Tra il VII e il V secolo a.C. nell’area medio-adriatica preromana si assiste a una produzione di sculture antropomorfe in pietra, sia su stele che a tutto tondo. Il territorio interessato corrisponde, con ampia approssimazione, a quello occupato dalle attuali regioni Marche e Abruzzo, delimitato a ovest dall’Appennino e a est dal mare Adriatico mentre più incerta è l’individuazione del confine settentrionale e di quello meridionale. La zona ospitava varie popolazioni la cui derivazione etnica originaria viene ricondotta dalla storiografia antica preminentemente agli Umbri o i Sabini. I gruppi limitrofi erano comunque numerosi e variegati, annoverando tra gli altri anche i Vestini, i Marrucini, i Pretuzi e, in particolare, i Piceni. Proprio in considerazione del composito panorama etnico, pare riduttiva la definizione tradizionale di ‘cultura picena’ adottata per l’intera area, in quanto non tiene conto della pluralità di elaborazioni e apporti, provenienti da ambiti culturali diversi anche se contigui, così che l’indicazione di cultura medio-adriatica sembra meglio attagliarsi alla specifica facies culturale. Resta comunque il fatto che la probabile origine comune delle varie popolazioni e le influenze reciproche hanno creato, nello specifico ambito territoriale, una coesione sedimentata che ha dato vita a un’espressione culturale riconoscibile e distinta, nel suo complesso, sia da quella latina sia da quella etrusca che, nel medesimo periodo, fiorirono nel centro della penisola italica. Frutto di questo particolare ambiente fu, in particolare, la statuaria antropomorfa in pietra della quale viene proposto un esame, sia tipologico sia diacronico, con riferimento alle caratteristiche materiali e stilistiche riflesse nelle opere sino a oggi rinvenute. È riservata attenzione anche alle circostanze dei loro ritrovamenti e ai principali studi a esse dedicati. Vengono poi considerate anche le testimonianze epigrafiche che, incise su alcune delle sculture nonché su altri supporti, pur nella loro difficoltà interpretativa forniscono elementi determinanti, rivelatori di una comunicazione pubblica da leggere congiuntamente a quanto espresso dalla produzione statuaria. L’intento complessivo dell’analisi è infatti quello di cogliere gli aspetti dei diversi contesti sociali e politici in cui le singole opere sono state create e dei quali esse sono manifestazione. Pur circoscrivendo l’esame all’obiettivo indicato, entrano comunque in gioco i rapporti con le altre influenze culturali determinanti in ambito italico, con particolare riguardo a quella greca e quella etrusca, al fine di verificare l'originalità dell’espressione artistica medio-adriatica e la sua peculiarità sia di stile sia di contenuti espressivi. Nella medesima prospettiva, l’analisi si estende anche all’interazione tra l'esperienza scultorea italica e quella dell'area centro-europea, limitatamente alle affinità evidenti riscontrabili tra le due.

Le sculture antropomorfe in pietra nell’area medio-adriatica preromana

LATINI, SERENA
2023/2024

Abstract

Tra il VII e il V secolo a.C. nell’area medio-adriatica preromana si assiste a una produzione di sculture antropomorfe in pietra, sia su stele che a tutto tondo. Il territorio interessato corrisponde, con ampia approssimazione, a quello occupato dalle attuali regioni Marche e Abruzzo, delimitato a ovest dall’Appennino e a est dal mare Adriatico mentre più incerta è l’individuazione del confine settentrionale e di quello meridionale. La zona ospitava varie popolazioni la cui derivazione etnica originaria viene ricondotta dalla storiografia antica preminentemente agli Umbri o i Sabini. I gruppi limitrofi erano comunque numerosi e variegati, annoverando tra gli altri anche i Vestini, i Marrucini, i Pretuzi e, in particolare, i Piceni. Proprio in considerazione del composito panorama etnico, pare riduttiva la definizione tradizionale di ‘cultura picena’ adottata per l’intera area, in quanto non tiene conto della pluralità di elaborazioni e apporti, provenienti da ambiti culturali diversi anche se contigui, così che l’indicazione di cultura medio-adriatica sembra meglio attagliarsi alla specifica facies culturale. Resta comunque il fatto che la probabile origine comune delle varie popolazioni e le influenze reciproche hanno creato, nello specifico ambito territoriale, una coesione sedimentata che ha dato vita a un’espressione culturale riconoscibile e distinta, nel suo complesso, sia da quella latina sia da quella etrusca che, nel medesimo periodo, fiorirono nel centro della penisola italica. Frutto di questo particolare ambiente fu, in particolare, la statuaria antropomorfa in pietra della quale viene proposto un esame, sia tipologico sia diacronico, con riferimento alle caratteristiche materiali e stilistiche riflesse nelle opere sino a oggi rinvenute. È riservata attenzione anche alle circostanze dei loro ritrovamenti e ai principali studi a esse dedicati. Vengono poi considerate anche le testimonianze epigrafiche che, incise su alcune delle sculture nonché su altri supporti, pur nella loro difficoltà interpretativa forniscono elementi determinanti, rivelatori di una comunicazione pubblica da leggere congiuntamente a quanto espresso dalla produzione statuaria. L’intento complessivo dell’analisi è infatti quello di cogliere gli aspetti dei diversi contesti sociali e politici in cui le singole opere sono state create e dei quali esse sono manifestazione. Pur circoscrivendo l’esame all’obiettivo indicato, entrano comunque in gioco i rapporti con le altre influenze culturali determinanti in ambito italico, con particolare riguardo a quella greca e quella etrusca, al fine di verificare l'originalità dell’espressione artistica medio-adriatica e la sua peculiarità sia di stile sia di contenuti espressivi. Nella medesima prospettiva, l’analisi si estende anche all’interazione tra l'esperienza scultorea italica e quella dell'area centro-europea, limitatamente alle affinità evidenti riscontrabili tra le due.
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