The dissertation proposes a reflection on the political potential of theatre as a means of communication of complex social and cultural issues. Specifically, the analysis focuses on the 2018 show "La classe operaia va in paradiso" directed by Claudio Longhi, a director strongly committed in the direction of a participatory theatre. Through the reference to the 'root' of the show, i.e. the film by Elio Petri, and the analysis of the theatrical representation, the elements of continuity and discontinuity between the factory of the Seventies and the world of today are highlighted. Moreover, it will be underlined how theatre is a space to represent the world, in which to think of it as 'transformable' and open to change.
La tesi propone una riflessione sulle potenzialità politiche del teatro in quanto mezzo di comunicazione di questioni sociali e culturali complesse. Nello specifico, l'analisi si concentra sullo spettacolo "La classe operaia va in paradiso" diretto nel 2018 da Claudio Longhi, un regista fortemente impegnato nella direzione di un teatro partecipato. Attraverso il riferimento alla 'radice' dello spettacolo, ovvero il film di Elio Petri, e l'analisi della rappresentazione teatrale, si mettono in luce gli elementi di continuità e discontinuità tra la fabbrica degli anni Settanta e il mondo di oggi e si riflette su come il teatro sia uno spazio per rappresentare il mondo, in cui pensarlo come 'trasformabile' e aperto al cambiamento.
"La classe operaia va in paradiso", un teatro partecipato per un mondo trasformabile.
CASALES, ALICE
2019/2020
Abstract
La tesi propone una riflessione sulle potenzialità politiche del teatro in quanto mezzo di comunicazione di questioni sociali e culturali complesse. Nello specifico, l'analisi si concentra sullo spettacolo "La classe operaia va in paradiso" diretto nel 2018 da Claudio Longhi, un regista fortemente impegnato nella direzione di un teatro partecipato. Attraverso il riferimento alla 'radice' dello spettacolo, ovvero il film di Elio Petri, e l'analisi della rappresentazione teatrale, si mettono in luce gli elementi di continuità e discontinuità tra la fabbrica degli anni Settanta e il mondo di oggi e si riflette su come il teatro sia uno spazio per rappresentare il mondo, in cui pensarlo come 'trasformabile' e aperto al cambiamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/148678