This paper proposes the study of the migration experience as narrated in the main works of Najat El Hachmi, a writer born in 1979 in Nador, Morocco, who migrated to Vic, Catalonia, at the age of eight. The goal is to show how migration produces identity change. Border identity, in this case Amazigh-Catalan, is built on the individual's reflection of the feeling of belonging to two worlds, two cultures, and two different countries. The condition of feeling divided between one place and another, in transit and nowhere permanently, leads the migrant to search for a reaffirmation of self. Such reaffirmation is based on confrontation with otherness and the re-signification of everyday places, hybrid places of borders, of loss and gain, of memories of the past and hopes for the future. In particular, this paper aims to illustrate the condition in which women migrating from Morocco to Catalonia and their daughters live. Having come into contact with Western society, second-generation migrants feel the need to free themselves from the patriarchal pressures exerted by the family and struggle to emancipate themselves and to find their place in the world. This is sometimes hindered by the visceral relationship daughters have with their mothers, traditionalist women who perpetuate the model of upbringing received in their country of origin, Morocco. The themes just described will be approached through an analysis of the major novels by Moroccan-born writer Najat El Hachmi. In the first chapter, the main connotations that scholars have attached to the concept of migrant literature over time, and the main characteristics that migrant subjects accumulate, will be explained. Next, the specific case of Najat El Hachmi will be analyzed and her migration experience described. Through the lens of her essay Sempre han parlat per nosaltres (2019), the difficulties that the author encountered in her integration process in her host society, Catalonia, and the prejudices that migrant people frequently experience in Western society will be illustrated. Finally, the books Jo tambè soc catalana (2004), La filla estrangera (2015), and Madre de leche y miel (2018) will be introduced. The first is a fictionalized autobiography, while the other two are novels that are part of the author's so-called migration trilogy, along with L'últim patriarca. The second chapter will analyze the female figures in Najat El Hachmi's works and the themes related to sexuality, marriage, and the mother-daughter relationship. This will provide an understanding of the family context in which the daughters were born and raised, characterized by patriarchal abuse and submission, and their quest for freedom and emancipation once they were integrated into Western society. The third chapter will focus on the analysis of L'Últim patriarca (2008) and, in particular, on the figure of the protagonist Mimoun, a despotic father and violent husband anchored in strongly traditional patriarchal values. Through the narrative told in the first person by the patriarch's daughter, readers will have the opportunity to explore Mimoun's lived experience. The last part will describe the young protagonist's tortuous process of affirmation that leads her to emancipate herself from her father's despotism and take revenge for all the abuse she has experienced.
Il presente lavoro propone lo studio dell'esperienza migratoria. Così come narrata nelle principali opere di Najat El Hachmi, scrittrice nata nel 1979 a Nador, in Marocco e migrata a Vic, in Catalogna, all’età di otto anni. L'obiettivo è dimostrare come la migrazione produca un cambiamento identitario. L’identità di confine, in questo caso amazigh-catalana, si costruisce sul riflesso individuale del sentimento di appartenenza a due mondi, due culture e due paesi diversi. La condizione di sentirsi divisi tra un luogo e l’altro, in transito e da nessuna parte in modo definitivo, porta la persona migrante alla ricerca di una riaffermazione di sé. Tale riaffermazione si basa sul confronto con l’alterità e sulla risignificazione dei luoghi della quotidianità, luoghi ibridi di confine, di perdita e di guadagno, di ricordi del passato e di speranze per il futuro. In particolare, questo elaborato ha lo scopo di illustrare la condizione in cui vivono le donne che migrano dal Marocco alla Catalogna e loro le figlie. Entrate in contatto con la società occidentale, le migranti di seconda generazione sentono la necessità di liberarsi dalle pressioni patriarcali esercitate dalla famiglia e lottano al fine di emanciparsi e di trovare il proprio posto nel mondo. Ciò è talora ostacolato dal rapporto viscerale che le figlie hanno con le madri, donne tradizionaliste che perpetuano il modello di educazione ricevuto nel Paese d’origine, il Marocco. I temi appena descritti verranno affrontati a partire dall’analisi dei principali romanzi della scrittrice nata in Marocco, Najat El Hachmi. Nel primo capitolo, verranno spiegate le principali connotazioni che, con il tempo, gli studiosi hanno attribuito al concetto di letteratura migrante e quali sono le caratteristiche principali che accumunano i soggetti migranti. Successivamente, verrà analizzato il caso specifico di Najat El Hachmi e descritta la sua esperienza migratoria. Attraverso la lente del suo saggio Sempre han parlat per nosaltres (2019), verranno illustrate le difficoltà che l’autrice ha riscontrato nel suo processo di integrazione nella società di accoglienza, la Catalogna, e i pregiudizi che le persone migranti si ritrovano a vivere frequentemente nella società occidentale. In fine, verranno introdotti il libro Jo tambè soc catalana (2004), La filla estrangera (2015) e Madre de leche y miel (2018). Si tratta, nel primo caso, di un’autobiografia romanzata mentre gli altri due sono romanzi facenti parte della denominata trilogia migratoria dell’autrice, insieme a L’últim patriarca. Nel secondo capitolo verranno analizzate le figure femminili delle opere di Najat El Hachmi e i temi relazionati alla sessualità, al matrimonio e al rapporto materno-filiale. Si potranno così mettere in relazione i vissuti familiari delle protagoniste marocchine dei romanzi, caratterizzati da un vissuto fatto di soprusi e sottomissioni di stampo patriarcale. Ciò permetterà di comprendere il contesto familiare in cui sono nate e cresciute le figlie, la loro ricerca di libertà ed emancipazione una volta integrate nella società occidentale. Il terzo capitolo si concentrerà sull’analisi dell’opera L’Últim patriarca (2008) e, in particolare, sulla figura del protagonista Mimoun, padre despota e marito violento ancorato a valori fortemente tradizionali in senso patriarcale. Grazie al racconto narrato in prima persona dalla figlia del patriarca, si avrà modo di esplorare il vissuto di Mimoun. Nell’ultima parte si descriverà il tortuoso processo di affermazione della giovane protagonista che la porterà ad emanciparsi dal dispotismo del padre e a vendicarsi per tutti i soprusi vissuti.
La figura femminile nella trilogia migratoria di Najat El Hachmi. Il conflitto tra tradizione e cambiamento.
BERGESE, SARA
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro propone lo studio dell'esperienza migratoria. Così come narrata nelle principali opere di Najat El Hachmi, scrittrice nata nel 1979 a Nador, in Marocco e migrata a Vic, in Catalogna, all’età di otto anni. L'obiettivo è dimostrare come la migrazione produca un cambiamento identitario. L’identità di confine, in questo caso amazigh-catalana, si costruisce sul riflesso individuale del sentimento di appartenenza a due mondi, due culture e due paesi diversi. La condizione di sentirsi divisi tra un luogo e l’altro, in transito e da nessuna parte in modo definitivo, porta la persona migrante alla ricerca di una riaffermazione di sé. Tale riaffermazione si basa sul confronto con l’alterità e sulla risignificazione dei luoghi della quotidianità, luoghi ibridi di confine, di perdita e di guadagno, di ricordi del passato e di speranze per il futuro. In particolare, questo elaborato ha lo scopo di illustrare la condizione in cui vivono le donne che migrano dal Marocco alla Catalogna e loro le figlie. Entrate in contatto con la società occidentale, le migranti di seconda generazione sentono la necessità di liberarsi dalle pressioni patriarcali esercitate dalla famiglia e lottano al fine di emanciparsi e di trovare il proprio posto nel mondo. Ciò è talora ostacolato dal rapporto viscerale che le figlie hanno con le madri, donne tradizionaliste che perpetuano il modello di educazione ricevuto nel Paese d’origine, il Marocco. I temi appena descritti verranno affrontati a partire dall’analisi dei principali romanzi della scrittrice nata in Marocco, Najat El Hachmi. Nel primo capitolo, verranno spiegate le principali connotazioni che, con il tempo, gli studiosi hanno attribuito al concetto di letteratura migrante e quali sono le caratteristiche principali che accumunano i soggetti migranti. Successivamente, verrà analizzato il caso specifico di Najat El Hachmi e descritta la sua esperienza migratoria. Attraverso la lente del suo saggio Sempre han parlat per nosaltres (2019), verranno illustrate le difficoltà che l’autrice ha riscontrato nel suo processo di integrazione nella società di accoglienza, la Catalogna, e i pregiudizi che le persone migranti si ritrovano a vivere frequentemente nella società occidentale. In fine, verranno introdotti il libro Jo tambè soc catalana (2004), La filla estrangera (2015) e Madre de leche y miel (2018). Si tratta, nel primo caso, di un’autobiografia romanzata mentre gli altri due sono romanzi facenti parte della denominata trilogia migratoria dell’autrice, insieme a L’últim patriarca. Nel secondo capitolo verranno analizzate le figure femminili delle opere di Najat El Hachmi e i temi relazionati alla sessualità, al matrimonio e al rapporto materno-filiale. Si potranno così mettere in relazione i vissuti familiari delle protagoniste marocchine dei romanzi, caratterizzati da un vissuto fatto di soprusi e sottomissioni di stampo patriarcale. Ciò permetterà di comprendere il contesto familiare in cui sono nate e cresciute le figlie, la loro ricerca di libertà ed emancipazione una volta integrate nella società occidentale. Il terzo capitolo si concentrerà sull’analisi dell’opera L’Últim patriarca (2008) e, in particolare, sulla figura del protagonista Mimoun, padre despota e marito violento ancorato a valori fortemente tradizionali in senso patriarcale. Grazie al racconto narrato in prima persona dalla figlia del patriarca, si avrà modo di esplorare il vissuto di Mimoun. Nell’ultima parte si descriverà il tortuoso processo di affermazione della giovane protagonista che la porterà ad emanciparsi dal dispotismo del padre e a vendicarsi per tutti i soprusi vissuti.File | Dimensione | Formato | |
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