Le disfunzioni delle corde vocali (VCD) rappresentano una costrizione esagerata e temporanea della glottide causando una diminuzione del flusso d’aria. I sintomi principali sono: tosse, dispnea, disfonia, respiro sibilante, senso di oppressione alla gola e/o al torace. Le tecniche per la diagnosi sono: la laringoscopia, la tomografia computerizzata, la spirometria e la radiografia del torace. La corretta diagnosi permette l’esclusione di altre patologie come l’asma che potrebbe comunque presentarsi come fattore di comorbilità aggravando la VCD; altri fattori di rischio riscontrati sono gocciolamento retronasale, reflusso gastroesofageo, esercizio fisico, ansia e stress. La prevenzione delle VCD è soprattutto di tipo terziario e si basa sulle attività riabilitative per evitare l’aggravamento della patologia e per diminuire la pressione ospedaliera. La prima categoria di terapia è quella vocale i cui trattamenti vengono proposti da logopedisti. I pazienti vengono istruiti ad utilizzare diverse tecniche respiratorie, di rilassamento e di controllo della laringe. Sono stati sottoposti alle medesime tecniche anche quei soggetti che presentavano dispnea a causa della pratica di uno sport oppure a causa di altri fattori di rischio; uno studio dimostra l’estensione dell’incidenza della VCD su tutte le fasce d’età. La terapia vocale sfruttare anche dispositivi per le vie aeree utilizzati per allenare la forza muscolare inspiratoria. La seconda categoria è quella farmacologica: si analizzano gli studi effettuati durante le iniezioni di tossina botulinica e la somministrazione di amitriptilina, in particolare vengono analizzati gli effetti collaterali e i benefici ottenuti. Queste categorie di intervento sono impiegate dalle cliniche MDT (Multidisciplinary Team) che cercano di individuare rimedi personalizzati a condizioni cliniche complesse sfruttando un approccio integrato. Lo studio analizzato suddivide i pazienti in quattro gruppi diagnostici e, in base al gruppo di appartenenza, ai soggetti viene proposta una terapia specifica. Vengono utilizzati la terapia vocale e le iniezioni di tossina botulinica. L’intento finale è quello di dimostrare che, dopo l’impiego delle terapie, le visite di medicina generale e al pronto soccorso hanno subito un calo significativo dimostrando quindi l’efficacia dei trattamenti. Il miglioramento che ha dimostrato più successo è stato ottenuto con la terapia farmacologica. L’ultimo argomento riguarda l’aumento dell’incidenza delle VCD durante la pandemia Covid-19. Lo studio al quale si fa riferimento include i pazienti con una nuova diagnosi di VCD tra il 2019 e il 2020. È stato dimostrato che l’incidenza è aumentata quasi del 100%. Considerando che le malattie psicosomatiche sono un importante fattore di rischio per la VCD e tenendo presente che durante la pandemia sono aumentate le problematiche psicologiche, si può considerare la pandemia un fattore d’incremento della VCD. In conclusione, si può affermare che a seguito della somministrazione delle diverse terapie, sono stati registrati miglioramenti della patologia, riduzione dei sintomi e risoluzione parziale dei sintomi, permettendo quindi di controllare e contenere gli esiti complessi della disfunzione; ciò ha consentito la limitazione di complicazioni e l’insorgenza di recidive, ammettendo così una riduzione dell'assistenza sanitaria. Il miglioramento è stato anche registrato dallo studio effettuato sulla pandemia a seguito della terapia logopedica.

Prevenzione delle disfunzioni delle corde vocali

ORLASSINO, SARA
2021/2022

Abstract

Le disfunzioni delle corde vocali (VCD) rappresentano una costrizione esagerata e temporanea della glottide causando una diminuzione del flusso d’aria. I sintomi principali sono: tosse, dispnea, disfonia, respiro sibilante, senso di oppressione alla gola e/o al torace. Le tecniche per la diagnosi sono: la laringoscopia, la tomografia computerizzata, la spirometria e la radiografia del torace. La corretta diagnosi permette l’esclusione di altre patologie come l’asma che potrebbe comunque presentarsi come fattore di comorbilità aggravando la VCD; altri fattori di rischio riscontrati sono gocciolamento retronasale, reflusso gastroesofageo, esercizio fisico, ansia e stress. La prevenzione delle VCD è soprattutto di tipo terziario e si basa sulle attività riabilitative per evitare l’aggravamento della patologia e per diminuire la pressione ospedaliera. La prima categoria di terapia è quella vocale i cui trattamenti vengono proposti da logopedisti. I pazienti vengono istruiti ad utilizzare diverse tecniche respiratorie, di rilassamento e di controllo della laringe. Sono stati sottoposti alle medesime tecniche anche quei soggetti che presentavano dispnea a causa della pratica di uno sport oppure a causa di altri fattori di rischio; uno studio dimostra l’estensione dell’incidenza della VCD su tutte le fasce d’età. La terapia vocale sfruttare anche dispositivi per le vie aeree utilizzati per allenare la forza muscolare inspiratoria. La seconda categoria è quella farmacologica: si analizzano gli studi effettuati durante le iniezioni di tossina botulinica e la somministrazione di amitriptilina, in particolare vengono analizzati gli effetti collaterali e i benefici ottenuti. Queste categorie di intervento sono impiegate dalle cliniche MDT (Multidisciplinary Team) che cercano di individuare rimedi personalizzati a condizioni cliniche complesse sfruttando un approccio integrato. Lo studio analizzato suddivide i pazienti in quattro gruppi diagnostici e, in base al gruppo di appartenenza, ai soggetti viene proposta una terapia specifica. Vengono utilizzati la terapia vocale e le iniezioni di tossina botulinica. L’intento finale è quello di dimostrare che, dopo l’impiego delle terapie, le visite di medicina generale e al pronto soccorso hanno subito un calo significativo dimostrando quindi l’efficacia dei trattamenti. Il miglioramento che ha dimostrato più successo è stato ottenuto con la terapia farmacologica. L’ultimo argomento riguarda l’aumento dell’incidenza delle VCD durante la pandemia Covid-19. Lo studio al quale si fa riferimento include i pazienti con una nuova diagnosi di VCD tra il 2019 e il 2020. È stato dimostrato che l’incidenza è aumentata quasi del 100%. Considerando che le malattie psicosomatiche sono un importante fattore di rischio per la VCD e tenendo presente che durante la pandemia sono aumentate le problematiche psicologiche, si può considerare la pandemia un fattore d’incremento della VCD. In conclusione, si può affermare che a seguito della somministrazione delle diverse terapie, sono stati registrati miglioramenti della patologia, riduzione dei sintomi e risoluzione parziale dei sintomi, permettendo quindi di controllare e contenere gli esiti complessi della disfunzione; ciò ha consentito la limitazione di complicazioni e l’insorgenza di recidive, ammettendo così una riduzione dell'assistenza sanitaria. Il miglioramento è stato anche registrato dallo studio effettuato sulla pandemia a seguito della terapia logopedica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/148484