I diversi moduli orari della scuola primaria hanno attirato a lungo l’attenzione della comunità scientifica per loro opportunità formative, coinvolgendo anche le famiglie, soprattutto perché essi costituiscono una soluzione alle loro esigenze lavorative e organizzative. Nato nel 1971, il tempo pieno fu influenzato dai grandi rivolgimenti sociali e culturali che coinvolgevano l’intera società in quegli anni e trasse alimento dal grande fervore pedagogico che investì la scuola dopo il ’68. Fu palestra di sperimentazioni di grande qualità e rappresentò uno dei luoghi di crescita più democratica e rimescolamento sociale più significativi. «Più parlo più trovo le parole», disse un ragazzo di Brindisi che era stato bocciato due volte alle elementari e trovò ascolto e imparò a praticare il dialogo in una delle prime scuole a tempo pieno che stavano nascendo a Torino. L’esempio citato ci permette di introdurre il tema oggetto di questa tesi, ovvero la discrepanza tra Nord e Sud nell’offerta del tempo pieno, notoriamente inferiore al Sud dove una realtà socioeconomica più svantaggiata si accompagna ad una maggiore povertà educativa. La diffusione del tempo pieno potrebbe, invece, compensare alcune delle lacune sul piano sociale che affiggono quest’area del Paese, rappresentando una chiave di svolta per la sua crescita civile oltre che economica. Il tempo pieno fornisce più ore di istruzione, una variabilità di insegnanti, la possibilità di sperimentare attività laboratoriali ed extracurricolari per apprendere in modo più significativo e quindi, la sua mancata attuazione in alcune regioni lede il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione Italiana del 1948, che nell’art. 34 consacra il diritto all’istruzione introducendo il principio secondo cui “la scuola è aperta a tutti” e “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Il tempo pieno scuola potrebbe essere considerata come una politica egualizzante poiché fornirebbe pari opportunità riducendo le disuguaglianze e i divari esistenti tra Nord e Sud Italia. Introducendo il tempo pieno in tutte le aree del Paese, all’interno di questo elaborato, si sosterrà la tesi secondo cui nessun bambino si troverebbe indietro e con meno opportunità formative rispetto ad un altro. Prevenire la povertà educativa, in questa sede, significa agire fin dalla prima infanzia, introducendo tutto ciò che è necessario per avviare una vera e propria trasformazione dell’intero sistema scolastico. In collaborazione con l’Associazione ISTORETO, è stata proposta un’indagine quantitativa rivolta ai docenti del territorio torinese di cui la scrivente ha analizzato i dati durante l’esperienza del tirocinio formativo. Da qui nasce l’interesse rispetto il tempo pieno, concetto a cui è stato dedicato un ampio spazio all’interno del questionario.

IL TEMPO PIENO SCUOLA: UNA POLITICA EDUCATIVA O UNA POLITICA SOCIALE? L’INCONTRO TRA DUE RICERCHE QUANTITATIVE NELL’AMBITO DELLE POLITICHE SCOLASTICHE

MILICI, FRANCESCA MARIA
2022/2023

Abstract

I diversi moduli orari della scuola primaria hanno attirato a lungo l’attenzione della comunità scientifica per loro opportunità formative, coinvolgendo anche le famiglie, soprattutto perché essi costituiscono una soluzione alle loro esigenze lavorative e organizzative. Nato nel 1971, il tempo pieno fu influenzato dai grandi rivolgimenti sociali e culturali che coinvolgevano l’intera società in quegli anni e trasse alimento dal grande fervore pedagogico che investì la scuola dopo il ’68. Fu palestra di sperimentazioni di grande qualità e rappresentò uno dei luoghi di crescita più democratica e rimescolamento sociale più significativi. «Più parlo più trovo le parole», disse un ragazzo di Brindisi che era stato bocciato due volte alle elementari e trovò ascolto e imparò a praticare il dialogo in una delle prime scuole a tempo pieno che stavano nascendo a Torino. L’esempio citato ci permette di introdurre il tema oggetto di questa tesi, ovvero la discrepanza tra Nord e Sud nell’offerta del tempo pieno, notoriamente inferiore al Sud dove una realtà socioeconomica più svantaggiata si accompagna ad una maggiore povertà educativa. La diffusione del tempo pieno potrebbe, invece, compensare alcune delle lacune sul piano sociale che affiggono quest’area del Paese, rappresentando una chiave di svolta per la sua crescita civile oltre che economica. Il tempo pieno fornisce più ore di istruzione, una variabilità di insegnanti, la possibilità di sperimentare attività laboratoriali ed extracurricolari per apprendere in modo più significativo e quindi, la sua mancata attuazione in alcune regioni lede il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione Italiana del 1948, che nell’art. 34 consacra il diritto all’istruzione introducendo il principio secondo cui “la scuola è aperta a tutti” e “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Il tempo pieno scuola potrebbe essere considerata come una politica egualizzante poiché fornirebbe pari opportunità riducendo le disuguaglianze e i divari esistenti tra Nord e Sud Italia. Introducendo il tempo pieno in tutte le aree del Paese, all’interno di questo elaborato, si sosterrà la tesi secondo cui nessun bambino si troverebbe indietro e con meno opportunità formative rispetto ad un altro. Prevenire la povertà educativa, in questa sede, significa agire fin dalla prima infanzia, introducendo tutto ciò che è necessario per avviare una vera e propria trasformazione dell’intero sistema scolastico. In collaborazione con l’Associazione ISTORETO, è stata proposta un’indagine quantitativa rivolta ai docenti del territorio torinese di cui la scrivente ha analizzato i dati durante l’esperienza del tirocinio formativo. Da qui nasce l’interesse rispetto il tempo pieno, concetto a cui è stato dedicato un ampio spazio all’interno del questionario.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147495