Jamāl al-Dīn al-Qāsimī was a reformist ‘ālim who lived in Damascus between the second half of the 19th and the beginning of the 20th century. In his life, after the first years of classical religious formation, he turned, along with some colleagues 'ulamā', to the elaboration of a religious reform: the Ottoman Empire was disintegrating in front of modernity, Islam, in turn, encountered a period of stagnation, The religious authorities had lost their role as leaders of the umma, subjugating themselves to political power to cultivate their own personal interests. From these critical issues came the elaboration of al-Qāsimī, aimed at regenerating the Islamic world, and which historians define, using a much debated category, "salafiyya". In this thesis the attention falls on the problems concerning this last classification, on the origins of that reformist sentiment in an author who was not formed in the European context and who had a traditional education, on the legacy he left in the Arab intellectual world of the time and on the possible influence that Freemasonry – an aspect that is often not given the proper relevance in the historical analysis of the Arab world – had in this process. After the reconstruction of al-Qāsimī’s intellectual and biographical profile, which allows to know and contextualize the character, the first part deals specifically with past and contemporary authors who may have inspired Jamāl al-Dīn in his formulation, later questioning the legitimacy and adherence of the Salafist category to the Damascene author. In the second part of the dissertation, it is also proposed an analysis of the legacy of the Syrian ‘ālim and the Masonic question, in order to complete the critical reconstruction of the character and the events that characterized him.
Jamāl al-Dīn al-Qāsimī è stato un ‘ālim riformista vissuto a Damasco tra la seconda metà del XIX e l’inizio del XX secolo. Nella sua vita, dopo i primi anni di formazione religiosa classica, si volse, insieme ad alcuni colleghi 'ulamā’, all’elaborazione di una riforma religiosa: l’Impero Ottomano si stava disintegrando di fronte alla modernità, l’Islam, a sua volta, incontrava un periodo di stagnazione, le autorità religiose avevano perso il loro ruolo di guida della umma, asservendosi al potere politico per coltivare i propri interessi personali. Da queste criticità nacque l’elaborazione di al-Qāsimī, volta a rigenerare il mondo islamico, e che gli storici definiscono, utilizzando una categoria assai dibattuta, “salafiyya”. In questa tesi l’attenzione cade sui problemi concernenti quest’ultima classificazione, sulle origini di quel sentimento riformista in un autore che non si formò nel contesto europeo e che ebbe un’educazione tradizionale, sull’eredità che lasciò nel mondo intellettuale arabo dell’epoca e sull’eventuale influenza che la Massoneria – un aspetto a cui spesso non viene data la giusta rilevanza nelle analisi storiche del mondo arabo – ebbe in questo processo. Dopo la ricostruzione del profilo intellettuale e biografico di al-Qāsimī, che permette di conoscere e contestualizzare il personaggio, nella prima parte ci si occupa specificamente degli autori, passati e contemporanei, che potrebbero aver ispirato Jamāl al-Dīn nella sua formulazione, interrogandosi successivamente sulla legittimità e sull’aderenza della categoria salafita all’autore damasceno. Nella seconda parte della dissertazione, si propone inoltre un’analisi del lascito dell’‘ālim siriano e della questione massonica, al fine di completare la ricostruzione critica del personaggio e delle vicende che lo caratterizzarono.
Jamāl al-Dīn al-Qāsimī (m. 1914) nella Damasco a cavallo tra 19° e 20° secolo, tra Riforma islamica e società segrete
TESTA, FILIPPO
2022/2023
Abstract
Jamāl al-Dīn al-Qāsimī è stato un ‘ālim riformista vissuto a Damasco tra la seconda metà del XIX e l’inizio del XX secolo. Nella sua vita, dopo i primi anni di formazione religiosa classica, si volse, insieme ad alcuni colleghi 'ulamā’, all’elaborazione di una riforma religiosa: l’Impero Ottomano si stava disintegrando di fronte alla modernità, l’Islam, a sua volta, incontrava un periodo di stagnazione, le autorità religiose avevano perso il loro ruolo di guida della umma, asservendosi al potere politico per coltivare i propri interessi personali. Da queste criticità nacque l’elaborazione di al-Qāsimī, volta a rigenerare il mondo islamico, e che gli storici definiscono, utilizzando una categoria assai dibattuta, “salafiyya”. In questa tesi l’attenzione cade sui problemi concernenti quest’ultima classificazione, sulle origini di quel sentimento riformista in un autore che non si formò nel contesto europeo e che ebbe un’educazione tradizionale, sull’eredità che lasciò nel mondo intellettuale arabo dell’epoca e sull’eventuale influenza che la Massoneria – un aspetto a cui spesso non viene data la giusta rilevanza nelle analisi storiche del mondo arabo – ebbe in questo processo. Dopo la ricostruzione del profilo intellettuale e biografico di al-Qāsimī, che permette di conoscere e contestualizzare il personaggio, nella prima parte ci si occupa specificamente degli autori, passati e contemporanei, che potrebbero aver ispirato Jamāl al-Dīn nella sua formulazione, interrogandosi successivamente sulla legittimità e sull’aderenza della categoria salafita all’autore damasceno. Nella seconda parte della dissertazione, si propone inoltre un’analisi del lascito dell’‘ālim siriano e della questione massonica, al fine di completare la ricostruzione critica del personaggio e delle vicende che lo caratterizzarono. File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
899447_tesiformatodacaricare.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.28 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.28 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/147809