Since the 1980s, the change of socio-economic and political-institutional conditions of post-industrial society undermines the public service delivery system, which needs to search more frequently for procedures involving private subjects, to ensure the well-being of citizens. This leads to the creation of non-profit organizations and associations anchored to local communities, born from the informal activation of the residents and subsequently supported and recognized, in many cases, by public institutions, adopting a bottom-up programming model and multilevel governance (Merlo 2014) so that they could act as a subsidiary welfare to the public one. The thesis intends to explore the methods of connection, the degree of knowledge and collaboration between formal assistance and care, provided directly by public institutions, and informal ones, asked to private organization and the Third sector whose mission is to promote the development of community (Bulmer, 1987), with the main purpose of identifying possibilities for improving and consolidating the public-private relationship. The thesis opens with a regulatory excursus on the origin of the Third sector up to the current situation influenced by the changes resulting from the introduction of Codice del Terzo settore. The discussion focuses on the diffusion of the Third sector in the City of Turin starting from the urban regeneration projects in the 1990s. A special focus is dedicated to the Turin experience of the Rete delle Case del Quartiere, in which the writer carried out her curricular traineeship. The paper also explains what the Case del Quartiere are, with the process that made them a network, the projects shared with the City of Turin and the projects co-financed by private organization. The thesis continues with the analysis of the results that emerged from the qualitative research, carried out during the traineeship, through semi-structured interviews with managers and operators of public social services, local healthcare and Case del Quartiere. The interviews had the aim of deepening: • the quality and frequency of working relationships between operators in the Third sector and in the Public institutions; • the residents most expressed needs and the possibility of finding answers from public or private organizations; • the role of the Third sector in facilitating access to services by invisible and vulnerable people; • the proactiveness of citizens and associations during interventions and activities carried out; • the possible ways of improving the dialogue and collaboration between the Third sector and public organizations. Part of the discussion is also aimed to compare other Italian non-profit organizations such as Trento, Lecco, Bari e Bologna, on relationship between public and private entities and to analyze good practices that can be exported from innovative experiences. The thesis closes with an in-depth analysis of the possible ways to build appropriate channels of dialogue and collaborative practices between Public Social Services and Third sector organizations, both in reference to common projects and at operational level. This analysis starts from the best practices already in place in the Case del Quartiere or in the other analyzed Italian non-profit organization, and from the hypotheses of future collaboration exposed by the interviewees.

A partire dagli anni Ottanta, il mutamento delle condizioni socioeconomiche e politico-istituzionali della società post-industriale mette in crisi il sistema di erogazione dei Servizi pubblici, che ha necessità di ricorrere sempre più frequentemente a procedure di coinvolgimento di soggetti privati, per poter garantire il benessere dei cittadini. Ciò porta alla creazione di enti e associazioni non profit ancorate alle comunità locali, nate dall’attivazione informale dei residenti e, successivamente sostenute e riconosciute dagli Enti pubblici, adottando un modello di programmazione bottom-up e multilivello (Merlo 2014) in modo tale da generare un welfare sussidiario al pubblico. La tesi intende approfondire le modalità di collegamento, il grado di conoscenza e collaborazione tra l’assistenza e le cure formali, erogate direttamente dagli Enti pubblici, e quelle informali, richieste agli enti privati e del Terzo settore che hanno come mission favorire lo sviluppo di comunità (Bulmer 1987), con l'obiettivo principale di individuare possibilità di miglioramento e consolidamento del rapporto pubblico-privato. La tesi si apre con un excursus normativo sull’origine del Terzo settore fino alla situazione attuale influenzata dalle trasformazioni conseguenti all’introduzione del Codice del Terzo settore. La trattazione si sofferma sulla diffusione del Terzo settore nella realtà della Città di Torino a partire dai progetti di rigenerazione urbana degli anni Novanta. Un particolare focus è dedicato all’esperienza torinese della Rete delle Case del Quartiere, nella quale la scrivente ha svolto il tirocinio curricolare. Vengono presentate le Case del Quartiere di Torino, il processo che le ha rese Rete e vengono approfondite le progettualità in comune con la Città di Torino e le progettualità cofinanziate da enti privati. La tesi continua con l’analisi dei risultati emersi dalla ricerca qualitativa, svolta in occasione del tirocinio, attraverso interviste semi-strutturate a Posizioni Organizzative e operatori dei Servizi Sociali pubblici e dell’Asl; Dirigenti e operatori delle Case del Quartiere. Le interviste hanno avuto l’intento di approfondire: -la qualità e la frequenza dei rapporti lavorativi tra gli operatori del Terzo settore e quelli degli Enti pubblici; -i bisogni maggiormente espressi dai residenti e la possibilità di trovare risposte da parte di enti pubblici o privati; -il ruolo del Terzo settore nel favorire l’accesso ai Servizi da parte di gruppi invisibili e vulnerabili; -il protagonismo dei beneficiari e delle associazioni negli interventi e nelle attività svolte; -le possibili modalità di miglioramento del dialogo e della collaborazione tra il Terzo settore e gli Enti pubblici. Una parte della trattazione è rivolta al confronto con altre realtà non profit italiane quali Trento, Lecco, Bari e Bologna, sul tema del rapporto tra enti pubblici e privati, per analizzare buone pratiche esportabili da esperienze innovative. La tesi si conclude con l'approfondimento sulle possibili modalità per costruire adeguati canali di dialogo e prassi collaborative tra i Servizi Sociali pubblici e gli enti del Terzo settore, sia in riferimento alle progettualità comuni, sia a livello operativo. Questa analisi prende l’avvio sia delle best practices, già in atto nelle Case del Quartiere o presenti nelle altre realtà italiane analizzate, sia dalle ipotesi di collaborazione futura espresse dagli intervistati.

Relazioni tra Enti pubblici e Terzo settore a Torino: possibilità di miglioramento della collaborazione a partire dall’esperienza della Rete delle Case del Quartiere

BELTRAMINO, CHIARA
2022/2023

Abstract

A partire dagli anni Ottanta, il mutamento delle condizioni socioeconomiche e politico-istituzionali della società post-industriale mette in crisi il sistema di erogazione dei Servizi pubblici, che ha necessità di ricorrere sempre più frequentemente a procedure di coinvolgimento di soggetti privati, per poter garantire il benessere dei cittadini. Ciò porta alla creazione di enti e associazioni non profit ancorate alle comunità locali, nate dall’attivazione informale dei residenti e, successivamente sostenute e riconosciute dagli Enti pubblici, adottando un modello di programmazione bottom-up e multilivello (Merlo 2014) in modo tale da generare un welfare sussidiario al pubblico. La tesi intende approfondire le modalità di collegamento, il grado di conoscenza e collaborazione tra l’assistenza e le cure formali, erogate direttamente dagli Enti pubblici, e quelle informali, richieste agli enti privati e del Terzo settore che hanno come mission favorire lo sviluppo di comunità (Bulmer 1987), con l'obiettivo principale di individuare possibilità di miglioramento e consolidamento del rapporto pubblico-privato. La tesi si apre con un excursus normativo sull’origine del Terzo settore fino alla situazione attuale influenzata dalle trasformazioni conseguenti all’introduzione del Codice del Terzo settore. La trattazione si sofferma sulla diffusione del Terzo settore nella realtà della Città di Torino a partire dai progetti di rigenerazione urbana degli anni Novanta. Un particolare focus è dedicato all’esperienza torinese della Rete delle Case del Quartiere, nella quale la scrivente ha svolto il tirocinio curricolare. Vengono presentate le Case del Quartiere di Torino, il processo che le ha rese Rete e vengono approfondite le progettualità in comune con la Città di Torino e le progettualità cofinanziate da enti privati. La tesi continua con l’analisi dei risultati emersi dalla ricerca qualitativa, svolta in occasione del tirocinio, attraverso interviste semi-strutturate a Posizioni Organizzative e operatori dei Servizi Sociali pubblici e dell’Asl; Dirigenti e operatori delle Case del Quartiere. Le interviste hanno avuto l’intento di approfondire: -la qualità e la frequenza dei rapporti lavorativi tra gli operatori del Terzo settore e quelli degli Enti pubblici; -i bisogni maggiormente espressi dai residenti e la possibilità di trovare risposte da parte di enti pubblici o privati; -il ruolo del Terzo settore nel favorire l’accesso ai Servizi da parte di gruppi invisibili e vulnerabili; -il protagonismo dei beneficiari e delle associazioni negli interventi e nelle attività svolte; -le possibili modalità di miglioramento del dialogo e della collaborazione tra il Terzo settore e gli Enti pubblici. Una parte della trattazione è rivolta al confronto con altre realtà non profit italiane quali Trento, Lecco, Bari e Bologna, sul tema del rapporto tra enti pubblici e privati, per analizzare buone pratiche esportabili da esperienze innovative. La tesi si conclude con l'approfondimento sulle possibili modalità per costruire adeguati canali di dialogo e prassi collaborative tra i Servizi Sociali pubblici e gli enti del Terzo settore, sia in riferimento alle progettualità comuni, sia a livello operativo. Questa analisi prende l’avvio sia delle best practices, già in atto nelle Case del Quartiere o presenti nelle altre realtà italiane analizzate, sia dalle ipotesi di collaborazione futura espresse dagli intervistati.
ITA
Since the 1980s, the change of socio-economic and political-institutional conditions of post-industrial society undermines the public service delivery system, which needs to search more frequently for procedures involving private subjects, to ensure the well-being of citizens. This leads to the creation of non-profit organizations and associations anchored to local communities, born from the informal activation of the residents and subsequently supported and recognized, in many cases, by public institutions, adopting a bottom-up programming model and multilevel governance (Merlo 2014) so that they could act as a subsidiary welfare to the public one. The thesis intends to explore the methods of connection, the degree of knowledge and collaboration between formal assistance and care, provided directly by public institutions, and informal ones, asked to private organization and the Third sector whose mission is to promote the development of community (Bulmer, 1987), with the main purpose of identifying possibilities for improving and consolidating the public-private relationship. The thesis opens with a regulatory excursus on the origin of the Third sector up to the current situation influenced by the changes resulting from the introduction of Codice del Terzo settore. The discussion focuses on the diffusion of the Third sector in the City of Turin starting from the urban regeneration projects in the 1990s. A special focus is dedicated to the Turin experience of the Rete delle Case del Quartiere, in which the writer carried out her curricular traineeship. The paper also explains what the Case del Quartiere are, with the process that made them a network, the projects shared with the City of Turin and the projects co-financed by private organization. The thesis continues with the analysis of the results that emerged from the qualitative research, carried out during the traineeship, through semi-structured interviews with managers and operators of public social services, local healthcare and Case del Quartiere. The interviews had the aim of deepening: • the quality and frequency of working relationships between operators in the Third sector and in the Public institutions; • the residents most expressed needs and the possibility of finding answers from public or private organizations; • the role of the Third sector in facilitating access to services by invisible and vulnerable people; • the proactiveness of citizens and associations during interventions and activities carried out; • the possible ways of improving the dialogue and collaboration between the Third sector and public organizations. Part of the discussion is also aimed to compare other Italian non-profit organizations such as Trento, Lecco, Bari e Bologna, on relationship between public and private entities and to analyze good practices that can be exported from innovative experiences. The thesis closes with an in-depth analysis of the possible ways to build appropriate channels of dialogue and collaborative practices between Public Social Services and Third sector organizations, both in reference to common projects and at operational level. This analysis starts from the best practices already in place in the Case del Quartiere or in the other analyzed Italian non-profit organization, and from the hypotheses of future collaboration exposed by the interviewees.
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