Questa tesi si focalizza sulla comparazione dell'opera letteraria e cinematografica Aladdin dalle origini al live action. Il 22 maggio 2019 esce nelle sale italiane il live action di Aladdin, diretto da Guy Ritchie, a distanza di ventisette anni dall'omonimo lungometraggio creato dagli animatori Disney nel 1992. Da una prima analisi si nota nella narrazione uno sviluppo differente della storia. Fin dai primi minuti il film ricrea l'atmosfera tipicamente arabeggiante del classico Disney, apportando delle modifiche alla trama del cartoon, il quale a sua volta ha adottato una libera interpretazione del racconto inteso come opera letteraria. Vale la pena quindi, per capire quanto e in che modo quelle variazioni siano ispirate al racconto, ripercorrere i passaggi effettuati sia nella prima che nella seconda trasposizione. Nel primo capitolo vengono evidenziati i temi ricorrenti del periodo convenzionalmente chiamato Rinascimento Disney (1989-1999) attraverso i nove lungometraggi che lo hanno rappresentato. Nel secondo capitolo, tramite le sinossi della storia Aladino e la lampada incantata de Le mille e una notte, Aladdin del 1992 e del 2019, è possibile notare fin da subito quali saranno gli sviluppi e le caratteristiche dei personaggi differenti l'uno dall'altro. Un confronto tra incipit ci proietta in contesti diversi, intesi come ambientazioni, in cui il fruitore dell'opera viene trasportato. Per comprendere fino in fondo un'opera non si può escludere il luogo in cui viene ambientata, né tanto meno i dialoghi e, nel caso in cui è presente, l'impatto della colonna sonora. In particolare questi ultimi due aspetti permettono di capire più a fondo la storia e la psicologia dei characters che si muovono all'interno della narrazione. L'evoluzione dei personaggi e le loro trasformazioni nell'opera in trattazione vengono esposte nel terzo capitolo, evidenziando come nel lungometraggio animato e nel live action alcuni elementi della fiaba abbiano fornito alcuni spunti. Si accenna alla riconducibilità degli schemi ideati da V. Propp in Morfologia della fiaba (1928) e da C. Vogler in Il viaggio dell'eroe (1992): i due modelli costituiscono un punto di partenza importante, per questo motivo saranno riprese e citate le loro opere in determinati passaggi.

Da Aladdin (1992) ad Aladdin (2019). Un'analisi comparata tra animazione e live action

MARTARELLO, ILARIA
2018/2019

Abstract

Questa tesi si focalizza sulla comparazione dell'opera letteraria e cinematografica Aladdin dalle origini al live action. Il 22 maggio 2019 esce nelle sale italiane il live action di Aladdin, diretto da Guy Ritchie, a distanza di ventisette anni dall'omonimo lungometraggio creato dagli animatori Disney nel 1992. Da una prima analisi si nota nella narrazione uno sviluppo differente della storia. Fin dai primi minuti il film ricrea l'atmosfera tipicamente arabeggiante del classico Disney, apportando delle modifiche alla trama del cartoon, il quale a sua volta ha adottato una libera interpretazione del racconto inteso come opera letteraria. Vale la pena quindi, per capire quanto e in che modo quelle variazioni siano ispirate al racconto, ripercorrere i passaggi effettuati sia nella prima che nella seconda trasposizione. Nel primo capitolo vengono evidenziati i temi ricorrenti del periodo convenzionalmente chiamato Rinascimento Disney (1989-1999) attraverso i nove lungometraggi che lo hanno rappresentato. Nel secondo capitolo, tramite le sinossi della storia Aladino e la lampada incantata de Le mille e una notte, Aladdin del 1992 e del 2019, è possibile notare fin da subito quali saranno gli sviluppi e le caratteristiche dei personaggi differenti l'uno dall'altro. Un confronto tra incipit ci proietta in contesti diversi, intesi come ambientazioni, in cui il fruitore dell'opera viene trasportato. Per comprendere fino in fondo un'opera non si può escludere il luogo in cui viene ambientata, né tanto meno i dialoghi e, nel caso in cui è presente, l'impatto della colonna sonora. In particolare questi ultimi due aspetti permettono di capire più a fondo la storia e la psicologia dei characters che si muovono all'interno della narrazione. L'evoluzione dei personaggi e le loro trasformazioni nell'opera in trattazione vengono esposte nel terzo capitolo, evidenziando come nel lungometraggio animato e nel live action alcuni elementi della fiaba abbiano fornito alcuni spunti. Si accenna alla riconducibilità degli schemi ideati da V. Propp in Morfologia della fiaba (1928) e da C. Vogler in Il viaggio dell'eroe (1992): i due modelli costituiscono un punto di partenza importante, per questo motivo saranno riprese e citate le loro opere in determinati passaggi.
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