Da alcuni anni in Italia stiamo assistendo ad una fase di estrema legalizzazione del gioco d'azzardo che ha portato ad ampliare l'offerta di giochi non solo all'interno dei casinò, ma anche all'esterno con l'introduzione di sale da gioco e video poker un po' ovunque, senza che peraltro siano presenti, all'interno dell'opera del legislatore, misure rivolte a combattere gli effetti negativi ed in modo particolare la dipendenza che il gioco d'azzardo può indurre. Questa dissertazione nasce dall'esigenza di approfondire le mie conoscenze sul gioco d'azzardo patologico nella sua complessità, contribuendo nel suo piccolo a ¿far luce¿ su tale condotta disfunzionale, presentando alcune caratteristiche di personalità del giocatore, i criteri diagnostici, le principali possibilità di trattamento e vuol essere anche un modo per focalizzare l'attenzione su un fenomeno grave e purtroppo sottovalutato. Dopo aver analizzato le caratteristiche fondamentali che qualificano l'attività ludica denominata ¿gioco d'azzardo¿ e i principali giochi fruiti sul territorio nazionale, con un accenno alle proporzioni assunte nel nostro tempo dall'estensione di tale fenomeno, il lavoro ci condurrà a presentare le caratteristiche dei differenti giocatori per arrivare a delineare quelle del gambler patologico. L'esplorazione delle ipotesi eziologiche alla base delle quali il GAP viene inquadrato come patologia del ¿disturbo degli impulsi¿ o ¿dipendenza¿ è centrale in questa trattazione, nella ricerca di una cornice all'interno della quale diventa possibile il trattamento attraverso le molteplicità di approcci, scuole di pensiero e di riferimento. In questo contesto, diventa di fondamentale importanza tenere in considerazione l'attestazione delle comorbilità del gioco d'azzardo con altre patologie, dalle dipendenze ai disturbi del controllo degli impulsi, passando dalla sindrome depressiva, fino ad arrivare ai disturbi di personalità. Scopo di questa dissertazione è inoltre l'analisi dei modelli che hanno segnato lo studio del fenomeno in questi ultimi decenni, per arrivare ad una verifica delle considerazioni emerse dalla letteratura, mediante la presentazione della storia di tre giocatori patologici che hanno effettuato un percorso terapeutico presso la comunità Nikodemo di Nichelino (Torino). Il gioco d'azzardo patologico resta una malattia grave anche se questo semplice ma indiscutibile concetto non fa ancora parte del nostro patrimonio culturale: la grande maggioranza della popolazione lo percepisce come un brutto vizio e spesso chi denuncia questa situazione rischia di essere additato come un fanatico proibizionista.
IL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO: GLI INTERVENTI
LOPEZ, GIUSEPPE GERARDO
2008/2009
Abstract
Da alcuni anni in Italia stiamo assistendo ad una fase di estrema legalizzazione del gioco d'azzardo che ha portato ad ampliare l'offerta di giochi non solo all'interno dei casinò, ma anche all'esterno con l'introduzione di sale da gioco e video poker un po' ovunque, senza che peraltro siano presenti, all'interno dell'opera del legislatore, misure rivolte a combattere gli effetti negativi ed in modo particolare la dipendenza che il gioco d'azzardo può indurre. Questa dissertazione nasce dall'esigenza di approfondire le mie conoscenze sul gioco d'azzardo patologico nella sua complessità, contribuendo nel suo piccolo a ¿far luce¿ su tale condotta disfunzionale, presentando alcune caratteristiche di personalità del giocatore, i criteri diagnostici, le principali possibilità di trattamento e vuol essere anche un modo per focalizzare l'attenzione su un fenomeno grave e purtroppo sottovalutato. Dopo aver analizzato le caratteristiche fondamentali che qualificano l'attività ludica denominata ¿gioco d'azzardo¿ e i principali giochi fruiti sul territorio nazionale, con un accenno alle proporzioni assunte nel nostro tempo dall'estensione di tale fenomeno, il lavoro ci condurrà a presentare le caratteristiche dei differenti giocatori per arrivare a delineare quelle del gambler patologico. L'esplorazione delle ipotesi eziologiche alla base delle quali il GAP viene inquadrato come patologia del ¿disturbo degli impulsi¿ o ¿dipendenza¿ è centrale in questa trattazione, nella ricerca di una cornice all'interno della quale diventa possibile il trattamento attraverso le molteplicità di approcci, scuole di pensiero e di riferimento. In questo contesto, diventa di fondamentale importanza tenere in considerazione l'attestazione delle comorbilità del gioco d'azzardo con altre patologie, dalle dipendenze ai disturbi del controllo degli impulsi, passando dalla sindrome depressiva, fino ad arrivare ai disturbi di personalità. Scopo di questa dissertazione è inoltre l'analisi dei modelli che hanno segnato lo studio del fenomeno in questi ultimi decenni, per arrivare ad una verifica delle considerazioni emerse dalla letteratura, mediante la presentazione della storia di tre giocatori patologici che hanno effettuato un percorso terapeutico presso la comunità Nikodemo di Nichelino (Torino). Il gioco d'azzardo patologico resta una malattia grave anche se questo semplice ma indiscutibile concetto non fa ancora parte del nostro patrimonio culturale: la grande maggioranza della popolazione lo percepisce come un brutto vizio e spesso chi denuncia questa situazione rischia di essere additato come un fanatico proibizionista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/14794