Negli ultimi 40 anni lo stile di vita delle persone ha subito dei cambiamenti drastici, specialmente nei paesi industrializzati. La popolazione di questi paesi tende a spendere un elevato numero di ore in ambienti confinati (uffici, scuole, centri commerciali e mezzi di trasporto). Lo sviluppo tecnologico ed urbanistico e la continua evoluzione lavorativa (con la creazione di lavori sempre più specializzati) sono alcuni dei fattori che hanno contribuito a questo cambiamento. Quindi, gli agenti inquinanti ai quali vengono esposte le persone quotidianamente ed i luoghi nei quali avviene questa esposizione sono cambiati; inoltre, gli inquinanti a cui la popolazione viene attualmente esposta negli ambienti confinati sono sostanzialmente differenti da quelli a cui venivano esposti 40 anni fa (Weschler, 2009). Questo è dovuto ad un cambiamento drastico delle fonti di inquinamento. Diversi studi mostrano che i materiali da costruzione e le attività umane interne sono tra le principali fonti dell'inquinamento dell'aria indoor (Fromme et al., 2013; Gunschera et al., 2013). Per questi motivi la qualità dell'aria negli ambienti confinati è divenuta una delle maggiori preoccupazioni per le organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali. Anche nei Paesi poveri l'inquinamento dell'aria indoor rappresenta un enorme problema, infatti, come descritto in un report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2012 l'inquinamento dell'aria ha provocato circa 7 milioni di morti premature, 4.3 milioni (61,5%) delle quali attribuibili all'inquinamento dell'aria degli ambienti confinati proprio in questi Paesi (Sud Est Asiatico e regioni del Pacifico Occidentale) (WHO, 2014). In questi Paesi le semplici attività di cucina e di riscaldamento nelle abitazioni, contribuiscono significativamente all'inquinamento dell'aria interna, in quanto determinano la presenza di elevate quantità di inquinanti quali monossido di carbonio (CO), particolato (PM), idrocarburi e vari composti organici in relazione al tipo di combustibile utilizzato. È noto che l'esposizione all'inquinamento indoor derivante dalla combustione di combustibili utilizzati per stufe, cucine ed illuminazione può essere associato a l'insorgenza di malattie e/o determinare la morte soprattutto nelle donne e nei bambini che vivono nelle regioni in via di sviluppo (Gall et al., 2013).
Utilizzo di purificatori dell'aria indoor: vantaggi e svantaggi per la salute
BALICE, ELEONORA
2018/2019
Abstract
Negli ultimi 40 anni lo stile di vita delle persone ha subito dei cambiamenti drastici, specialmente nei paesi industrializzati. La popolazione di questi paesi tende a spendere un elevato numero di ore in ambienti confinati (uffici, scuole, centri commerciali e mezzi di trasporto). Lo sviluppo tecnologico ed urbanistico e la continua evoluzione lavorativa (con la creazione di lavori sempre più specializzati) sono alcuni dei fattori che hanno contribuito a questo cambiamento. Quindi, gli agenti inquinanti ai quali vengono esposte le persone quotidianamente ed i luoghi nei quali avviene questa esposizione sono cambiati; inoltre, gli inquinanti a cui la popolazione viene attualmente esposta negli ambienti confinati sono sostanzialmente differenti da quelli a cui venivano esposti 40 anni fa (Weschler, 2009). Questo è dovuto ad un cambiamento drastico delle fonti di inquinamento. Diversi studi mostrano che i materiali da costruzione e le attività umane interne sono tra le principali fonti dell'inquinamento dell'aria indoor (Fromme et al., 2013; Gunschera et al., 2013). Per questi motivi la qualità dell'aria negli ambienti confinati è divenuta una delle maggiori preoccupazioni per le organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali. Anche nei Paesi poveri l'inquinamento dell'aria indoor rappresenta un enorme problema, infatti, come descritto in un report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2012 l'inquinamento dell'aria ha provocato circa 7 milioni di morti premature, 4.3 milioni (61,5%) delle quali attribuibili all'inquinamento dell'aria degli ambienti confinati proprio in questi Paesi (Sud Est Asiatico e regioni del Pacifico Occidentale) (WHO, 2014). In questi Paesi le semplici attività di cucina e di riscaldamento nelle abitazioni, contribuiscono significativamente all'inquinamento dell'aria interna, in quanto determinano la presenza di elevate quantità di inquinanti quali monossido di carbonio (CO), particolato (PM), idrocarburi e vari composti organici in relazione al tipo di combustibile utilizzato. È noto che l'esposizione all'inquinamento indoor derivante dalla combustione di combustibili utilizzati per stufe, cucine ed illuminazione può essere associato a l'insorgenza di malattie e/o determinare la morte soprattutto nelle donne e nei bambini che vivono nelle regioni in via di sviluppo (Gall et al., 2013).File | Dimensione | Formato | |
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