The great acceleration of technoscientific innovation in the 20th century has led to a radical shift in the socio-political-economic landscape of the Western countries and, alongside, in the relationship between humans and technologies, demanding a revision of the traditional definitions of "Man", "subject" and "life." In the era of bioengineering and information revolution, both the conceptual and material boundaries between "natural" and "artificial" blur and question many other conceptual dichotomies typical of modern thought. Cyborgs step out of the pages of novels and off the movie screens to inhabit reality. As Bruce Sterling's famous cyberpunk maxim asserts, technology penetrates "under our skin" and "into our minds." Posthumanism, meant as philosophical knowledge, observes the symptoms of this epochal change and proposes new paradigms for interpreting the human being, starting from the hybridizing relationship with its otherness (technological, animal, environmental). In this scenario, the figure of the cyborg emerges as a living metaphor that questions the new human experience of body, identity, space, and relationship. Donna Haraway stated in 1985, "the cyborg is our ontology, it gives us our politics." This work explores the "posthuman condition," starting with an analysis of the genesis and development of posthumanist thought and its theoretical consequences, developed in the first chapter; afterwords, it focuses on the figure of the cyborg, considered to be central to a discourse on the posthuman, in its ontological, social, political, and symbolic implications. The second chapter traces the cyborg evolution in imagination and history, with particular attention to its connection with the capitalist system. The third and final chapter is dedicated to a reflection on the emancipatory potential of the cyborg as a metaphor and as an embodied experience. Throughout the discussion, philosophical theory intertwines with a constant look at the history of imagination, social changes, underground cultures, and science fiction narratives, following an essential approach to investigate the cyborg subjectivity in its multifaceted nature.

La grande accelerazione dell’innovazione tecnoscientifica nel corso del XX secolo ha determinato una radicale svolta nell’assetto socio-politico-economico occidentale e, in generale, nella relazione tra esseri umani e tecnologie, tale da rendere necessaria una revisione delle tradizionali definizioni di “Uomo”, “soggetto”, “vita”. Nell’epoca della bioingegneria e della rivoluzione informatica, infatti, i confini concettuali e materiali tra “naturale” e “artificiale” cedono e innescano la crisi di molte altre dicotomie concettuali tipiche del pensiero moderno. I cyborg escono dalle pagine dei romanzi e dagli schermi cinematografici per abitare la realtà. La tecnologia, come afferma la massima cyberpunk di Bruce Sterling, penetra “sotto la nostra pelle” e “dentro le nostre menti”. Il postumanesimo come sapere filosofico rileva i sintomi di questo cambiamento epocale e propone nuovi paradigmi di interpretazione dell’essere umano, a partire soprattutto dal rapporto ibridativo con le sue alterità (tecnologiche, animali, ambientali). In questo scenario, la figura del cyborg si presenta come metafora viva che interroga l’inedita esperienza umana del corpo, dell’identità, dello spazio, della relazione. Donna Haraway afferma così nel 1985: “il cyborg è la nostra ontologia, ci dà la nostra politica”. Questo lavoro traccia un itinerario di esplorazione della “condizione postumana” a partire da un’analisi di genesi e sviluppo del pensiero postumanista e delle sue conseguenze teoriche, sviluppata nel primo capitolo, per poi concentrarsi sulla figura del cyborg, ritenuta centrale per un discorso sul postumano, nelle sue implicazioni ontologiche, sociali, politiche e simboliche. Il secondo capitolo ne ripercorre l’evoluzione nell’immaginario e nella storia, con una particolare attenzione al nesso con il sistema capitalista; il terzo e ultimo capitolo è dedicato infine ad una riflessione sulle potenzialità emancipatrici del cyborg come metafora e come esperienza incarnata. Nel corso della trattazione la teoria filosofica si intreccia con uno sguardo costante alla storia dell’immaginario, ai mutamenti sociali, alle culture underground, alle narrazioni fantascientifiche, secondo un approccio irrinunciabile per indagare il soggetto cyborg contemporaneo nella sua poliedricità.

Esistenze cyborg. Un itinerario tra le possibilità del soggetto postumano

FISSORE, MARTA
2022/2023

Abstract

La grande accelerazione dell’innovazione tecnoscientifica nel corso del XX secolo ha determinato una radicale svolta nell’assetto socio-politico-economico occidentale e, in generale, nella relazione tra esseri umani e tecnologie, tale da rendere necessaria una revisione delle tradizionali definizioni di “Uomo”, “soggetto”, “vita”. Nell’epoca della bioingegneria e della rivoluzione informatica, infatti, i confini concettuali e materiali tra “naturale” e “artificiale” cedono e innescano la crisi di molte altre dicotomie concettuali tipiche del pensiero moderno. I cyborg escono dalle pagine dei romanzi e dagli schermi cinematografici per abitare la realtà. La tecnologia, come afferma la massima cyberpunk di Bruce Sterling, penetra “sotto la nostra pelle” e “dentro le nostre menti”. Il postumanesimo come sapere filosofico rileva i sintomi di questo cambiamento epocale e propone nuovi paradigmi di interpretazione dell’essere umano, a partire soprattutto dal rapporto ibridativo con le sue alterità (tecnologiche, animali, ambientali). In questo scenario, la figura del cyborg si presenta come metafora viva che interroga l’inedita esperienza umana del corpo, dell’identità, dello spazio, della relazione. Donna Haraway afferma così nel 1985: “il cyborg è la nostra ontologia, ci dà la nostra politica”. Questo lavoro traccia un itinerario di esplorazione della “condizione postumana” a partire da un’analisi di genesi e sviluppo del pensiero postumanista e delle sue conseguenze teoriche, sviluppata nel primo capitolo, per poi concentrarsi sulla figura del cyborg, ritenuta centrale per un discorso sul postumano, nelle sue implicazioni ontologiche, sociali, politiche e simboliche. Il secondo capitolo ne ripercorre l’evoluzione nell’immaginario e nella storia, con una particolare attenzione al nesso con il sistema capitalista; il terzo e ultimo capitolo è dedicato infine ad una riflessione sulle potenzialità emancipatrici del cyborg come metafora e come esperienza incarnata. Nel corso della trattazione la teoria filosofica si intreccia con uno sguardo costante alla storia dell’immaginario, ai mutamenti sociali, alle culture underground, alle narrazioni fantascientifiche, secondo un approccio irrinunciabile per indagare il soggetto cyborg contemporaneo nella sua poliedricità.
ITA
The great acceleration of technoscientific innovation in the 20th century has led to a radical shift in the socio-political-economic landscape of the Western countries and, alongside, in the relationship between humans and technologies, demanding a revision of the traditional definitions of "Man", "subject" and "life." In the era of bioengineering and information revolution, both the conceptual and material boundaries between "natural" and "artificial" blur and question many other conceptual dichotomies typical of modern thought. Cyborgs step out of the pages of novels and off the movie screens to inhabit reality. As Bruce Sterling's famous cyberpunk maxim asserts, technology penetrates "under our skin" and "into our minds." Posthumanism, meant as philosophical knowledge, observes the symptoms of this epochal change and proposes new paradigms for interpreting the human being, starting from the hybridizing relationship with its otherness (technological, animal, environmental). In this scenario, the figure of the cyborg emerges as a living metaphor that questions the new human experience of body, identity, space, and relationship. Donna Haraway stated in 1985, "the cyborg is our ontology, it gives us our politics." This work explores the "posthuman condition," starting with an analysis of the genesis and development of posthumanist thought and its theoretical consequences, developed in the first chapter; afterwords, it focuses on the figure of the cyborg, considered to be central to a discourse on the posthuman, in its ontological, social, political, and symbolic implications. The second chapter traces the cyborg evolution in imagination and history, with particular attention to its connection with the capitalist system. The third and final chapter is dedicated to a reflection on the emancipatory potential of the cyborg as a metaphor and as an embodied experience. Throughout the discussion, philosophical theory intertwines with a constant look at the history of imagination, social changes, underground cultures, and science fiction narratives, following an essential approach to investigate the cyborg subjectivity in its multifaceted nature.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147538