In a society like ours, focused on performance, fascinated by the myth of youth and in which aesthetic beauty still constitutes a relevant quality (also in terms of values), ageing in a female body can be a complex experience marked by contrasting issues, invisibilisation, absence of realistic references. The aim of this paper is trying to investigate how, in the contemporary context, ageist and sexist ideals and discourses influence women's experiences of ageing. After a general overview concerning the body, its meaning as a project and the relevance that its transformation and modelling have progressively acquired, in the first chapter the reflection is focussed on how, from childhood onwards, female subjectivities are involved in a process of socialisation that places aesthetic beauty as an essential moral and personal value, outlining it as an essential element of femininity, a duty and responsibility of the individual; and on the ways in which aesthetic discourses and discourses on corporeity, maintaining multiple and multiform relations with power, have been functional over the centuries in controlling and limiting female bodies, thus in maintaining social order. In the first part of the second chapter reflection is focused on some of the most relevant aspects relating to ageing: its changed meanings; the roles of different forms of knowledge in outlining and supporting (not without critical issues) new models and more performative conceptions of it; past and current demographic transformations that have involved and are still involving the Italian - and more generally - the western context; ageism, a particular form of age-related discrimination that involves people in different ways and degrees. Starting from Susan Sontag's (1972) concept of the 'double standard of ageing', and keeping the focus on the aesthetic discourse, the second part of the chapter describes the different and specific roles and considerations that seem to be accorded to elderly women in today's society, the social and media representations and discourses that involve them, and the demands and expectations placed on them. Being ambivalent and full of meanings, even in this phase of life beauty is a relevant issue for female subjectivities, a source of variable investments, contrasts and concerns. Finally, the third chapter illustrates the empirical results emerging from the analysis of 16 semi-structured qualitative interviews carried out in the city of Milan, among women aged between 63 and 73, in order to investigate the way in which ageist and sexist discourses are interiorised and reproduced, how they influence individuals' conceptions of themselves and of ageing, and in particular how much ageist and sexist discourses linked to the aesthetic aspect influence their lives, their self-concepts and their relationship with their own bodies. But also which beauty practices, if any, are adopted as a response to physical changes and which meanings are assigned to them. In addition to these findings, the outcomes of a structured survey administered to the employees of 28 beauty and anti-age, aesthetic medicine and surgical centres helped to gain a broader picture of the treatments provided and the frequency of their use by the target audience of this research.
In una società come quella odierna, improntata alla performance, affascinata dal mito della giovinezza e in cui la bellezza estetica costituisce ancora una qualità (anche valoriale) rilevante, l’invecchiare in un corpo femminile può costituire un’esperienza complessa, caratterizzata da aspetti contrastanti, invisibilizzazione, assenza di riferimenti realistici. L’obiettivo della ricerca è di provare ad indagare come, nel contesto contemporaneo, gli ideali e i discorsi ageisti e sessisti influenzino le esperienze di invecchiamento femminili. Dopo un inquadramento generale sul corpo, sulla sua accezione di progetto e sulla rilevanza che la sua trasformazione e modellamento hanno progressivamente acquisito, nel primo capitolo la riflessione è dedicata a come, fin dall’infanzia, le soggettività femminili siano coinvolte in un processo di socializzazione che pone la bellezza estetica a valore morale e personale fondamentale, delineandola come elemento essenziale della femminilità, dovere e responsabilità della singola; e su quanto i discorsi estetici e sulla corporeità, mantenendo relazioni molteplici e multiformi con il potere, siano stati funzionali nei secoli al controllo, alla limitazione dei corpi femminili, dunque al mantenimento dell’ordine sociale. Nella prima parte del secondo capitolo la riflessione è dedicata ad alcuni degli aspetti più salienti relativi al tema dell’invecchiamento: il mutamento dei significati ad esso attribuiti; i ruoli dei diversi saperi nel delineare e sostenere (non senza criticità) modelli nuovi e concezioni maggiormente performative; le trasformazioni demografiche passate e in corso che hanno coinvolto e coinvolgono il contesto italiano (e occidentale più in generale); l’ageismo, forma di discriminazione legata all’età che coinvolge le persone in modalità e intensità diverse. A partire dal concetto di “doppio standard dell’invecchiamento” di Susan Sontag (1972), e mantenendo il focus sul discorso estetico, la seconda parte del capitolo illustra i ruoli e le considerazioni diverse e specifiche che sembrano essere riservate alle donne anziane nella società odierna, le rappresentazioni e i discorsi sociali e mediatici che le coinvolgono, le richieste e le aspettative che ricadono su di loro. Elemento ambivalente e pregno di significati, anche in tale fase di vita la bellezza risulta una questione rilevante per le soggettività femminili, fonte di investimenti diversi, di contrasti e di preoccupazioni. Nel terzo capitolo vengono infine illustrati i risultati empirici emersi dall’analisi di 16 interviste qualitative semi-strutturate realizzate nel contesto milanese a donne di età compresa tra 63 e 73 anni e volte ad indagare quanto i discorsi ageisti e sessisti siano interiorizzati e riprodotti, come influenzino la concezione delle singole persone nel pensarsi e nel pensare l’invecchiamento, in che misura le narrazioni legate all’aspetto estetico ne influenzino le vite, le concezioni di sé, il rapporto con il proprio corpo. Ma anche quali siano le eventuali pratiche di bellezza adottate per rispondere ai cambiamenti corporei e quali i significati ad esse attribuiti. A integrazione di tali testimonianze, i risultati di un questionario strutturato somministrato al personale di 28 centri estetici e anti-age, di medicina estetica e chirurgica hanno permesso di acquisire un quadro più ampio circa i trattamenti offerti e la frequenza di ricorso agli stessi da parte del target di interesse della presente ricerca.
Corpi che (non) invecchiano: intersezioni di ageismo e sessismo nelle esperienze di invecchiamento femminili
LELA, SILVIA
2022/2023
Abstract
In una società come quella odierna, improntata alla performance, affascinata dal mito della giovinezza e in cui la bellezza estetica costituisce ancora una qualità (anche valoriale) rilevante, l’invecchiare in un corpo femminile può costituire un’esperienza complessa, caratterizzata da aspetti contrastanti, invisibilizzazione, assenza di riferimenti realistici. L’obiettivo della ricerca è di provare ad indagare come, nel contesto contemporaneo, gli ideali e i discorsi ageisti e sessisti influenzino le esperienze di invecchiamento femminili. Dopo un inquadramento generale sul corpo, sulla sua accezione di progetto e sulla rilevanza che la sua trasformazione e modellamento hanno progressivamente acquisito, nel primo capitolo la riflessione è dedicata a come, fin dall’infanzia, le soggettività femminili siano coinvolte in un processo di socializzazione che pone la bellezza estetica a valore morale e personale fondamentale, delineandola come elemento essenziale della femminilità, dovere e responsabilità della singola; e su quanto i discorsi estetici e sulla corporeità, mantenendo relazioni molteplici e multiformi con il potere, siano stati funzionali nei secoli al controllo, alla limitazione dei corpi femminili, dunque al mantenimento dell’ordine sociale. Nella prima parte del secondo capitolo la riflessione è dedicata ad alcuni degli aspetti più salienti relativi al tema dell’invecchiamento: il mutamento dei significati ad esso attribuiti; i ruoli dei diversi saperi nel delineare e sostenere (non senza criticità) modelli nuovi e concezioni maggiormente performative; le trasformazioni demografiche passate e in corso che hanno coinvolto e coinvolgono il contesto italiano (e occidentale più in generale); l’ageismo, forma di discriminazione legata all’età che coinvolge le persone in modalità e intensità diverse. A partire dal concetto di “doppio standard dell’invecchiamento” di Susan Sontag (1972), e mantenendo il focus sul discorso estetico, la seconda parte del capitolo illustra i ruoli e le considerazioni diverse e specifiche che sembrano essere riservate alle donne anziane nella società odierna, le rappresentazioni e i discorsi sociali e mediatici che le coinvolgono, le richieste e le aspettative che ricadono su di loro. Elemento ambivalente e pregno di significati, anche in tale fase di vita la bellezza risulta una questione rilevante per le soggettività femminili, fonte di investimenti diversi, di contrasti e di preoccupazioni. Nel terzo capitolo vengono infine illustrati i risultati empirici emersi dall’analisi di 16 interviste qualitative semi-strutturate realizzate nel contesto milanese a donne di età compresa tra 63 e 73 anni e volte ad indagare quanto i discorsi ageisti e sessisti siano interiorizzati e riprodotti, come influenzino la concezione delle singole persone nel pensarsi e nel pensare l’invecchiamento, in che misura le narrazioni legate all’aspetto estetico ne influenzino le vite, le concezioni di sé, il rapporto con il proprio corpo. Ma anche quali siano le eventuali pratiche di bellezza adottate per rispondere ai cambiamenti corporei e quali i significati ad esse attribuiti. A integrazione di tali testimonianze, i risultati di un questionario strutturato somministrato al personale di 28 centri estetici e anti-age, di medicina estetica e chirurgica hanno permesso di acquisire un quadro più ampio circa i trattamenti offerti e la frequenza di ricorso agli stessi da parte del target di interesse della presente ricerca.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/147993