Il presente elaborato nasce con lo scopo di osservare il rapporto di reciproco scambio fra lingua cantata e lingua parlata, ovvero come il naturale processo di cambiamento nella lingua italiana si ripercuota costantemente nei testi delle canzoni lungo il corso della storia della musica contemporanea, e come – viceversa – la lingua delle canzoni lasci un’impronta nel nostro idioma attraverso un continuo flusso di neologismi, forestierismi e colloquialismi che spesso finiscono per entrare a far parte del vocabolario di tutti i giorni, grazie alla posizione privilegiata che la musica occupa nella sfera emotiva di chi la ascolta, influenzandone – di conseguenza – anche il parlato. Per fare ciò, si è deciso di analizzare un corpus di canzoni passate e presenti in ottica comparativa, focalizzandosi sullo stile di scrittura delle numerose tipologie di canzoni che si sono susseguite dagli anni Trenta fino a oggi, procedendo in ordine cronologico: nel primo capitolo si è presa in esame la maniera di scrivere tipica della canzone fascista e della canzonetta sentimentale, la svolta rappresentata dall’arrivo dei cantautori, fino al dilagare della musica indipendente e della trap; è proprio su questi due ultimi fenomeni musicali del secondo millennio che si focalizza il secondo capitolo, che ne analizza le origini e la ascesa in cima alle classifiche di ascolti delle nuove generazioni, insieme alle specifiche caratteristiche linguistiche che denotano entrambi gli stili; infine, il terzo capitolo si incentra sulla tendenza al citazionismo che contraddistingue la maggior parte dei brani indie e trap, così come molta della produzione di epoca post-moderna più in generale, evidenziando le fonti principali dalle quali gli artisti attingono per la scrittura dei propri testi attraverso l’analisi linguistica di una selezione di brani particolarmente significativi per la quantità, la tipologia e la modalità di utilizzo dell’intertestualità. In tal senso, il personaggio mascherato di M¥SS KETA – trattato nell’ultima parte della tesi – rappresenta un unicum estremamente interessante per il suo modo del tutto peculiare di adottare riferimenti basati su un certo spaccato di vita del microcosmo della Milano da Bere, facendo contemporaneamente ricorso a riferimenti letterari, cinematografici, musicali e filosofici, uniti al distacco ironico e al nonsenso tipici della nuova canzone pop e d’autore degli anni Duemila.
Cantami o Divo: l'italiano di ieri e di oggi dalla canzone fascista al fenomeno M¥SS KETA
PILEGGI, MARTA ANGELA
2023/2024
Abstract
Il presente elaborato nasce con lo scopo di osservare il rapporto di reciproco scambio fra lingua cantata e lingua parlata, ovvero come il naturale processo di cambiamento nella lingua italiana si ripercuota costantemente nei testi delle canzoni lungo il corso della storia della musica contemporanea, e come – viceversa – la lingua delle canzoni lasci un’impronta nel nostro idioma attraverso un continuo flusso di neologismi, forestierismi e colloquialismi che spesso finiscono per entrare a far parte del vocabolario di tutti i giorni, grazie alla posizione privilegiata che la musica occupa nella sfera emotiva di chi la ascolta, influenzandone – di conseguenza – anche il parlato. Per fare ciò, si è deciso di analizzare un corpus di canzoni passate e presenti in ottica comparativa, focalizzandosi sullo stile di scrittura delle numerose tipologie di canzoni che si sono susseguite dagli anni Trenta fino a oggi, procedendo in ordine cronologico: nel primo capitolo si è presa in esame la maniera di scrivere tipica della canzone fascista e della canzonetta sentimentale, la svolta rappresentata dall’arrivo dei cantautori, fino al dilagare della musica indipendente e della trap; è proprio su questi due ultimi fenomeni musicali del secondo millennio che si focalizza il secondo capitolo, che ne analizza le origini e la ascesa in cima alle classifiche di ascolti delle nuove generazioni, insieme alle specifiche caratteristiche linguistiche che denotano entrambi gli stili; infine, il terzo capitolo si incentra sulla tendenza al citazionismo che contraddistingue la maggior parte dei brani indie e trap, così come molta della produzione di epoca post-moderna più in generale, evidenziando le fonti principali dalle quali gli artisti attingono per la scrittura dei propri testi attraverso l’analisi linguistica di una selezione di brani particolarmente significativi per la quantità, la tipologia e la modalità di utilizzo dell’intertestualità. In tal senso, il personaggio mascherato di M¥SS KETA – trattato nell’ultima parte della tesi – rappresenta un unicum estremamente interessante per il suo modo del tutto peculiare di adottare riferimenti basati su un certo spaccato di vita del microcosmo della Milano da Bere, facendo contemporaneamente ricorso a riferimenti letterari, cinematografici, musicali e filosofici, uniti al distacco ironico e al nonsenso tipici della nuova canzone pop e d’autore degli anni Duemila.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/147769