Il rapporto esistente tra le emozioni e la morale è stato spesso, e rimane tuttora, il fulcro centrale di innumerevoli dibattiti etici all'interno del percorso della storia del genere umano. In particolare la filosofia della modernità si è occupata dello studio delle emozioni in relazione alla morale dell'uomo. Uno degli autori più conosciuti ai fini di questi studi è J.J.Rousseau, esponente dell'illuminismo, movimento culturale e filosofico che si sviluppò in tutta Europa ed in particolare in Francia nel diciottesimo secolo. Secondo gli illuministi la filosofia doveva servirsi della ragione come guida della conoscenza e di ogni campo del sapere. Rousseau in particolare sottolineò come l'emotività avesse un ruolo direttivo nella condotta umana. Le intenzioni di Rousseau furono quelle di elaborare una morale sensitiva. Venne quindi affrontato il problema della relazione tra l'economia animale e l'ordine morale. Tale analisi venne elaborata da Rousseau attraverso due chiavi di lettura differenti ed apparentemente opposte. Da una parte utilizzò un approccio sensista e successivamente uno di tipo fisiologico.Tali approcci confluirono entrambi nel materialismo del saggio facendo emergere la duplice anima della morale sensitiva. Tale ragione sensitiva seppure necessitò dell'esperienza, rimase sempre responsabile per quanto riguarda l'indirizzare la sensibilità “elevandola verso l'attività vera e propria e verso la libertà morale”. Negli ultimi decenni il dibattito etico è ancora molto forte: recenti studi delle neuroscienze hanno dimostrato come tra le emozioni e la ragione ci sia un rapporto solidale piuttosto che conflittuale arrivando a sostenere una vera e propria intelligenza delle emozioni, come intrinseca struttura emozionale della ragione umana. Particolarmente influente fu l'analisi svolta da D.Goleman secondo il quale l'intelligenza emotiva costituirebbe la capacità degli individui di riconoscere le emozioni proprie e altrui e di gestirle positivamente. L'autore affermò che ogni emozione guidi l'uomo in modo caratteristico, predisponendolo all'azione e che quest'ultimo possegga una mente di tipo emozionale caratterizzata dall'impulsività e l'altra razionale dominante la consapevolezza e capace di riflettere. Lo sviluppo della competenza emotiva, quindi, risulterebbe essere necessaria per l'uomo affinché possa svolgere la sua funzione regolatrice delle emozioni. Parallelamente Paul Ekman si è interessato alle modalità di riconoscimento delle emozioni, sostenendo l'esistenza di cambiamenti corporei specifici in relazione ad ogni particolare emozione; egli ha elaborato una ricerca sperimentale attraverso lo studio delle modificazioni espressive del volto in relazione ai cambiamenti emotivi degli individui, sottolineando come questi aspetti fossero strettamente connessi.
Emozione e ragione. L'intrinseca struttura emozionale della ragione dell'uomo.
RICOTTA, FRANCESCA PIETRA
2019/2020
Abstract
Il rapporto esistente tra le emozioni e la morale è stato spesso, e rimane tuttora, il fulcro centrale di innumerevoli dibattiti etici all'interno del percorso della storia del genere umano. In particolare la filosofia della modernità si è occupata dello studio delle emozioni in relazione alla morale dell'uomo. Uno degli autori più conosciuti ai fini di questi studi è J.J.Rousseau, esponente dell'illuminismo, movimento culturale e filosofico che si sviluppò in tutta Europa ed in particolare in Francia nel diciottesimo secolo. Secondo gli illuministi la filosofia doveva servirsi della ragione come guida della conoscenza e di ogni campo del sapere. Rousseau in particolare sottolineò come l'emotività avesse un ruolo direttivo nella condotta umana. Le intenzioni di Rousseau furono quelle di elaborare una morale sensitiva. Venne quindi affrontato il problema della relazione tra l'economia animale e l'ordine morale. Tale analisi venne elaborata da Rousseau attraverso due chiavi di lettura differenti ed apparentemente opposte. Da una parte utilizzò un approccio sensista e successivamente uno di tipo fisiologico.Tali approcci confluirono entrambi nel materialismo del saggio facendo emergere la duplice anima della morale sensitiva. Tale ragione sensitiva seppure necessitò dell'esperienza, rimase sempre responsabile per quanto riguarda l'indirizzare la sensibilità “elevandola verso l'attività vera e propria e verso la libertà morale”. Negli ultimi decenni il dibattito etico è ancora molto forte: recenti studi delle neuroscienze hanno dimostrato come tra le emozioni e la ragione ci sia un rapporto solidale piuttosto che conflittuale arrivando a sostenere una vera e propria intelligenza delle emozioni, come intrinseca struttura emozionale della ragione umana. Particolarmente influente fu l'analisi svolta da D.Goleman secondo il quale l'intelligenza emotiva costituirebbe la capacità degli individui di riconoscere le emozioni proprie e altrui e di gestirle positivamente. L'autore affermò che ogni emozione guidi l'uomo in modo caratteristico, predisponendolo all'azione e che quest'ultimo possegga una mente di tipo emozionale caratterizzata dall'impulsività e l'altra razionale dominante la consapevolezza e capace di riflettere. Lo sviluppo della competenza emotiva, quindi, risulterebbe essere necessaria per l'uomo affinché possa svolgere la sua funzione regolatrice delle emozioni. Parallelamente Paul Ekman si è interessato alle modalità di riconoscimento delle emozioni, sostenendo l'esistenza di cambiamenti corporei specifici in relazione ad ogni particolare emozione; egli ha elaborato una ricerca sperimentale attraverso lo studio delle modificazioni espressive del volto in relazione ai cambiamenti emotivi degli individui, sottolineando come questi aspetti fossero strettamente connessi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/149256