Gli individui decodificano il mondo attraverso i loro impianti cognitivi, i loro vocabolari culturali che rappresentano tutto ciò che l'individuo utilizza come mezzi per esperire la realtà sociale e costruirla attivamente, gli individui decodificano le immagini, le rielaborano, e li attribuiscono un senso fatto di molteplici significati che si sfidano tra loro per diventare egemoni, dunque le immagini vengono decodificate grazie all'entrata nel processo cognitivo dei vissuti degli individui che fanno riemergere sensazioni ed emozioni prodotto della proiezione della sfera immaginale. La ricerca cerca anche di riflettere criticamente su che cosa sia un'intervista, che è l'atto di nascita di ego e alter, di persone, con la creazione di una dimensione empatica, che si può stabilire solo nella complessa forma della comunicazione faccia a faccia, fra intervistatore e intervistato, oltre che fra individuo e immagine, l'empatia è infatti un biglietto di andata con ritorno e l'intervista dunque non è una semplice raccolta di informazioni, così come la trascrizione è una pratica mediata culturalmente in cui gli errori sono riconcettualizzabili in scarti culturali. La ricerca comprende poi una ricostruzione sugli studi sulle emozioni e cerca di far intravedere un cambiamento in senso postmodernistico della società a cui si affianca un mascheramento emotivo. Ricostruendo il dibattito contemporaneo sulle immagini, agganciandolo a questa ricerca, si cerca di dimostrare quanta riflessività può l'essere umano mostrare di fronte a un'immagine. Se le immagini non vengono interrogate finzionalmente (e si parla anche delle immagini della vita quotidiana), possono creare stati di malessere. Il gruppo di casi selezionato comprende 25 intervistati maschi e 25 intervistate femmine, più un'autointervista nella fascia giovanile ventenni-trentenni. Le interviste condotte si configurano a metà strada fra un'intervista discorsiva e una semistrutturata. Con l'elaborazione della scaletta la ricerca parte dalla raccolta del materiale empirico, la sua analisi con le costruzioni idealtipiche riguardanti le emozioni suddivise in rappresentazioni pacificate e conflittuali e i modelli di comunicazione che comprendono i vissuti, hanno portato a riflettere su temi di rilevanza sociale, cosa apparsa chiaramente solo ad analisi ultimata. Solo successivamente mi sono affacciato alla teoria tout court. Ricostruendo il dibattito contemporaneo sulle immagini, agganciandolo a questa ricerca, si cerca di dimostrare quanta riflessività può l'essere umano mostrare di fronte a un'immagine, questo pezzo di cultura giovanile, infine, è immersa nelle immagini senza molti strumenti per non soffocare all'interno di esse.
"Che cosa vogliono le immagini?" Significato e senso di nove immagini fotografiche
BIINO, GIANLUCA
2019/2020
Abstract
Gli individui decodificano il mondo attraverso i loro impianti cognitivi, i loro vocabolari culturali che rappresentano tutto ciò che l'individuo utilizza come mezzi per esperire la realtà sociale e costruirla attivamente, gli individui decodificano le immagini, le rielaborano, e li attribuiscono un senso fatto di molteplici significati che si sfidano tra loro per diventare egemoni, dunque le immagini vengono decodificate grazie all'entrata nel processo cognitivo dei vissuti degli individui che fanno riemergere sensazioni ed emozioni prodotto della proiezione della sfera immaginale. La ricerca cerca anche di riflettere criticamente su che cosa sia un'intervista, che è l'atto di nascita di ego e alter, di persone, con la creazione di una dimensione empatica, che si può stabilire solo nella complessa forma della comunicazione faccia a faccia, fra intervistatore e intervistato, oltre che fra individuo e immagine, l'empatia è infatti un biglietto di andata con ritorno e l'intervista dunque non è una semplice raccolta di informazioni, così come la trascrizione è una pratica mediata culturalmente in cui gli errori sono riconcettualizzabili in scarti culturali. La ricerca comprende poi una ricostruzione sugli studi sulle emozioni e cerca di far intravedere un cambiamento in senso postmodernistico della società a cui si affianca un mascheramento emotivo. Ricostruendo il dibattito contemporaneo sulle immagini, agganciandolo a questa ricerca, si cerca di dimostrare quanta riflessività può l'essere umano mostrare di fronte a un'immagine. Se le immagini non vengono interrogate finzionalmente (e si parla anche delle immagini della vita quotidiana), possono creare stati di malessere. Il gruppo di casi selezionato comprende 25 intervistati maschi e 25 intervistate femmine, più un'autointervista nella fascia giovanile ventenni-trentenni. Le interviste condotte si configurano a metà strada fra un'intervista discorsiva e una semistrutturata. Con l'elaborazione della scaletta la ricerca parte dalla raccolta del materiale empirico, la sua analisi con le costruzioni idealtipiche riguardanti le emozioni suddivise in rappresentazioni pacificate e conflittuali e i modelli di comunicazione che comprendono i vissuti, hanno portato a riflettere su temi di rilevanza sociale, cosa apparsa chiaramente solo ad analisi ultimata. Solo successivamente mi sono affacciato alla teoria tout court. Ricostruendo il dibattito contemporaneo sulle immagini, agganciandolo a questa ricerca, si cerca di dimostrare quanta riflessività può l'essere umano mostrare di fronte a un'immagine, questo pezzo di cultura giovanile, infine, è immersa nelle immagini senza molti strumenti per non soffocare all'interno di esse.File | Dimensione | Formato | |
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