Negli ultimi anni, è andato via via sviluppandosi un fenomeno sempre più individuabile nel linguaggio comune, sia scritto che parlato, che prende il nome di fake news. Dopo averne dato una definizione, averne descritto le origini e la storia e dopo averne individuato le principali tipologie e i relativi meccanismi di funzionamento, l’attenzione di questo elaborato si è spostata su alcune ricerche condotte durante la pandemia di Covid-19, le quali mostrano l’evidente impatto che la disinformazione ha sul pensiero e sul ragionamento. In seguito all’emergenza sanitaria diffusasi ad inizio 2020, la divulgazione di false notizie è aumentata a livello esponenziale tanto che l’OMS ha parlato di infodemia. A ricoprire un ruolo molto importante in questo senso sono le emozioni; esse, infatti, sono in grado di rafforzare o indebolire l’attaccamento dei soggetti nei confronti di una certa informazione, a seconda che l’emozione sottostante sia positiva o negativa. In particolare, le emozioni positive predispongono le persone ad un approccio migliore verso una certa notizia, rispetto a quelle negative. Più è alto l’investimento affettivo su una credenza, tanto meno sarà complesso il ragionamento ad essa associato. A supporto di ciò, l’esperimento centrale di questo elaborato, condotto in ambito di pensiero deontico, approfondisce l’attaccamento che le persone hanno verse certe credenze (non intese necessariamente come fake news). Lo scopo dell’esperimento è la verifica di una duplice ipotesi: 1) le asserzioni che non possono essere verificate direttamente, anche se fattuali, dovrebbero caratterizzarsi per la correlazione critica tra la forza della credenza e la piacevolezza dell’emozione; 2) gli individui che hanno un attaccamento emotivo alla credenza hanno maggiori probabilità di generalizzare le proprie emozioni e il grado di convinzione ad altre credenze analoghe rispetto a quegli individui che non hanno alcun attaccamento emotivo alla credenza. Per verificare queste ipotesi, i partecipanti hanno agito come controlli di loro stessi e si sono sottoposti ad un compito suddiviso in due fasi: la prima di sorting / raggruppamento delle asserzioni deontiche e fattuali e la seconda di assegnazione della forza della credenza e di forza dell’emozione tramite una scala per la valutazione. I risultati, disponibili solo per la parte alla correlazione critica in quanto le analisi del sorting task sono ancora in corso, mostrano l’esistenza di una forte correlazione tra la forza della credenza e la forza dell’emozione.

IL FENOMENO DELLE FAKE NEWS - COME LA DISINFORMAZIONE HA INFLUENZATO IL NOSTRO MODO DI PENSARE E RAGIONARE

GALASSO, UMBERTO
2023/2024

Abstract

Negli ultimi anni, è andato via via sviluppandosi un fenomeno sempre più individuabile nel linguaggio comune, sia scritto che parlato, che prende il nome di fake news. Dopo averne dato una definizione, averne descritto le origini e la storia e dopo averne individuato le principali tipologie e i relativi meccanismi di funzionamento, l’attenzione di questo elaborato si è spostata su alcune ricerche condotte durante la pandemia di Covid-19, le quali mostrano l’evidente impatto che la disinformazione ha sul pensiero e sul ragionamento. In seguito all’emergenza sanitaria diffusasi ad inizio 2020, la divulgazione di false notizie è aumentata a livello esponenziale tanto che l’OMS ha parlato di infodemia. A ricoprire un ruolo molto importante in questo senso sono le emozioni; esse, infatti, sono in grado di rafforzare o indebolire l’attaccamento dei soggetti nei confronti di una certa informazione, a seconda che l’emozione sottostante sia positiva o negativa. In particolare, le emozioni positive predispongono le persone ad un approccio migliore verso una certa notizia, rispetto a quelle negative. Più è alto l’investimento affettivo su una credenza, tanto meno sarà complesso il ragionamento ad essa associato. A supporto di ciò, l’esperimento centrale di questo elaborato, condotto in ambito di pensiero deontico, approfondisce l’attaccamento che le persone hanno verse certe credenze (non intese necessariamente come fake news). Lo scopo dell’esperimento è la verifica di una duplice ipotesi: 1) le asserzioni che non possono essere verificate direttamente, anche se fattuali, dovrebbero caratterizzarsi per la correlazione critica tra la forza della credenza e la piacevolezza dell’emozione; 2) gli individui che hanno un attaccamento emotivo alla credenza hanno maggiori probabilità di generalizzare le proprie emozioni e il grado di convinzione ad altre credenze analoghe rispetto a quegli individui che non hanno alcun attaccamento emotivo alla credenza. Per verificare queste ipotesi, i partecipanti hanno agito come controlli di loro stessi e si sono sottoposti ad un compito suddiviso in due fasi: la prima di sorting / raggruppamento delle asserzioni deontiche e fattuali e la seconda di assegnazione della forza della credenza e di forza dell’emozione tramite una scala per la valutazione. I risultati, disponibili solo per la parte alla correlazione critica in quanto le analisi del sorting task sono ancora in corso, mostrano l’esistenza di una forte correlazione tra la forza della credenza e la forza dell’emozione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147892