This thesis offers an analysis of the traditional art of Japanese tattooing, horimono, as an example of the transformation of the sign within a society through its historical, social and religious evolution. The focus of the discussion is on the various aspects of an anthropological analysis of the tattoo and how its position and configuration within society has evolved over the centuries until it was relegated to a symbol of criminality and disregard for social norms. Horimono has a long tradition, it was born out of the need to express dissent towards the rigid social norms of ancient Japan; it became a source of pride among the marginalised social classes and is still also a symbol of dedication of the masters who made it. Within such interpretation, each finely decorated body becomes an integral part of a work that takes its inspiration from the artistic current of ukiyo-e, becoming a distinctive sign of various groups, including the hikeshi and the yakuza organisation. For such reasons, it was banned during the Meiji Restoration and it is still persecuted and forced to remain in the shadows due to the burden of negativity it takes on over time. It survives, nevertheless, thanks to the interest of foreign populations that occupied Japan in the contemporary era, of sailors, and of tourists who, fascinated by this tradition, still export its practices all over the world. It is a sign that creates individuality and distinction between the self and the other. The here gathered considered studies, the lived experiences, and the collection of information collected by interviews, are intended to place emphasis between the past and present of traditional Japanese tattooing and propose a reflection on the future of this artistic form that, although not legitimate in Japan, is seen as refined, singular, and eclectic in most of the non-Japanese world. It is difficult to imagine that in the homeland this will be recognised as a creative expression alike the other spheres of artistry. However it is necessary to emphasise that the new generations are beginning to reject the rigid Japanese cultural scheme, and tend to converge and recognise themselves in other descriptive models of the reality typical of the globalised north. The final intention of this work is to propose a constructive reflection on how, thanks to intervention and contact with other cultures, the art of horimono has survived within and developed outside Japan's rigid social structure.

In questa tesi viene presentata un’analisi dell’arte tradizionale del tatuaggio giapponese, horimono, come esempio di trasformazione del segno all’interno di una società attraverso la sua evoluzione storica, sociale e religiosa. Fulcro della trattazione è la riflessione sui diversi aspetti di un’analisi antropologica del tatuaggio e di come si sia evoluta nel corso dei secoli la sua posizione e configurazione all’interno della società fino ad essere relegato a simbolo di criminalità e disprezzo delle norme sociali. L’horimono ha una lunga tradizione e nasce per necessità di esprimere il proprio dissenso verso le rigide norme sociali dell’antico Giappone, diventa motivo di orgoglio presso le classi sociali emarginate dalla società ed è simbolo di dedizione dei maestri che lo realizzano. Ogni corpo viene finemente decorato e diventa parte integrante di un’opera che prende la propria ispirazione dalla corrente artistica dell’ukiyo-e, si trasforma in segno distintivo di vari gruppi, tra cui gli hikeshi e l’organizzazione della yakuza. Messo al bando durante la restaurazione Meiji è perseguitato e costretto a rimanere nell’ombra a causa del fardello di negatività che assume con il tempo. Sopravvive grazie all’interesse delle popolazioni straniere che occupano il Giappone nell’epoca contemporanea, dei marinai e dei turisti che affascinati da questa tradizione la esportano in tutto il mondo. E’ segno che crea individualità e distinzione tra il sé e l’altro. Partendo da una analisi che vede coinvolta la storia dell’evoluzione del tatuaggio giapponese, le norme sociali presenti nella contemporaneità, la definizione del sé e del gruppo all’interno della società nipponica e come sono strutturate le credenze religiose in questo paese e passando attraverso un’analisi tecnica e iconografica del tatuaggio tradizionale, delle sue origini, degli strumenti utilizzati per realizzarlo e del percorso attraverso cui si diventa horishi ci si soffermerà successivamente sulle motivazioni che spingono gli individui a tatuarsi e su alcuni gruppi che hanno fatto dell’horimono il loro simbolo di riconoscimento. Raccogliendo gli esiti di interviste fatte a tatuatori che sono entrati in contatto con questa realtà, individui appartenenti alla comunità giapponese e autori che si sono occupati dell’argomento si cercherà di riflettere sulle cause che spingono a scegliere di trasformare il proprio corpo in altro da sé e che allo stesso tempo portano la società ad adoperarsi per costruire significati che creano distinzione tra il sé e l’altro. Gli studi presi in considerazione, le esperienze vissute e la raccolta di informazioni tramite le interviste intendono porre un accento al fine di predisporre una riflessione sul futuro di questa forma d’arte ancora oggi non riconosciuta legittima in Giappone ma considerata raffinata, singolare ed eclettica dal resto del mondo. E’ difficile riuscire a immaginare che nella terra natia sarà riconosciuta al pari delle altre sfere artigianali ma è necessario sottolineare che le nuove generazioni stanno iniziando a rifiutare il rigido schema culturale giapponese finendo per riconoscersi in altri modelli del nord globalizzato. L’intento finale è quello di porre una riflessione positiva su come più volte grazie all’intervento e al contatto di altre culture l’arte dell’horimono sia sopravvissuta all’interno e all’esterno della rigida struttura sociale del Giappone.

Yùgen: Il fascino di ciò che è in penombra. Un’analisi sociale del tatuaggio tradizionale giapponese ​

FERRARA, GIANLUCA
2022/2023

Abstract

In questa tesi viene presentata un’analisi dell’arte tradizionale del tatuaggio giapponese, horimono, come esempio di trasformazione del segno all’interno di una società attraverso la sua evoluzione storica, sociale e religiosa. Fulcro della trattazione è la riflessione sui diversi aspetti di un’analisi antropologica del tatuaggio e di come si sia evoluta nel corso dei secoli la sua posizione e configurazione all’interno della società fino ad essere relegato a simbolo di criminalità e disprezzo delle norme sociali. L’horimono ha una lunga tradizione e nasce per necessità di esprimere il proprio dissenso verso le rigide norme sociali dell’antico Giappone, diventa motivo di orgoglio presso le classi sociali emarginate dalla società ed è simbolo di dedizione dei maestri che lo realizzano. Ogni corpo viene finemente decorato e diventa parte integrante di un’opera che prende la propria ispirazione dalla corrente artistica dell’ukiyo-e, si trasforma in segno distintivo di vari gruppi, tra cui gli hikeshi e l’organizzazione della yakuza. Messo al bando durante la restaurazione Meiji è perseguitato e costretto a rimanere nell’ombra a causa del fardello di negatività che assume con il tempo. Sopravvive grazie all’interesse delle popolazioni straniere che occupano il Giappone nell’epoca contemporanea, dei marinai e dei turisti che affascinati da questa tradizione la esportano in tutto il mondo. E’ segno che crea individualità e distinzione tra il sé e l’altro. Partendo da una analisi che vede coinvolta la storia dell’evoluzione del tatuaggio giapponese, le norme sociali presenti nella contemporaneità, la definizione del sé e del gruppo all’interno della società nipponica e come sono strutturate le credenze religiose in questo paese e passando attraverso un’analisi tecnica e iconografica del tatuaggio tradizionale, delle sue origini, degli strumenti utilizzati per realizzarlo e del percorso attraverso cui si diventa horishi ci si soffermerà successivamente sulle motivazioni che spingono gli individui a tatuarsi e su alcuni gruppi che hanno fatto dell’horimono il loro simbolo di riconoscimento. Raccogliendo gli esiti di interviste fatte a tatuatori che sono entrati in contatto con questa realtà, individui appartenenti alla comunità giapponese e autori che si sono occupati dell’argomento si cercherà di riflettere sulle cause che spingono a scegliere di trasformare il proprio corpo in altro da sé e che allo stesso tempo portano la società ad adoperarsi per costruire significati che creano distinzione tra il sé e l’altro. Gli studi presi in considerazione, le esperienze vissute e la raccolta di informazioni tramite le interviste intendono porre un accento al fine di predisporre una riflessione sul futuro di questa forma d’arte ancora oggi non riconosciuta legittima in Giappone ma considerata raffinata, singolare ed eclettica dal resto del mondo. E’ difficile riuscire a immaginare che nella terra natia sarà riconosciuta al pari delle altre sfere artigianali ma è necessario sottolineare che le nuove generazioni stanno iniziando a rifiutare il rigido schema culturale giapponese finendo per riconoscersi in altri modelli del nord globalizzato. L’intento finale è quello di porre una riflessione positiva su come più volte grazie all’intervento e al contatto di altre culture l’arte dell’horimono sia sopravvissuta all’interno e all’esterno della rigida struttura sociale del Giappone.
ITA
This thesis offers an analysis of the traditional art of Japanese tattooing, horimono, as an example of the transformation of the sign within a society through its historical, social and religious evolution. The focus of the discussion is on the various aspects of an anthropological analysis of the tattoo and how its position and configuration within society has evolved over the centuries until it was relegated to a symbol of criminality and disregard for social norms. Horimono has a long tradition, it was born out of the need to express dissent towards the rigid social norms of ancient Japan; it became a source of pride among the marginalised social classes and is still also a symbol of dedication of the masters who made it. Within such interpretation, each finely decorated body becomes an integral part of a work that takes its inspiration from the artistic current of ukiyo-e, becoming a distinctive sign of various groups, including the hikeshi and the yakuza organisation. For such reasons, it was banned during the Meiji Restoration and it is still persecuted and forced to remain in the shadows due to the burden of negativity it takes on over time. It survives, nevertheless, thanks to the interest of foreign populations that occupied Japan in the contemporary era, of sailors, and of tourists who, fascinated by this tradition, still export its practices all over the world. It is a sign that creates individuality and distinction between the self and the other. The here gathered considered studies, the lived experiences, and the collection of information collected by interviews, are intended to place emphasis between the past and present of traditional Japanese tattooing and propose a reflection on the future of this artistic form that, although not legitimate in Japan, is seen as refined, singular, and eclectic in most of the non-Japanese world. It is difficult to imagine that in the homeland this will be recognised as a creative expression alike the other spheres of artistry. However it is necessary to emphasise that the new generations are beginning to reject the rigid Japanese cultural scheme, and tend to converge and recognise themselves in other descriptive models of the reality typical of the globalised north. The final intention of this work is to propose a constructive reflection on how, thanks to intervention and contact with other cultures, the art of horimono has survived within and developed outside Japan's rigid social structure.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147501