La non consapevolezza dei propri deficit a livello del quadro cognitivo e del comportamento si può osservare nella malattia di Alzheimer (AD) in una fase di esordio precoce. Gli studi fin ora svolti, mediante l'ausilio di metodiche di bioimmagine funzionali, hanno documentato una ipoperfusione frontale a livello dorso- laterale e ventro-mesiale in soggetti con scarsa criticità di malattia. In altri studi, negli stessi soggetti si sono osservate difficoltà nello svolgimento di numerosi compiti neuropsicologici di inibizione della risposta. Tali test risultano attivare la Corteccia Cingolata Anteriore (ACC) mediante l'ausilio della Risonanza Magnetica Nucleare funzionale, fMRI in soggetti normali.. Nella presente dissertazione, si è voluta verificare l'esistenza di una relazione tra non-consapevolezza e un'ipoperfusione di ACC in soggetti con AD lieve, durante un compito di inibizione della risposta eseguito durante fMRI. Tale studio pilota è stato condotto in 14 pazienti suddivisi in due gruppi rispetto alla presenza o assenza di consapevolezza dei loro deficit. La seconda parte dello studio ha analizzato 14 vs 15 pazienti con AD lieve suddivisi per presenza o assenza di consapevolezza dei propri deficit. L'intera popolazione degli AD è stata valutata attraverso test neuropsicologici e scale neuropsichiatriche al fine di indagare le relazioni tra disturbi di consapevolezza, disfunzioni esecutive e comportamento apatico, così come si era fatto nello studio pilota.. I risultati dello studio pilota effettuato mediante fMRI ha portato ad osservare una maggiore responsività della corteccia cingolata anteriore ad eventi a bassa frequenza durante il compito di inibizione della risposta (NO-GO) in soggetti AD con preservata consapevolezza del loro disturbo. Si è inoltre osservata una maggiore attivazione del giro pre e post centrale e del culmen bilaterale, del lobulo paracentrale di destra, dell'area supplementare motoria di sinistra, del lobulo parietale inferiore e del giro temporale superiore, nei pazienti consapevoli durante lo svolgimento del compito di inibizione della risposta. Di contro gli AD non-consapevoli sono risultati attivare in misura minore ACC rispetto ai soggetti con preservata consapevolezza. I risultati della seconda parte della ricerca condotta su 29 AD ha permesso di dimostrare la correlazione tra disturbo di consapevolezza, disturbi del tono dell'umore, comportamento disinibito e apatia, sul versante comportamentale; da un punto di vista neuropsicologico l'ampliamento del campione ha permesso di constatare la relazione tra deficit di consapevolezza, scarsa flessibilità cognitiva e difficoltà d'attenzione.

Ruolo della corteccia cingolata anteriore nella consapevolezza della malattia di Alzheimer

CARTELLO, CLAUDIA
2008/2009

Abstract

La non consapevolezza dei propri deficit a livello del quadro cognitivo e del comportamento si può osservare nella malattia di Alzheimer (AD) in una fase di esordio precoce. Gli studi fin ora svolti, mediante l'ausilio di metodiche di bioimmagine funzionali, hanno documentato una ipoperfusione frontale a livello dorso- laterale e ventro-mesiale in soggetti con scarsa criticità di malattia. In altri studi, negli stessi soggetti si sono osservate difficoltà nello svolgimento di numerosi compiti neuropsicologici di inibizione della risposta. Tali test risultano attivare la Corteccia Cingolata Anteriore (ACC) mediante l'ausilio della Risonanza Magnetica Nucleare funzionale, fMRI in soggetti normali.. Nella presente dissertazione, si è voluta verificare l'esistenza di una relazione tra non-consapevolezza e un'ipoperfusione di ACC in soggetti con AD lieve, durante un compito di inibizione della risposta eseguito durante fMRI. Tale studio pilota è stato condotto in 14 pazienti suddivisi in due gruppi rispetto alla presenza o assenza di consapevolezza dei loro deficit. La seconda parte dello studio ha analizzato 14 vs 15 pazienti con AD lieve suddivisi per presenza o assenza di consapevolezza dei propri deficit. L'intera popolazione degli AD è stata valutata attraverso test neuropsicologici e scale neuropsichiatriche al fine di indagare le relazioni tra disturbi di consapevolezza, disfunzioni esecutive e comportamento apatico, così come si era fatto nello studio pilota.. I risultati dello studio pilota effettuato mediante fMRI ha portato ad osservare una maggiore responsività della corteccia cingolata anteriore ad eventi a bassa frequenza durante il compito di inibizione della risposta (NO-GO) in soggetti AD con preservata consapevolezza del loro disturbo. Si è inoltre osservata una maggiore attivazione del giro pre e post centrale e del culmen bilaterale, del lobulo paracentrale di destra, dell'area supplementare motoria di sinistra, del lobulo parietale inferiore e del giro temporale superiore, nei pazienti consapevoli durante lo svolgimento del compito di inibizione della risposta. Di contro gli AD non-consapevoli sono risultati attivare in misura minore ACC rispetto ai soggetti con preservata consapevolezza. I risultati della seconda parte della ricerca condotta su 29 AD ha permesso di dimostrare la correlazione tra disturbo di consapevolezza, disturbi del tono dell'umore, comportamento disinibito e apatia, sul versante comportamentale; da un punto di vista neuropsicologico l'ampliamento del campione ha permesso di constatare la relazione tra deficit di consapevolezza, scarsa flessibilità cognitiva e difficoltà d'attenzione.
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