La dissertazione in oggetto si propone di illustrare quelle che sono state le evoluzioni che hanno condotto gli studi riguardanti il rapporto tra fotografia e il suo oggetto, nonché tra fotografia e realtà, dal realismo fotografico – riferendosi nello specifico a due note posizioni di inizi anni Ottanta – sino al più recente iperrealismo. Il tutto avallato da piccoli accenni alle asserzioni di matrice filosofica, riguardanti la fotografia, anteriori agli anni Ottanta, con esplicito riferimento a quei pensatori che possono esser considerati i pionieri della filosofia della fotografia e teorie dell'immagine. La dissertazione trova come suo punto di partenza il realismo fotografico, riferendosi, nel dettaglio, a Barthes e Kendall Walton. Un nuovo realismo che nulla ha a che fare con il contenuto estetico dell'opera (visto come riproduzione fedele della realtà) quanto più con il suo importo percettivo. Nella misura in cui il realismo della fotografia è di tipo psicologico, si riescono a dimostrare le forti assonanze di questo con lo pseudo-realismo di Baudrillard, già teorizzato da Bazin (considerato da tanti il precursore dello stesso realismo fotografico) nel 1945. Il punto di arrivo della dissertazione è una breve analisi della comparsa di considerazioni riguardanti l'iperrealismo in fotografia; nello specifico, l'iperfotografismo esposto da Fred Ritchin. Mostreremo, infine, come le critiche avanzate da Claudio Marra, a considerazioni inauguranti una presunta rivoluzione digitale in fotografia, servano a rigettare l'idea di un nuovo paradigma fotografico di natura iperrealista. Negato l'iperrealismo, vedremo come sia lo stesso realismo fotografico a poter essere definito un iper-realismo.

Fotografia e Oggetto. Tra realismo fotografico e iperrealismo

CARAVELLI, ANTONELLO
2019/2020

Abstract

La dissertazione in oggetto si propone di illustrare quelle che sono state le evoluzioni che hanno condotto gli studi riguardanti il rapporto tra fotografia e il suo oggetto, nonché tra fotografia e realtà, dal realismo fotografico – riferendosi nello specifico a due note posizioni di inizi anni Ottanta – sino al più recente iperrealismo. Il tutto avallato da piccoli accenni alle asserzioni di matrice filosofica, riguardanti la fotografia, anteriori agli anni Ottanta, con esplicito riferimento a quei pensatori che possono esser considerati i pionieri della filosofia della fotografia e teorie dell'immagine. La dissertazione trova come suo punto di partenza il realismo fotografico, riferendosi, nel dettaglio, a Barthes e Kendall Walton. Un nuovo realismo che nulla ha a che fare con il contenuto estetico dell'opera (visto come riproduzione fedele della realtà) quanto più con il suo importo percettivo. Nella misura in cui il realismo della fotografia è di tipo psicologico, si riescono a dimostrare le forti assonanze di questo con lo pseudo-realismo di Baudrillard, già teorizzato da Bazin (considerato da tanti il precursore dello stesso realismo fotografico) nel 1945. Il punto di arrivo della dissertazione è una breve analisi della comparsa di considerazioni riguardanti l'iperrealismo in fotografia; nello specifico, l'iperfotografismo esposto da Fred Ritchin. Mostreremo, infine, come le critiche avanzate da Claudio Marra, a considerazioni inauguranti una presunta rivoluzione digitale in fotografia, servano a rigettare l'idea di un nuovo paradigma fotografico di natura iperrealista. Negato l'iperrealismo, vedremo come sia lo stesso realismo fotografico a poter essere definito un iper-realismo.
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