Blade Runner ha saputo, nel corso degli anni, moltiplicare e ampliare le proprie possibilità narrative, costruendo un universo tuttora in fase di espansione, costituito da film, fumetti, videogiochi e serie tv. Gli elementi ricorrenti del film, quali le atmosfere notturne cupe e pessimiste, la pioggia battente e le luci al neon, sono in grado di evocare un immaginario ben preciso, ripreso ed evocato da numerosi altri prodotti, non necessariamente appartenenti al genere fantascientifico. Il presente lavoro propone un confronto tra il romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, il film Blade Runner di Ridley Scott e il sequel Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, per proseguire con lo studio di ulteriori prodotti appartenenti all’universo espanso della narrazione, come i cortometraggi promozionali del secondo film e la serie anime Blade Runner: Black Lotus. L’analisi di questo universo transmediale (con riferimento agli studi di Linda Hutcheon, Henry Jenkins e Marshall McLuhan) prende in considerazione il contenuto narrativo da un punto di vista stilistico e tematico, con particolare attenzione all’aspetto sociologico, politico e culturale della narrazione. Il recupero dell’opera di Philip K. Dick è supportato in particolare dai testi di Carlo Pagetti ed Emmanuel Carrère, mentre l’analisi di Blade Runner si appoggia ai contributi di Paul M. Sammon. Lo scopo di questa ricerca è quello di ripercorrere i passaggi che hanno contribuito a fondare un immaginario solido e coeso come quello di Blade Runner, capace non solo di dar vita a una costellazione narrativa le cui potenzialità sono tuttora in fase di esplorazione, ma anche di influenzare e ispirare un’intera fase della fantascienza letteraria e cinematografica. Il primo capitolo riguarda il romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, inserito nel più ampio contesto storico e politico degli anni Sessanta e in quello biografico del suo autore, Philip K. Dick. Apre il capitolo un’introduzione sulla nascita e sull’evoluzione degli automi e dei robot nella letteratura di fantascienza, alla quale segue un’approfondita analisi dei temi, dello stile, dei personaggi e della filosofia del romanzo che ha ispirato Blade Runner. Il film di Ridley Scott è oggetto di studio centrale nel secondo capitolo, affiancato dal sequel Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve. I film vengono analizzati nel contesto dell’evoluzione del sistema dei generi del cinema americano e, in particolare, del cinema di fantascienza, proseguendo con lo studio dei principali temi caratteristici dei due film, delle questioni esistenziali, religiose e filosofiche ereditate dal romanzo, integrate con i nuovi contributi che hanno introdotto. Il terzo e ultimo capitolo è dedicato all’intero firmamento narrativo transmediale di Blade Runner. Dal confronto tra il libro e i film, lo studio arriva a includere l’intero universo espanso formato dai cortometraggi 2036: Nexus Dawn e 2048: Nowhere to run di Luke Scott, Blade Runner: Black out 2022 di Shinichiro Watanabe, la serie anime Blade Runner: Black Lotus di Kenji Kamiyama e Shinji Aramaki e lo sceneggiato radiofonico Blade Runner: cacciatore di androidi di Armando Traverso, a conferma dello stato di salute di un universo narrativo che appare più che mai adatto a raccontare le inquietudini e le paure del proprio tempo, aggiornandole e adattandole, mantenendone tuttavia intatta l’identità.
Sotto cieli oscuri. L'eredità di Blade Runner nell'analisi del suo immaginario
BONA, GIACOMO
2022/2023
Abstract
Blade Runner ha saputo, nel corso degli anni, moltiplicare e ampliare le proprie possibilità narrative, costruendo un universo tuttora in fase di espansione, costituito da film, fumetti, videogiochi e serie tv. Gli elementi ricorrenti del film, quali le atmosfere notturne cupe e pessimiste, la pioggia battente e le luci al neon, sono in grado di evocare un immaginario ben preciso, ripreso ed evocato da numerosi altri prodotti, non necessariamente appartenenti al genere fantascientifico. Il presente lavoro propone un confronto tra il romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, il film Blade Runner di Ridley Scott e il sequel Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, per proseguire con lo studio di ulteriori prodotti appartenenti all’universo espanso della narrazione, come i cortometraggi promozionali del secondo film e la serie anime Blade Runner: Black Lotus. L’analisi di questo universo transmediale (con riferimento agli studi di Linda Hutcheon, Henry Jenkins e Marshall McLuhan) prende in considerazione il contenuto narrativo da un punto di vista stilistico e tematico, con particolare attenzione all’aspetto sociologico, politico e culturale della narrazione. Il recupero dell’opera di Philip K. Dick è supportato in particolare dai testi di Carlo Pagetti ed Emmanuel Carrère, mentre l’analisi di Blade Runner si appoggia ai contributi di Paul M. Sammon. Lo scopo di questa ricerca è quello di ripercorrere i passaggi che hanno contribuito a fondare un immaginario solido e coeso come quello di Blade Runner, capace non solo di dar vita a una costellazione narrativa le cui potenzialità sono tuttora in fase di esplorazione, ma anche di influenzare e ispirare un’intera fase della fantascienza letteraria e cinematografica. Il primo capitolo riguarda il romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, inserito nel più ampio contesto storico e politico degli anni Sessanta e in quello biografico del suo autore, Philip K. Dick. Apre il capitolo un’introduzione sulla nascita e sull’evoluzione degli automi e dei robot nella letteratura di fantascienza, alla quale segue un’approfondita analisi dei temi, dello stile, dei personaggi e della filosofia del romanzo che ha ispirato Blade Runner. Il film di Ridley Scott è oggetto di studio centrale nel secondo capitolo, affiancato dal sequel Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve. I film vengono analizzati nel contesto dell’evoluzione del sistema dei generi del cinema americano e, in particolare, del cinema di fantascienza, proseguendo con lo studio dei principali temi caratteristici dei due film, delle questioni esistenziali, religiose e filosofiche ereditate dal romanzo, integrate con i nuovi contributi che hanno introdotto. Il terzo e ultimo capitolo è dedicato all’intero firmamento narrativo transmediale di Blade Runner. Dal confronto tra il libro e i film, lo studio arriva a includere l’intero universo espanso formato dai cortometraggi 2036: Nexus Dawn e 2048: Nowhere to run di Luke Scott, Blade Runner: Black out 2022 di Shinichiro Watanabe, la serie anime Blade Runner: Black Lotus di Kenji Kamiyama e Shinji Aramaki e lo sceneggiato radiofonico Blade Runner: cacciatore di androidi di Armando Traverso, a conferma dello stato di salute di un universo narrativo che appare più che mai adatto a raccontare le inquietudini e le paure del proprio tempo, aggiornandole e adattandole, mantenendone tuttavia intatta l’identità. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/148352