Marijuana is the oldest and most integrated psychoactive substance in human evolutionary history. The methods of use varied overtime, from being conceived as a fibre for fabrics, tools, fishing nets, to then be defined as "sacred” substance, due to the psychedelic and medicative properties attributed to it during sacred rituals of multiple cross cultures. Its calming and analgesic properties lead to consider Marijuana equivalent to medical drugs. This belief sparked the interest to conduct this analysis. The aim is to investigate and understand the link between this substance and human psychopathological suffering, in particular schizophrenia. Cannabis is often used and seen by patients as self-medication to alleviate dysphoric and unmanageable feelings. However, the use of cannabis to deescalate from psychotic states in schizophrenic individuals, proves to be harmful since cannabis amplifies positive symptoms, such as delusions and hallucinations, ultimately exposing the person to greater suffering for themselves, but also for others. In fact, according to the studies considered in this work, cannabis could alter the brain circuits involved in the management of impulsivity, contributing to the risk of a switch to the violent act in pandering to a delusional will. The underlying problem remains to decipher the direction of the relationship. Is it the pathology that predisposes the subject to the use of the substance, or is it cannabis that contributes to the onset of schizophrenia? What influence do variables have on the risk of violence? These questions have yet to be resolved, but scientific research is increasingly focusing on individual, genetic, biological, historical and dynamic factors in an attempt to grasp the complexity of this topic.

La marijuana si prefigura come la sostanza psicoattiva più antica e integrata nella storia evolutiva umana. Le modalità di utilizzo che assume nel tempo varia dall'essere concepita come fibra per tessuti, utensili, reti da pesca, per poi essere declinata in sostanza 'sacra' per le proprietà psichedeliche e medicative ad essa attribuita durante riti sacri di più culture, in modo trasversale. Le sue proprietà calmanti e analgesiche hanno fatto si che venisse considerata al pari di un medicinale ed è questo il nodo cruciale che muove l'interesse per lo studio volto a comprendere l'interazione di questa sostanza con la sofferenza psicopatologica umana e, in particolare, con la schizofrenia. Il filo logico che lega schizofrenia e cannabis vede l'ipotesi dell'automedicazione come una sorta di ricerca dell'alleviamento da sensazioni disforiche e ingestibili nel ricorso alla sostanza. In questo caso, per gli individui schizofrenici che ricorrono all'uso di cannabis per calmarsi da stati psicotici, si rivela però un intento dannoso poiché, in realtà, la cannabis amplifica sintomi positivi, come deliri e allucinazioni, esponendo la persona a maggior rischio di sofferenza per sé stessa, ma anche per gli altri. Infatti, secondo gli studi considerati in questo lavoro, la cannabis potrebbe alterare i circuiti cerebrali coinvolti nella gestione dell'impulsività, contribuendo al rischio di un passaggio all'atto violento nell'assecondare una volontà delirante. Il problema di fondo dietro queste interazioni rimane quello di decifrare la direzione del rapporto, quindi: è la patologia che predispone il soggetto verso l'uso della sostanza, oppure è la cannabis a contribuire all'insorgenza della schizofrenia? Che influenza hanno le variabili sul rischio di violenza? La questione, dal punto di vista scientifico, è ancora aperta; l'ostacolo più grande rimane ancorato alla difficoltà di isolare i fattori di confusione; tuttavia, la ricerca sul tema si sta sempre più focalizzando rispetto l'osservazione fattori individuali, genetici, biologici, storici e dinamici nel tentativo di cogliere la complessità di questo argomento.

Cannabis, schizofrenia, violenza: interazioni unidirezionali?

CECCHINI, SARA
2022/2023

Abstract

La marijuana si prefigura come la sostanza psicoattiva più antica e integrata nella storia evolutiva umana. Le modalità di utilizzo che assume nel tempo varia dall'essere concepita come fibra per tessuti, utensili, reti da pesca, per poi essere declinata in sostanza 'sacra' per le proprietà psichedeliche e medicative ad essa attribuita durante riti sacri di più culture, in modo trasversale. Le sue proprietà calmanti e analgesiche hanno fatto si che venisse considerata al pari di un medicinale ed è questo il nodo cruciale che muove l'interesse per lo studio volto a comprendere l'interazione di questa sostanza con la sofferenza psicopatologica umana e, in particolare, con la schizofrenia. Il filo logico che lega schizofrenia e cannabis vede l'ipotesi dell'automedicazione come una sorta di ricerca dell'alleviamento da sensazioni disforiche e ingestibili nel ricorso alla sostanza. In questo caso, per gli individui schizofrenici che ricorrono all'uso di cannabis per calmarsi da stati psicotici, si rivela però un intento dannoso poiché, in realtà, la cannabis amplifica sintomi positivi, come deliri e allucinazioni, esponendo la persona a maggior rischio di sofferenza per sé stessa, ma anche per gli altri. Infatti, secondo gli studi considerati in questo lavoro, la cannabis potrebbe alterare i circuiti cerebrali coinvolti nella gestione dell'impulsività, contribuendo al rischio di un passaggio all'atto violento nell'assecondare una volontà delirante. Il problema di fondo dietro queste interazioni rimane quello di decifrare la direzione del rapporto, quindi: è la patologia che predispone il soggetto verso l'uso della sostanza, oppure è la cannabis a contribuire all'insorgenza della schizofrenia? Che influenza hanno le variabili sul rischio di violenza? La questione, dal punto di vista scientifico, è ancora aperta; l'ostacolo più grande rimane ancorato alla difficoltà di isolare i fattori di confusione; tuttavia, la ricerca sul tema si sta sempre più focalizzando rispetto l'osservazione fattori individuali, genetici, biologici, storici e dinamici nel tentativo di cogliere la complessità di questo argomento.
ITA
Marijuana is the oldest and most integrated psychoactive substance in human evolutionary history. The methods of use varied overtime, from being conceived as a fibre for fabrics, tools, fishing nets, to then be defined as "sacred” substance, due to the psychedelic and medicative properties attributed to it during sacred rituals of multiple cross cultures. Its calming and analgesic properties lead to consider Marijuana equivalent to medical drugs. This belief sparked the interest to conduct this analysis. The aim is to investigate and understand the link between this substance and human psychopathological suffering, in particular schizophrenia. Cannabis is often used and seen by patients as self-medication to alleviate dysphoric and unmanageable feelings. However, the use of cannabis to deescalate from psychotic states in schizophrenic individuals, proves to be harmful since cannabis amplifies positive symptoms, such as delusions and hallucinations, ultimately exposing the person to greater suffering for themselves, but also for others. In fact, according to the studies considered in this work, cannabis could alter the brain circuits involved in the management of impulsivity, contributing to the risk of a switch to the violent act in pandering to a delusional will. The underlying problem remains to decipher the direction of the relationship. Is it the pathology that predisposes the subject to the use of the substance, or is it cannabis that contributes to the onset of schizophrenia? What influence do variables have on the risk of violence? These questions have yet to be resolved, but scientific research is increasingly focusing on individual, genetic, biological, historical and dynamic factors in an attempt to grasp the complexity of this topic.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147562