L'aggressività umana e le sue manifestazioni comportamentali costituiscono dei connotati costanti e caratteristici della nostra civiltà. L'impatto sociale è elevato, nonostante in realtà soltanto in una ridotta frazione della popolazione umana l'aggressività raggiunga livelli di intensità tali da trasformarsi in violenza vera e propria. La prospettiva delle neuroscienze individua e descrive, le basi neurali sottese a tali meccanismi, nonché quelle primariamente correlate all'aggressività stessa e alle sue forme d'espressione comportamentale. Tale prospettiva verrà presa come punto di riferimento per strutturare la seguente dissertazione. Il presente elaborato si propone infatti di offrire una visione di insieme di quelli che sono i substrati neuropsicobiologici di tale fenomeno. Nonostante il taglio neurobiologico scelto, l'ottica non è certamente quella di un determinismo biologico. Non si vuole qui esulare dall'importanza che i fattori culturali, educativi ed ambientali rivestono nel modellare l'individualità di ciascun soggetto e della sua storia di vita. Risulta infatti implicito l'assunto in base al quale si riconosce al comportamento umano l'essere il risultato dell'interazione tra patrimonio genetico individuale e variabili ambientali. Nel primo capitolo viene introdotto l'argomento della definizione dell'aggressività, illustrando le difficoltà implicite al tentativo di darne una definizione operativa. Successivamente vengono proposte le classificazioni e le sub-tipizzazioni, presenti in letteratura.Il secondo capitolo è interamente dedicato alla ricerca sull'aggressività. Viste le numerose difficoltà che questa comporta sui soggetti umani, vengono presi in considerazione i principali modelli animali impiegati. La ricerca sull'Uomo, seppur limitata, non è del tutto assente, per cui verranno illustrati i disegni sperimentali per così dire, ¿classici¿, con i quali si riproducono in laboratorio situazioni in grado di evocare potenzialmente risposte aggressive, e le tecniche per misurarle mediante l'ausilio di metodiche di neuroimmagini. Nel terzo capitolo vengono descritte le aree neuroanatomiche alle quali viene riconosciuto un ruolo nella genesi, o nell'inibizione, dell'aggressività e delle sue manifestazioni. L'ultimo capitolo, il quarto, si prefigge invece di illustrare quelli che vengono considerati i modulatori dell'aggressività: neurotrasmettitori e ormoni.
Neuropsicobiologia del Comportamento Aggressivo
GELLI, LINDA
2008/2009
Abstract
L'aggressività umana e le sue manifestazioni comportamentali costituiscono dei connotati costanti e caratteristici della nostra civiltà. L'impatto sociale è elevato, nonostante in realtà soltanto in una ridotta frazione della popolazione umana l'aggressività raggiunga livelli di intensità tali da trasformarsi in violenza vera e propria. La prospettiva delle neuroscienze individua e descrive, le basi neurali sottese a tali meccanismi, nonché quelle primariamente correlate all'aggressività stessa e alle sue forme d'espressione comportamentale. Tale prospettiva verrà presa come punto di riferimento per strutturare la seguente dissertazione. Il presente elaborato si propone infatti di offrire una visione di insieme di quelli che sono i substrati neuropsicobiologici di tale fenomeno. Nonostante il taglio neurobiologico scelto, l'ottica non è certamente quella di un determinismo biologico. Non si vuole qui esulare dall'importanza che i fattori culturali, educativi ed ambientali rivestono nel modellare l'individualità di ciascun soggetto e della sua storia di vita. Risulta infatti implicito l'assunto in base al quale si riconosce al comportamento umano l'essere il risultato dell'interazione tra patrimonio genetico individuale e variabili ambientali. Nel primo capitolo viene introdotto l'argomento della definizione dell'aggressività, illustrando le difficoltà implicite al tentativo di darne una definizione operativa. Successivamente vengono proposte le classificazioni e le sub-tipizzazioni, presenti in letteratura.Il secondo capitolo è interamente dedicato alla ricerca sull'aggressività. Viste le numerose difficoltà che questa comporta sui soggetti umani, vengono presi in considerazione i principali modelli animali impiegati. La ricerca sull'Uomo, seppur limitata, non è del tutto assente, per cui verranno illustrati i disegni sperimentali per così dire, ¿classici¿, con i quali si riproducono in laboratorio situazioni in grado di evocare potenzialmente risposte aggressive, e le tecniche per misurarle mediante l'ausilio di metodiche di neuroimmagini. Nel terzo capitolo vengono descritte le aree neuroanatomiche alle quali viene riconosciuto un ruolo nella genesi, o nell'inibizione, dell'aggressività e delle sue manifestazioni. L'ultimo capitolo, il quarto, si prefigge invece di illustrare quelli che vengono considerati i modulatori dell'aggressività: neurotrasmettitori e ormoni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/14896