This paper investigates the issue of perversion using as theorical frames the relational psychoanalysis inaugurated by Stephen A. Mitchell (Mitchell, 1988) and the intersubjective perspective proposed by Robert Storolow, George Atwood and Jessica Benjamin (Storolow & Atwood, 1995; Jessica Benjamin, 2019). The aim of this work is to reconsider the concept of perversion beyond the strictly sexual implications, understanding sadomasochism as a pathological relational dynamic that comes out from the desire of both partners to recognize themselves as independent subjects. Go into detail, I bring to light the psychological meaning underlying the sadomasochistic relational modality, focusing the attention on the unsatisfied relational needs that lead the two partners to the erotic meeting: sadomasochistic perversion has been defined, in this way, pathology of desire and pathology of narcissism (Gilliéron & Baldassarre, 2012). According to Jessica Benjamin (Benjamin, 2015), domination and submission actually are two universal possibilities, separated from sexual gender, that deal with psychic areas outside the sexual one: the way sadists and masochists approach the world is influenced by the problem of control and power, the management of aggression and the rejection of dependency. So, sex is very important in sadomasochistic dynamic, but not in the traditional sense; sexuality is important because it follows the patterns of childhood attachment, covering the function of affects regulation by the inner-Other. To sum up, exactly as it happened in the mother-child dyad, sadist and masochist use sex as a trick to regulate their self and to establish an authentic contact with the Other. In other words, the erotic meeting allows both partners to sustain their weak self-esteem and, at the same time, escape the fear of abandonment: it’s just a way to control chialdhood trauma. Thus, the "perverse" is someone who was brutally excluded from his mother’s mind, so he has to develop autoerotic fantasies or sexual behaviours that are meant to know the mind of the Other and to be known. In conclusion, the purpose of this paper is also to demonstrate that sadomasochism is no longer to be considered only a sexual paraphilia, but if it doesn’t cause harm either side, it can also be understood as a movement towards self-affirmation: from surrender as submission to surrender as liberation.

Il presente elaborato indaga il tema della perversione utilizzando come cornici teoriche di riferimento la psicoanalisi relazionale inaugurata da Stephen A. Mitchell (Mitchell, 1988) e la prospettiva intersoggettiva proposta da Robert Storolow, George Atwood e Jessica Benjamin (Storolow & Atwood, 1995; Jessica Benjamin, 2019). L’obiettivo della tesi è quello di riconsiderare il concetto di perversione al di là delle implicazioni strettamente sessuali, intendendo il sadomasochismo come una vera e propria dinamica relazionale patologica che scaturisce dal desiderio di entrambi i partner di riconoscere se stesso e l’Altro come soggetti indipendenti. Entrando nel dettaglio, si è cercato di mettere in luce quale sia il significato psicologico sotteso alla modalità relazionale sadomasochistica, evidenziando i bisogni relazionali insoddisfatti che conducono i due partner all’incontro erotico: la perversione è stata definita, in questo senso, patologia del desiderio e patologia del narcisismo (Gilliéron & Baldassarre, 2012). Secondo Jessica Benjamin (Benjamin, 2015), il dominio e la sottomissione sono infatti due possibilità universali, indipendenti dal genere sessuale, che occupano anche aree psichiche al di fuori di quella sessuale: il modo in cui sadico e masochista si affacciano al mondo è condizionato dal problema del controllo e del potere, dalla gestione dell’aggressività e dal rifiuto della dipendenza. Il sesso quindi occupa un ruolo di fondamentale importanza all’interno di questa dinamica, ma non in senso stretto; la sessualità è importante perché ricalca i pattern di attaccamento infantile, ricoprendo la funzione di regolazione degli affetti da parte dell’Altro interno. In definitiva quindi, proprio come avveniva all’interno della diade madre-bambino, sadico e masochista utilizzano il sesso come escamotage per regolare il sè e per stabilire un contatto autentico con l’Altro. In altre parole, l’unione permette ad entrambi i partner di sostenere la propria fragilissima autostima e, contemporaneamente, fuggire il timore dell’abbandono: è un modo per tenere sotto controllo il trauma infantile. Il “perverso” è dunque colui che si è sentito brutalmente escluso dalla mente della madre, così ha sviluppato fantasie autoerotiche o vere e proprie condotte sessuali che hanno lo scopo di conoscere la mente dell’Altro e essere conosciuto. Alla luce di quanto detto sin ora, lo scopo della presente tesi è altresì quello di dimostrare come il sadomasochismo non sia più da considerare unicamente una parafilia da curare, bensì nella misura in cui non arreca danno a sé o agli altri, questo può essere inteso anche come un movimento verso una maggiore autoaffermazione di sé: dalla resa del sè nel senso di sottomissione alla resa del sè come liberazione.

Processi di soggettivazione e di assoggettamento: una prospettiva su dominio e sottomissione.

LEVA, LUCREZIA
2023/2024

Abstract

Il presente elaborato indaga il tema della perversione utilizzando come cornici teoriche di riferimento la psicoanalisi relazionale inaugurata da Stephen A. Mitchell (Mitchell, 1988) e la prospettiva intersoggettiva proposta da Robert Storolow, George Atwood e Jessica Benjamin (Storolow & Atwood, 1995; Jessica Benjamin, 2019). L’obiettivo della tesi è quello di riconsiderare il concetto di perversione al di là delle implicazioni strettamente sessuali, intendendo il sadomasochismo come una vera e propria dinamica relazionale patologica che scaturisce dal desiderio di entrambi i partner di riconoscere se stesso e l’Altro come soggetti indipendenti. Entrando nel dettaglio, si è cercato di mettere in luce quale sia il significato psicologico sotteso alla modalità relazionale sadomasochistica, evidenziando i bisogni relazionali insoddisfatti che conducono i due partner all’incontro erotico: la perversione è stata definita, in questo senso, patologia del desiderio e patologia del narcisismo (Gilliéron & Baldassarre, 2012). Secondo Jessica Benjamin (Benjamin, 2015), il dominio e la sottomissione sono infatti due possibilità universali, indipendenti dal genere sessuale, che occupano anche aree psichiche al di fuori di quella sessuale: il modo in cui sadico e masochista si affacciano al mondo è condizionato dal problema del controllo e del potere, dalla gestione dell’aggressività e dal rifiuto della dipendenza. Il sesso quindi occupa un ruolo di fondamentale importanza all’interno di questa dinamica, ma non in senso stretto; la sessualità è importante perché ricalca i pattern di attaccamento infantile, ricoprendo la funzione di regolazione degli affetti da parte dell’Altro interno. In definitiva quindi, proprio come avveniva all’interno della diade madre-bambino, sadico e masochista utilizzano il sesso come escamotage per regolare il sè e per stabilire un contatto autentico con l’Altro. In altre parole, l’unione permette ad entrambi i partner di sostenere la propria fragilissima autostima e, contemporaneamente, fuggire il timore dell’abbandono: è un modo per tenere sotto controllo il trauma infantile. Il “perverso” è dunque colui che si è sentito brutalmente escluso dalla mente della madre, così ha sviluppato fantasie autoerotiche o vere e proprie condotte sessuali che hanno lo scopo di conoscere la mente dell’Altro e essere conosciuto. Alla luce di quanto detto sin ora, lo scopo della presente tesi è altresì quello di dimostrare come il sadomasochismo non sia più da considerare unicamente una parafilia da curare, bensì nella misura in cui non arreca danno a sé o agli altri, questo può essere inteso anche come un movimento verso una maggiore autoaffermazione di sé: dalla resa del sè nel senso di sottomissione alla resa del sè come liberazione.
ITA
This paper investigates the issue of perversion using as theorical frames the relational psychoanalysis inaugurated by Stephen A. Mitchell (Mitchell, 1988) and the intersubjective perspective proposed by Robert Storolow, George Atwood and Jessica Benjamin (Storolow & Atwood, 1995; Jessica Benjamin, 2019). The aim of this work is to reconsider the concept of perversion beyond the strictly sexual implications, understanding sadomasochism as a pathological relational dynamic that comes out from the desire of both partners to recognize themselves as independent subjects. Go into detail, I bring to light the psychological meaning underlying the sadomasochistic relational modality, focusing the attention on the unsatisfied relational needs that lead the two partners to the erotic meeting: sadomasochistic perversion has been defined, in this way, pathology of desire and pathology of narcissism (Gilliéron & Baldassarre, 2012). According to Jessica Benjamin (Benjamin, 2015), domination and submission actually are two universal possibilities, separated from sexual gender, that deal with psychic areas outside the sexual one: the way sadists and masochists approach the world is influenced by the problem of control and power, the management of aggression and the rejection of dependency. So, sex is very important in sadomasochistic dynamic, but not in the traditional sense; sexuality is important because it follows the patterns of childhood attachment, covering the function of affects regulation by the inner-Other. To sum up, exactly as it happened in the mother-child dyad, sadist and masochist use sex as a trick to regulate their self and to establish an authentic contact with the Other. In other words, the erotic meeting allows both partners to sustain their weak self-esteem and, at the same time, escape the fear of abandonment: it’s just a way to control chialdhood trauma. Thus, the "perverse" is someone who was brutally excluded from his mother’s mind, so he has to develop autoerotic fantasies or sexual behaviours that are meant to know the mind of the Other and to be known. In conclusion, the purpose of this paper is also to demonstrate that sadomasochism is no longer to be considered only a sexual paraphilia, but if it doesn’t cause harm either side, it can also be understood as a movement towards self-affirmation: from surrender as submission to surrender as liberation.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
893977_tesimagistrale.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.09 MB
Formato Adobe PDF
1.09 MB Adobe PDF

Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Usare il seguente URL per citare questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147890