This thesis aims to analyze the cinema of Harmony Korine and the relation between the America of the suburbs and his films. The expression “middle-American vernacular” is often used to indicate not only the popular language but all the characteristic elements of the suburban America's environment . Korine is a deeply iconoclastic director, born and raised in the suburbs of Nashville and his goal is to overcome the clichés of Hollywood's white trash and show the cohesive schizophrenia of the American outskirts. Korine films are the portrait of a crazy America, inhabited by grotesque and often violent figures who live their lives among dilapidated houses, caravans, parking lots and junkyards. Korine is very influenced by the cinema of Herzog, Fassbinder and Alan Clarke and he analyzes this reality with a lucid and documentary gaze. In this thesis, the main characteristics of Korine's cinema are analyzed, focusing on the directing techniques and the used devices which he uses in a dynamically way: in Gummo for example, the passage through 35mm, 16mm and vhs progresses according to the degree of penetration into reality; in Julien Donkey-Boy digital cameras allow a much faster creative process, while Trash Humpers was shot on vhs, a very old (in 2008) and low quality support and it is an absurd documentary about a group of old mad people, played by Korine himself, his wife and some friends. The analysis continues through an overview of the key places shown on his film: alleys, landfills, cemeteries, abandoned houses or overflowing with garbage. The final chapter is focused on Korine's actorial choices, his work with the actors and his frequent use of non-professional performers, used to build a realistic portrait of suburban America. ​
La tesi si propone di analizzare il cinema di Harmony Korine in merito alla narrazione che viene fatta dell'America popolare dei sobborghi e delle periferie all'interno dei suoi film. Per indicare questo contesto viene spesso utilizzata, anche dallo stesso regista, l'espressione middle-American vernacular, tesa non solo a indicare in senso stretto una sorta di linguaggio popolare, ma in senso più ampio, tutti gli elementi caratteristici dell'ambiente dell'America suburbana. Korine è un regista profondamente iconoclasta, nato e cresciuto proprio in questi luoghi – in particolare la città di Nashville è centrale sia nella sua formazione che nel suo cinema – e il suo obiettivo è quello di sbaragliare i clichés dei film hollywoodiani sul white trash e creare un racconto autentico della logica schizofrenia che, secondo lui, è la caratteristica fondamentale di queste zone. Quello che ne esce è il racconto di un'America folle, abitata da figure grottesche e spesso violente che vivono la loro vita tra case fatiscenti, roulotte, parcheggi e discariche. Lungi però da qualsiasi giudizio moraleggiante, Korine, influenzato dal cinema di Herzog, Fassbinder e Alan Clarke, analizza questa realtà con sguardo lucido e documentario. In questo percorso vengono quindi analizzate le caratteristiche principali che costituiscono il cinema di Korine in questa fase, focalizzandosi innanzitutto sulle tecniche di regia e i supporti utilizzati. Oltre a sfruttare spesso gli stilemi del documentario il regista impiega i supporti in maniera dinamica: in Gummo, ad esempio, il passaggio attraverso 35mm, 16mm e vhs progredisce secondo il grado di penetrazione nella realtà; in Julien Donkey-Boy il digitale permette un processo molto più rapido e dinamico mentre Trash Humpers è stato realizzato utilizzando nel 2008 un medium a infima risoluzione e anacronistico come il vhs per creare un documentario assurdo su dei fornicatori di spazzatura interpretati dal Korine stesso, sua moglie e alcuni amici. L'analisi continua attraverso una panoramica dei luoghi chiave mostrati all'interno dei film del regista, ovvero vicoli, discariche, cimiteri, case abbandonate o stracolme di spazzatura per concludersi con il capitolo finale in cui si pone l'attenzione alla scelta e al lavoro del regista con gli attori e al suo utilizzo frequente di interpreti non professionisti, al fine di costruire in maniera più verosimile possibile un personale ritratto dell'America suburbana e periferica secondo Korine. ​
La narrazione del middle-American vernacular nel cinema di Harmony Korine
CERUTTI, CRISTIAN
2019/2020
Abstract
La tesi si propone di analizzare il cinema di Harmony Korine in merito alla narrazione che viene fatta dell'America popolare dei sobborghi e delle periferie all'interno dei suoi film. Per indicare questo contesto viene spesso utilizzata, anche dallo stesso regista, l'espressione middle-American vernacular, tesa non solo a indicare in senso stretto una sorta di linguaggio popolare, ma in senso più ampio, tutti gli elementi caratteristici dell'ambiente dell'America suburbana. Korine è un regista profondamente iconoclasta, nato e cresciuto proprio in questi luoghi – in particolare la città di Nashville è centrale sia nella sua formazione che nel suo cinema – e il suo obiettivo è quello di sbaragliare i clichés dei film hollywoodiani sul white trash e creare un racconto autentico della logica schizofrenia che, secondo lui, è la caratteristica fondamentale di queste zone. Quello che ne esce è il racconto di un'America folle, abitata da figure grottesche e spesso violente che vivono la loro vita tra case fatiscenti, roulotte, parcheggi e discariche. Lungi però da qualsiasi giudizio moraleggiante, Korine, influenzato dal cinema di Herzog, Fassbinder e Alan Clarke, analizza questa realtà con sguardo lucido e documentario. In questo percorso vengono quindi analizzate le caratteristiche principali che costituiscono il cinema di Korine in questa fase, focalizzandosi innanzitutto sulle tecniche di regia e i supporti utilizzati. Oltre a sfruttare spesso gli stilemi del documentario il regista impiega i supporti in maniera dinamica: in Gummo, ad esempio, il passaggio attraverso 35mm, 16mm e vhs progredisce secondo il grado di penetrazione nella realtà; in Julien Donkey-Boy il digitale permette un processo molto più rapido e dinamico mentre Trash Humpers è stato realizzato utilizzando nel 2008 un medium a infima risoluzione e anacronistico come il vhs per creare un documentario assurdo su dei fornicatori di spazzatura interpretati dal Korine stesso, sua moglie e alcuni amici. L'analisi continua attraverso una panoramica dei luoghi chiave mostrati all'interno dei film del regista, ovvero vicoli, discariche, cimiteri, case abbandonate o stracolme di spazzatura per concludersi con il capitolo finale in cui si pone l'attenzione alla scelta e al lavoro del regista con gli attori e al suo utilizzo frequente di interpreti non professionisti, al fine di costruire in maniera più verosimile possibile un personale ritratto dell'America suburbana e periferica secondo Korine. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/149266