proteine e pochi grassi) e che siano facilmente digeribili, con altri ricchi di vitamine e sali minerali (frutta e verdura). La medicina sportiva prevede che un atleta si attenga alla “legge delle tre ore”, cioè prima di una gara devono essere trascorse tre ore dall’ultimo pasto; questo perché, durante il processo digestivo, un notevole afflusso di sangue arriva all’intestino che deve assorbire il cibo introdotto. Un pasto elaborato con cibi ricchi di grassi, o di fibre (legumi, carni grasse) appesantirebbe troppo lo stomaco e l’organismo rischierebbe di perdere parte delle sue energie per digerirli. Invece, un pasto leggero, a base di carboidrati (riso o pasta con verdure o sugo di pomodoro/pesce o minestra con pasta in broda ), senza condimenti elaborati, viene digerito in 2‐3 ore al massimo ed è l’ideale prima di una gara. Inoltre, le indicazioni alimentari per rendere più efficace la prestazione di un arbitro variano a seconda degli orari di svolgimento della partita: mattino, pomeriggio o sera, e alle condizioni climatico ambientali (alta temperatura e alto tasso di umidità, forte irraggiamento solare). Un cenno a parte merita l’idratazione: l’acqua è il costituente principale del corpo umano, la sua presenza è indispensabile per lo svolgimento dei processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono in esso. Il fabbisogno di acqua aumenta durante l’attività fisica, soprattutto quando la sudorazione è molto intensa, per cui un arbitro dovrebbe bere tra i 500 e 1000 ml di acqua due ore prima della partita e aggiungere ancora 250 ml nella mezz’ora precedente (pre-idratazione) e integrare nell’intervallo anche ricorrendo all’uso di soluzioni idrosaline. Inoltre, è fondamentale che un arbitro segua un regime alimentare corretto tutto l’anno, per il mantenimento della salute e del peso, oltre che del benessere psico-fisico. Per un arbitro è indicato non essere in sovrappeso: infatti, una quantità eccessiva di grasso corporeo ostacola le prestazioni, rende più lenta la corsa e il movimento sul campo e più difficoltosa l’eliminazione del calore, soprattutto in condizioni particolari dal punto di vista ambientale-climatico. Per tutti questi motivi occorre che nel suo regime alimentare, le diverse composizioni dei cibi e i loro contenuti in carboidrati, proteine e altri principi nutritivi siano attentamente valutati, al fine da comporre una dieta equilibrata e correlata ai vari periodi dell’anno (campionato, preparazione precampionato, periodi di inattività).

Alimentazione dell’arbitro e impatto sulle prestazioni sportive

BISOGNO, FEDERICO STEFANO
2022/2023

Abstract

Le scienze applicate allo sport si stanno occupando in modo sempre più approfondito della preparazione specifica dell’arbitro e dei suoi assistenti per ottimizzare tutti quei fattori che possono incidere positivamente sulla prestazione (preparazione atletica e tecnica, modelli funzionali, comunicazione, prevenzione degli infortuni, psicologia, alimentazione). In particolare, nella mia tesi presenterò un’analisi più dettagliata dell’ultimo aspetto: l’alimentazione dell'arbitro, con cenni sull’importanza dell’idratazione e del controllo del peso, e sulle corrette abitudini che favoriscono le performance atletiche e che si integrano alle altre competenze richieste a un arbitro. Un arbitro che percorre, durante una partita, circa nove/dieci chilometri, consuma molte calorie; pertanto, la sua dieta ideale prima di una competizione deve prevedere una combinazione di cibi che forniscono energia (carboidrati complessi, poche proteine e pochi grassi) e che siano facilmente digeribili, con altri ricchi di vitamine e sali minerali (frutta e verdura). La medicina sportiva prevede che un atleta si attenga alla “legge delle tre ore”, cioè prima di una gara devono essere trascorse tre ore dall’ultimo pasto; questo perché, durante il processo digestivo, un notevole afflusso di sangue arriva all’intestino che deve assorbire il cibo introdotto. Un pasto elaborato con cibi ricchi di grassi, o di fibre (legumi, carni grasse) appesantirebbe troppo lo stomaco e l’organismo rischierebbe di perdere parte delle sue energie per digerirli. Invece, un pasto leggero, a base di carboidrati (riso o pasta con verdure o sugo di pomodoro/pesce o minestra con pasta in broda ), senza condimenti elaborati, viene digerito in 2‐3 ore al massimo ed è l’ideale prima di una gara. Inoltre, le indicazioni alimentari per rendere più efficace la prestazione di un arbitro variano a seconda degli orari di svolgimento della partita: mattino, pomeriggio o sera, e alle condizioni climatico ambientali (alta temperatura e alto tasso di umidità, forte irraggiamento solare). Un cenno a parte merita l’idratazione: l’acqua è il costituente principale del corpo umano, la sua presenza è indispensabile per lo svolgimento dei processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono in esso. Il fabbisogno di acqua aumenta durante l’attività fisica, soprattutto quando la sudorazione è molto intensa, per cui un arbitro dovrebbe bere tra i 500 e 1000 ml di acqua due ore prima della partita e aggiungere ancora 250 ml nella mezz’ora precedente (pre-idratazione) e integrare nell’intervallo anche ricorrendo all’uso di soluzioni idrosaline. Inoltre, è fondamentale che un arbitro segua un regime alimentare corretto tutto l’anno, per il mantenimento della salute e del peso, oltre che del benessere psico-fisico. Per un arbitro è indicato non essere in sovrappeso: infatti, una quantità eccessiva di grasso corporeo ostacola le prestazioni, rende più lenta la corsa e il movimento sul campo e più difficoltosa l’eliminazione del calore, soprattutto in condizioni particolari dal punto di vista ambientale-climatico. Per tutti questi motivi occorre che nel suo regime alimentare, le diverse composizioni dei cibi e i loro contenuti in carboidrati, proteine e altri principi nutritivi siano attentamente valutati, al fine da comporre una dieta equilibrata e correlata ai vari periodi dell’anno (campionato, preparazione precampionato, periodi di inattività).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/149369