Questa tesi si prefigge l’obiettivo di ricostruire la parabola storica ed intellettuale dello sciamanesimo. Scrivendo questa tesi, mi sono posto le seguenti domande: (1) come è stata introdotta l'espressione sciamanesimo nell'uso occidentale? (2) Come è cambiata nel tempo la percezione occidentale dello sciamanesimo? (3) perché lo sciamanesimo, che era oggetto di un interesse molto marginale, improvvisamente ha attirato l'attenzione negli anni '60 e '70 del XX secolo? Queste domande hanno definito il genere e il formato di questa tesi, che può essere descritta come "una storia intellettuale e culturale", trattando lo sciamanesimo sia come metafora sia come tecnica spirituale vivente, discutendo l'evoluzione della percezione occidentale dello sciamanesimo dal XVIII secolo ad oggi. Il presente lavoro intende porsi anche come una storia di quei ricercatori americani ed europei, per lo più studiosi, scrittori, esploratori, ricercatori spirituali accomunati da una varietà di atteggiamenti nei confronti dello sciamanesimo. Lo scopo dei prossimi capitoli è quello di esaminare questi punti di vista ed esperienze e di ricostruire i paesaggi storici, intellettuali e culturali che hanno influenzato il loro pensiero sugli sciamani e sullo sciamanesimo. Tenendo sempre ben presente il contesto storico, sociale e culturale in cui il discorso in analisi emerge, l’intento è quello di delineare la rete che si costruisce attorno al concetto di ‘sciamano’, seguendone le connessioni e le divergenze e osservando i nodi e le lacerazioni che di queste sono conseguenza. In questo modo è possibile avvicinarsi alla descrizione del tema considerato nella sua complessità, senza ricorrere a riduzioni e semplificazioni essenzializzanti. Per far ciò, i primi due capitoli questo lavoro seguiranno lo schema proposto dalla studiosa esperta di culture e tradizioni religiose siberiane R. Hamayon: secondo la ricercatrice francese, dal punto di vista storiografico lo studio sullo sciamanesimo siberiano può essere suddiviso in 3 gradi macro-fasi definitive rispettivamente (1) demonizzazione (2) medicalizzazione e infine (3) idealizzazione (Hamayon 1990; 1998; 2001; 2015). La prima fase sarebbe stata caratterizzata dall’azione dei religiosi ortodossi inviati nelle terre di Siberia per evangelizzare i nativi ed in seguito degli esploratori, geografi e scienziati inviati dagli zar per studiare e mappare le nuove terre orientali da colonizzare: i resoconti di questo periodo descrivono lo sciamano come un ingannatore al servizio del demonio anziché del vero dio. La seconda fase, oggetto del secondo capitolo, sarebbe invece caratterizzata dall’analisi psico-patologica dello sciamanesimo, basata sulle interpretazioni avanzate soprattutto da esuli politici che si trovarono a scontare l’esilio in Siberia, dove iniziarono ad osservare e raccogliere dati sulle popoli locali e a descrivere il comportamento dello sciamano osservato durante la rappresentazione rituale; infine, nella terza fase, avrebbe preso corpo una forma di reazione al precedente approccio medicalizzante del comportamento rituale dello sciamano: in questo stadio si sarebbe verificato un tentativo di riconciliazione tra la religione e la psicologia nella misura in cui la condizione psichica della trance diventa una forma di espressione religiosa, contribuendo alla riabilitazione dell’immagine dello sciamano, ora vista come una sorta di mistico a contatto con la natura. Per completezza, il terzo capitolo si riferirà allo

CONTINUITA' E DISCONTINUITA' DELLO SCIAMANESIMO: IL CASO DELLA SIBERIA ORIENTALE

SAVASTA, SIMONE
2022/2023

Abstract

Questa tesi si prefigge l’obiettivo di ricostruire la parabola storica ed intellettuale dello sciamanesimo. Scrivendo questa tesi, mi sono posto le seguenti domande: (1) come è stata introdotta l'espressione sciamanesimo nell'uso occidentale? (2) Come è cambiata nel tempo la percezione occidentale dello sciamanesimo? (3) perché lo sciamanesimo, che era oggetto di un interesse molto marginale, improvvisamente ha attirato l'attenzione negli anni '60 e '70 del XX secolo? Queste domande hanno definito il genere e il formato di questa tesi, che può essere descritta come "una storia intellettuale e culturale", trattando lo sciamanesimo sia come metafora sia come tecnica spirituale vivente, discutendo l'evoluzione della percezione occidentale dello sciamanesimo dal XVIII secolo ad oggi. Il presente lavoro intende porsi anche come una storia di quei ricercatori americani ed europei, per lo più studiosi, scrittori, esploratori, ricercatori spirituali accomunati da una varietà di atteggiamenti nei confronti dello sciamanesimo. Lo scopo dei prossimi capitoli è quello di esaminare questi punti di vista ed esperienze e di ricostruire i paesaggi storici, intellettuali e culturali che hanno influenzato il loro pensiero sugli sciamani e sullo sciamanesimo. Tenendo sempre ben presente il contesto storico, sociale e culturale in cui il discorso in analisi emerge, l’intento è quello di delineare la rete che si costruisce attorno al concetto di ‘sciamano’, seguendone le connessioni e le divergenze e osservando i nodi e le lacerazioni che di queste sono conseguenza. In questo modo è possibile avvicinarsi alla descrizione del tema considerato nella sua complessità, senza ricorrere a riduzioni e semplificazioni essenzializzanti. Per far ciò, i primi due capitoli questo lavoro seguiranno lo schema proposto dalla studiosa esperta di culture e tradizioni religiose siberiane R. Hamayon: secondo la ricercatrice francese, dal punto di vista storiografico lo studio sullo sciamanesimo siberiano può essere suddiviso in 3 gradi macro-fasi definitive rispettivamente (1) demonizzazione (2) medicalizzazione e infine (3) idealizzazione (Hamayon 1990; 1998; 2001; 2015). La prima fase sarebbe stata caratterizzata dall’azione dei religiosi ortodossi inviati nelle terre di Siberia per evangelizzare i nativi ed in seguito degli esploratori, geografi e scienziati inviati dagli zar per studiare e mappare le nuove terre orientali da colonizzare: i resoconti di questo periodo descrivono lo sciamano come un ingannatore al servizio del demonio anziché del vero dio. La seconda fase, oggetto del secondo capitolo, sarebbe invece caratterizzata dall’analisi psico-patologica dello sciamanesimo, basata sulle interpretazioni avanzate soprattutto da esuli politici che si trovarono a scontare l’esilio in Siberia, dove iniziarono ad osservare e raccogliere dati sulle popoli locali e a descrivere il comportamento dello sciamano osservato durante la rappresentazione rituale; infine, nella terza fase, avrebbe preso corpo una forma di reazione al precedente approccio medicalizzante del comportamento rituale dello sciamano: in questo stadio si sarebbe verificato un tentativo di riconciliazione tra la religione e la psicologia nella misura in cui la condizione psichica della trance diventa una forma di espressione religiosa, contribuendo alla riabilitazione dell’immagine dello sciamano, ora vista come una sorta di mistico a contatto con la natura. Per completezza, il terzo capitolo si riferirà allo
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