Con questa tesi desidero trattare il tema del WELFARE AZIENDALE in quanto ritengo che sia un argomento molto sentito a livello interdisciplinare, essendo oggetto di discussione quotidiana a livello sociale, politico ed economico. La situazione generale di crisi occupazionale spesso spinge uomini e donne ad accettare qualsiasi tipo di impiego pur di avere una fonte di guadagno per far fronte ai propri bisogni finanziari e familiari. Il lavoro porta a trascorrere molte ore fuori casa, tra lo spostamento per recarsi sul luogo di lavoro e di rientro a casa, le ore di lavoro svolte presso l’azienda e di conseguenza la scarsità di tempo libero a disposizione e la scarsità di risorse offerte dal welfare sociale portano alla necessità di creare politiche capaci di tutelare il lavoratore. Le tutele di cui il lavoratore necessita spaziano dall’ambito aziendale alla conciliazione del rapporto tra vita lavorativa e privata; tale tutela è appunto svolta dal “WELFARE AZIENDALE”. Non esiste una nozione legislativa di welfare aziendale: il fenomeno è scaturito dall’esperienza aziendale (uno dei primi casi è il piano che attuò Luxottica all'inizio degli anni 2000), e il paniere di beni e servizi che rientrano nella nozione è stato costruito andando a cercare tutti quei trattamenti che la normativa fiscale e contributiva consente di escludere dalla nozione di retribuzione imponibile. La nozione di welfare aziendale va, quindi, ricostruita sulla base dell’esperienza contrattuale e applicativa di questi ultimi anni; guardando alle iniziative realizzate sotto questo nome, possono essere ricondotte al welfare aziendale l’insieme di beni e servizi ceduti dalle imprese ai dipendenti, sulla base di un accordo collettivo oppure in virtù di una decisione unilaterale, al fine di accrescere il benessere personale degli stessi. Di regola in questi beni e servizi rientrano quelli che il D.P.R. del 22 dicembre 1986, n. 917 (TUIR - Testo unico delle Imposte sui redditi) non include nella nozione di retribuzione imponibile; tuttavia, nulla vieta alle imprese e alle parti sociali di includere nei pacchetti di welfare aziendale anche beni e servizi diversi da quelli che beneficiano di un regime fiscale agevolato. Nonostante l’attualità di tale argomento anche a livello internazionale, non risulta ancora essere molto diffuso nelle aziende. Lo Stato, mediante il suo potere legislativo, ha istituito politiche di welfare pubblico a favore dei lavoratori, per sostenerli soprattutto nei casi di insorta inabilità al lavoro, o a causa di una malattia-infortunio sul lavoro, oppure in caso di vecchiaia. Questo sistema si rese vulnerabile negli anni 70: quando lo Sato non fu più in grado di far fronte ai costi derivanti dall’evoluzione della tecnologia; la quale porta all’introduzione di nuovi lavori e l’aumento dell’aspettativa di vita. Quando il sistema di welfare sociale va in crisi, i lavoratori manifestano il bisogno di maggiori tutele; da qui nasce il welfare aziendale o secondo welfare. È mia intenzione esaminare tutti gli aspetti del welfare aziendale, analizzando gli strumenti di cui l’impresa dispone e come questi strumenti sono trattati a livello fiscale e contributivo.

WELFARE AZIENDALE

FOTI, EMANUELA
2022/2023

Abstract

Con questa tesi desidero trattare il tema del WELFARE AZIENDALE in quanto ritengo che sia un argomento molto sentito a livello interdisciplinare, essendo oggetto di discussione quotidiana a livello sociale, politico ed economico. La situazione generale di crisi occupazionale spesso spinge uomini e donne ad accettare qualsiasi tipo di impiego pur di avere una fonte di guadagno per far fronte ai propri bisogni finanziari e familiari. Il lavoro porta a trascorrere molte ore fuori casa, tra lo spostamento per recarsi sul luogo di lavoro e di rientro a casa, le ore di lavoro svolte presso l’azienda e di conseguenza la scarsità di tempo libero a disposizione e la scarsità di risorse offerte dal welfare sociale portano alla necessità di creare politiche capaci di tutelare il lavoratore. Le tutele di cui il lavoratore necessita spaziano dall’ambito aziendale alla conciliazione del rapporto tra vita lavorativa e privata; tale tutela è appunto svolta dal “WELFARE AZIENDALE”. Non esiste una nozione legislativa di welfare aziendale: il fenomeno è scaturito dall’esperienza aziendale (uno dei primi casi è il piano che attuò Luxottica all'inizio degli anni 2000), e il paniere di beni e servizi che rientrano nella nozione è stato costruito andando a cercare tutti quei trattamenti che la normativa fiscale e contributiva consente di escludere dalla nozione di retribuzione imponibile. La nozione di welfare aziendale va, quindi, ricostruita sulla base dell’esperienza contrattuale e applicativa di questi ultimi anni; guardando alle iniziative realizzate sotto questo nome, possono essere ricondotte al welfare aziendale l’insieme di beni e servizi ceduti dalle imprese ai dipendenti, sulla base di un accordo collettivo oppure in virtù di una decisione unilaterale, al fine di accrescere il benessere personale degli stessi. Di regola in questi beni e servizi rientrano quelli che il D.P.R. del 22 dicembre 1986, n. 917 (TUIR - Testo unico delle Imposte sui redditi) non include nella nozione di retribuzione imponibile; tuttavia, nulla vieta alle imprese e alle parti sociali di includere nei pacchetti di welfare aziendale anche beni e servizi diversi da quelli che beneficiano di un regime fiscale agevolato. Nonostante l’attualità di tale argomento anche a livello internazionale, non risulta ancora essere molto diffuso nelle aziende. Lo Stato, mediante il suo potere legislativo, ha istituito politiche di welfare pubblico a favore dei lavoratori, per sostenerli soprattutto nei casi di insorta inabilità al lavoro, o a causa di una malattia-infortunio sul lavoro, oppure in caso di vecchiaia. Questo sistema si rese vulnerabile negli anni 70: quando lo Sato non fu più in grado di far fronte ai costi derivanti dall’evoluzione della tecnologia; la quale porta all’introduzione di nuovi lavori e l’aumento dell’aspettativa di vita. Quando il sistema di welfare sociale va in crisi, i lavoratori manifestano il bisogno di maggiori tutele; da qui nasce il welfare aziendale o secondo welfare. È mia intenzione esaminare tutti gli aspetti del welfare aziendale, analizzando gli strumenti di cui l’impresa dispone e come questi strumenti sono trattati a livello fiscale e contributivo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/149137