Le teorie economiche classiche hanno come soggetto l’homo oeconomicus ovvero un soggetto individualista dotato di perfetta razionalità, poco incline a farsi influenzare da processi di tipo emotivo e che ha a disposizione una completa informazione. Si tratta di un individuo tendenzialmente avverso al rischio che prende le sue decisioni in modo da poter massimizzare la sua utilità. A partire dagli anni Sessanta si inizia a capire che i soggetti economici reali non sono effettivamente dotati di completa razionalità e di complete informazioni: il processo decisionale implica sensazioni, emozioni e paure. Questo avviene anche nelle decisioni di investimento, le quali risultano influenzate principalmente da fattori esterni non economici e dal modo soggettivo di percepire le informazioni. Nasce così lo studio dell’economia comportamentale. I principali fautori di questa branca dell’economia sono Amos Tversky e Daniel Kahneman i quali hanno svolto diversi studi ed esperimenti per analizzare il comportamento delle persone e il loro processo decisionale . Questa branca dell’economia applica ed utilizza gli studi della psicologia per sviluppare una comprensione del processo decisionale nelle scelte finanziarie. Studi dimostrano che vi sono delle deviazioni comportamentali degli investitori dagli assunti della prospettiva economica standard: sono state infatti individuati più di 180 bias cognitivi che caratterizzano il comportamento dell’essere umano; si tratta di errori di percezione ed elaborazione delle informazioni che distorcono in modo significativo le scelte del soggetto sia a livello finanziario che non. L’errore cognitivo è una deviazione dalle assunzioni di razionalità che non può essere evitato con lo studio e l’apprendimento, bensì si tratta dell’elaborazione e dell’interpretazione dei dati esterni sulla base della propria struttura cognitiva che si modifica in base alle proprie esperienze precedenti. Gli errori cognitivi, detti bias, derivano dalla tendenza che la nostra mente e il nostro cervello hanno di acquisire ed elaborare informazioni utilizzando determinate regole intuitive, dette euristiche: si tratta dunque di falle decisionali e di valutazione commesse a causa di regole preimpostate che il nostro cervello ha per l’elaborazione dei dati. Lo studio dell’economia comportamentale ha portato alla conferma che le decisioni di investimento, e in generale il processo decisionale, sono fortemente influenzati da eventi esterni a cui l’individuo è sottoposto e dal metodo soggettivo e personale che essi hanno di elaborazione dei dati recepiti. Le ricerche approfondite negli ultimi vent’anni cercano di capire se è possibile eliminare, controllare o ridurre l’effetto degli errori cognitivi che vengono commessi sistematicamente. Chi lavora nel mondo della finanza, e più in particolare chi è a diretto contatto con l’investitore finale, riscontra quotidianamente questi comportamenti. Il compito del consulente finanziario è quello di accompagnare i propri clienti nella decisione di investimento cercando di limitare la loro irrazionalità e dandogli una visione oggettiva della situazione. Verrà inoltre fatta un’analisi della teoria del nudge che utilizza le euristiche delle scelte a vantaggio del soggetto decisore alterando l’ambiente in modo da indirizzare e incentivare le persone a intraprendere scelte ottimali, rendere più efficienti ed efficaci i servizi pubblici offerti ai cittadini e raffinare i modelli di comportamento.

La Finanza Comportamentale - Le Decisioni di Investimento ​

MONDO, LORENZO
2022/2023

Abstract

Le teorie economiche classiche hanno come soggetto l’homo oeconomicus ovvero un soggetto individualista dotato di perfetta razionalità, poco incline a farsi influenzare da processi di tipo emotivo e che ha a disposizione una completa informazione. Si tratta di un individuo tendenzialmente avverso al rischio che prende le sue decisioni in modo da poter massimizzare la sua utilità. A partire dagli anni Sessanta si inizia a capire che i soggetti economici reali non sono effettivamente dotati di completa razionalità e di complete informazioni: il processo decisionale implica sensazioni, emozioni e paure. Questo avviene anche nelle decisioni di investimento, le quali risultano influenzate principalmente da fattori esterni non economici e dal modo soggettivo di percepire le informazioni. Nasce così lo studio dell’economia comportamentale. I principali fautori di questa branca dell’economia sono Amos Tversky e Daniel Kahneman i quali hanno svolto diversi studi ed esperimenti per analizzare il comportamento delle persone e il loro processo decisionale . Questa branca dell’economia applica ed utilizza gli studi della psicologia per sviluppare una comprensione del processo decisionale nelle scelte finanziarie. Studi dimostrano che vi sono delle deviazioni comportamentali degli investitori dagli assunti della prospettiva economica standard: sono state infatti individuati più di 180 bias cognitivi che caratterizzano il comportamento dell’essere umano; si tratta di errori di percezione ed elaborazione delle informazioni che distorcono in modo significativo le scelte del soggetto sia a livello finanziario che non. L’errore cognitivo è una deviazione dalle assunzioni di razionalità che non può essere evitato con lo studio e l’apprendimento, bensì si tratta dell’elaborazione e dell’interpretazione dei dati esterni sulla base della propria struttura cognitiva che si modifica in base alle proprie esperienze precedenti. Gli errori cognitivi, detti bias, derivano dalla tendenza che la nostra mente e il nostro cervello hanno di acquisire ed elaborare informazioni utilizzando determinate regole intuitive, dette euristiche: si tratta dunque di falle decisionali e di valutazione commesse a causa di regole preimpostate che il nostro cervello ha per l’elaborazione dei dati. Lo studio dell’economia comportamentale ha portato alla conferma che le decisioni di investimento, e in generale il processo decisionale, sono fortemente influenzati da eventi esterni a cui l’individuo è sottoposto e dal metodo soggettivo e personale che essi hanno di elaborazione dei dati recepiti. Le ricerche approfondite negli ultimi vent’anni cercano di capire se è possibile eliminare, controllare o ridurre l’effetto degli errori cognitivi che vengono commessi sistematicamente. Chi lavora nel mondo della finanza, e più in particolare chi è a diretto contatto con l’investitore finale, riscontra quotidianamente questi comportamenti. Il compito del consulente finanziario è quello di accompagnare i propri clienti nella decisione di investimento cercando di limitare la loro irrazionalità e dandogli una visione oggettiva della situazione. Verrà inoltre fatta un’analisi della teoria del nudge che utilizza le euristiche delle scelte a vantaggio del soggetto decisore alterando l’ambiente in modo da indirizzare e incentivare le persone a intraprendere scelte ottimali, rendere più efficienti ed efficaci i servizi pubblici offerti ai cittadini e raffinare i modelli di comportamento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147956