Il lavoro di questa tesi si concentra sulla misurazione e descrizione litostratigrafica della sezione diatomitica di Marmorito mediante attività di terreno e analisi di laboratorio. In particolare sono stati raccolti e analizzati 20 campioni attraverso la realizzazione di smear slides, sezioni sottili e stubs. Questi ultimi sono stati osservati con il microscopio elettronico a scansione (SEM). La descrizione di tutti i campioni sia dal punto di vista composizionale sia da quello sedimentologico ha permesso di suddividere e caratterizzare le varie litofacies. In particolare sono state distinte sette differenti litofacies: a) areniti e conglomerati in cui sono stati osservati diversi minerali diagenetici come calcedonio e carbonato, più altri derivanti dallo smantellamento di rocce ofiolitiche; b) marne omogenee e peliti dominate da coccoliti, argille, miche e foraminiferi; c) marne indurite arricchite in dolomite con valve di diatomee appartenenti a Ethmodiscus sp. e Coscinodiscus spp. con differenti stati di preservazione; d) noduli di selce e selce stratiforme contenente resti di diatomee e coccoliti, ma in generale costituite da un cemento siliceo; e) marne omogenee caratterizzate dalla presenza di spicole di spugna, miche e argille, cristalli di dolomite, nannofossili calcarei e resti di diatomee parzialmente dissolti; f) diatomiti massive fortemente bioturbate e caratterizzate da un’abbondante presenza di Ethmodiscus sp.; g) diatomiti debolmente laminate caratterizzate da lamine bianche ricche in diatomee e lamine scure arricchite in argille. I dati raccolti hanno consentito di trarre alcune conclusioni riguardanti le caratteristiche dell’ambiente deposizionale registrato dai sedimenti studiati. Nello specifico è stato ipotizzato un ambiente caratterizzato da tenori di ossigeno sufficienti a consentire una bioturbazione pervasiva del sedimento (diatomiti massive); queste condizioni venivano solo occasionalmente interrotte (diatomiti debolmente laminate). L’associazione a Ethmodiscus sp. suggerisce un bacino occupato da una colonna d’acqua periodicamente stratificata e non necessariamente interessato da correnti di upwelling.

STUDIO STRATIGRAFICO E SEDIMENTOLOGICO DELLA SEZIONE DIATOMITICA DI MARMORITO (MIOCENE INFERIORE – BACINO PIEMONTESE)

GNEMMI, FRANCESCO
2022/2023

Abstract

Il lavoro di questa tesi si concentra sulla misurazione e descrizione litostratigrafica della sezione diatomitica di Marmorito mediante attività di terreno e analisi di laboratorio. In particolare sono stati raccolti e analizzati 20 campioni attraverso la realizzazione di smear slides, sezioni sottili e stubs. Questi ultimi sono stati osservati con il microscopio elettronico a scansione (SEM). La descrizione di tutti i campioni sia dal punto di vista composizionale sia da quello sedimentologico ha permesso di suddividere e caratterizzare le varie litofacies. In particolare sono state distinte sette differenti litofacies: a) areniti e conglomerati in cui sono stati osservati diversi minerali diagenetici come calcedonio e carbonato, più altri derivanti dallo smantellamento di rocce ofiolitiche; b) marne omogenee e peliti dominate da coccoliti, argille, miche e foraminiferi; c) marne indurite arricchite in dolomite con valve di diatomee appartenenti a Ethmodiscus sp. e Coscinodiscus spp. con differenti stati di preservazione; d) noduli di selce e selce stratiforme contenente resti di diatomee e coccoliti, ma in generale costituite da un cemento siliceo; e) marne omogenee caratterizzate dalla presenza di spicole di spugna, miche e argille, cristalli di dolomite, nannofossili calcarei e resti di diatomee parzialmente dissolti; f) diatomiti massive fortemente bioturbate e caratterizzate da un’abbondante presenza di Ethmodiscus sp.; g) diatomiti debolmente laminate caratterizzate da lamine bianche ricche in diatomee e lamine scure arricchite in argille. I dati raccolti hanno consentito di trarre alcune conclusioni riguardanti le caratteristiche dell’ambiente deposizionale registrato dai sedimenti studiati. Nello specifico è stato ipotizzato un ambiente caratterizzato da tenori di ossigeno sufficienti a consentire una bioturbazione pervasiva del sedimento (diatomiti massive); queste condizioni venivano solo occasionalmente interrotte (diatomiti debolmente laminate). L’associazione a Ethmodiscus sp. suggerisce un bacino occupato da una colonna d’acqua periodicamente stratificata e non necessariamente interessato da correnti di upwelling.
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