Capital buffers are designed to increase the resilience of the banking system by equipping banks with more stringent capital requirements. Indeed, the 2008 financial crisis raised many doubts about the regulatory measures introduced by the Basel framework to ensure sound and prudent risk management for banks. These uncertainties emerged mainly about the quality of capital placed to cover risks and possible losses, the level of liquidity and the phenomenon of procyclicality, as well as the presence of amplifying effects within the financial system, capable of further altering periods of stress in the financial system. Countering pro-cyclicality is the primary objective of counter-cyclical macro-prudential policies which, concurrently with the Basel Committee's goal of strengthening the minimum level of capital required of banks, led to the introduction of additional capital reserves, called "capital buffers". The aim of this analysis is therefore first to highlight the approaches that each country has taken in transposing these new measures, as well as the experience that has affected different national frameworks on the basis of so-called “guided discretion”. The second part focuses on the Bank of Italy's orientation in assessing the criteria and methodologies on which to base its decisions in the adoption on a voluntary basis, of the countercyclical capital buffer, which can be activated by each country through the monitoring of credit and the economy. This favours a useful comparison with the system of measures and indicators employed by Germany, which, unlike Italy, has decided to implement the countercyclical capital buffer. Finally, the third part focuses on the effects that the introduction of these capital instruments has had on the operations of banks, the conduct they have taken in order to implement them, and the impact on the quality of the banking system they address. The collection of this data is based on the information, publications and statistics that the main national and international authorities provide respectively within the national territory and within the framework of cooperation between the European central banks, in order to provide guidance and to update the decisions taken in the process of assessing the capital reserves.

I buffer di capitale nascono come strumenti finalizzati ad aumentare la resilienza del sistema bancario, attraverso la dotazione delle banche di requisiti patrimoniali basati su criteri più stringenti. La crisi finanziaria del 2008 ha infatti sollevato numerosi dubbi sulle misure regolamentari introdotte dal quadro di Basilea per garantire una sana e prudente gestione dei rischi cui le banche sono esposte. Tali incertezze sono emerse soprattutto circa la qualità del capitale posto a copertura dei rischi e delle possibili perdite, il livello di liquidità e il fenomeno della prociclicità, nonché la presenza di effetti amplificatori all’interno del sistema finanziario, capaci di alterare ulteriormente i periodi di stress di quest’ultimo. Il contrasto alla prociclicità è l’obiettivo primario delle politiche macroprudenziali anticicliche che, contestualmente all’obiettivo del Comitato di Basilea di rafforzare il livello minimo di capitale richiesto alle banche, ha portato all’introduzione di riserve di capitale aggiuntive, denominate “buffer di capitale”. L’obiettivo di questa analisi è quindi in primo luogo quello di evidenziare gli approcci che ciascun paese ha adottato nel recepimento di queste nuove misure, nonché l’esperienza che ha interessato i diversi quadri nazionali sulla base della cosiddetta “discrezionalità guidata”. La seconda parte si concentra sull’orientamento di Banca d’Italia nel valutare i criteri e le metodologie su cui basare le proprie decisioni nell’adozione su base volontaria, della riserva di capitale anticiclica, attivabile da ciascun paese attraverso il monitoraggio del credito e dell’economia. Questo favorisce un utile confronto con il sistema di misure e indicatori impiegati dalla Germania che, diversamente dall’Italia, ha deciso di implementare il buffer di capitale anticiclico. Infine, la terza parte si focalizza sugli effetti che l’introduzione di tali strumenti di capitale ha prodotto nell’ambito dell’operatività delle banche, delle condotte da esse assunte al fine del loro recepimento e l’impatto sulla qualità del sistema bancario cui si rivolgono. La raccolta di questi dati si basa sulle informazioni, pubblicazioni e statistiche che le principali autorità nazionali e internazionali, elargiscono rispettivamente nell’ambito del territorio nazionale e nel quadro di cooperazione tra le banche centrali europee, al fine di fornire indicazioni e curare l’aggiornamento delle decisioni adottate nel processo di valutazione delle riserve di capitale.

I buffer discrezionali di capitale in Europa: una verifica empirica

EINAUDI, MARTA
2023/2024

Abstract

I buffer di capitale nascono come strumenti finalizzati ad aumentare la resilienza del sistema bancario, attraverso la dotazione delle banche di requisiti patrimoniali basati su criteri più stringenti. La crisi finanziaria del 2008 ha infatti sollevato numerosi dubbi sulle misure regolamentari introdotte dal quadro di Basilea per garantire una sana e prudente gestione dei rischi cui le banche sono esposte. Tali incertezze sono emerse soprattutto circa la qualità del capitale posto a copertura dei rischi e delle possibili perdite, il livello di liquidità e il fenomeno della prociclicità, nonché la presenza di effetti amplificatori all’interno del sistema finanziario, capaci di alterare ulteriormente i periodi di stress di quest’ultimo. Il contrasto alla prociclicità è l’obiettivo primario delle politiche macroprudenziali anticicliche che, contestualmente all’obiettivo del Comitato di Basilea di rafforzare il livello minimo di capitale richiesto alle banche, ha portato all’introduzione di riserve di capitale aggiuntive, denominate “buffer di capitale”. L’obiettivo di questa analisi è quindi in primo luogo quello di evidenziare gli approcci che ciascun paese ha adottato nel recepimento di queste nuove misure, nonché l’esperienza che ha interessato i diversi quadri nazionali sulla base della cosiddetta “discrezionalità guidata”. La seconda parte si concentra sull’orientamento di Banca d’Italia nel valutare i criteri e le metodologie su cui basare le proprie decisioni nell’adozione su base volontaria, della riserva di capitale anticiclica, attivabile da ciascun paese attraverso il monitoraggio del credito e dell’economia. Questo favorisce un utile confronto con il sistema di misure e indicatori impiegati dalla Germania che, diversamente dall’Italia, ha deciso di implementare il buffer di capitale anticiclico. Infine, la terza parte si focalizza sugli effetti che l’introduzione di tali strumenti di capitale ha prodotto nell’ambito dell’operatività delle banche, delle condotte da esse assunte al fine del loro recepimento e l’impatto sulla qualità del sistema bancario cui si rivolgono. La raccolta di questi dati si basa sulle informazioni, pubblicazioni e statistiche che le principali autorità nazionali e internazionali, elargiscono rispettivamente nell’ambito del territorio nazionale e nel quadro di cooperazione tra le banche centrali europee, al fine di fornire indicazioni e curare l’aggiornamento delle decisioni adottate nel processo di valutazione delle riserve di capitale.
ITA
Capital buffers are designed to increase the resilience of the banking system by equipping banks with more stringent capital requirements. Indeed, the 2008 financial crisis raised many doubts about the regulatory measures introduced by the Basel framework to ensure sound and prudent risk management for banks. These uncertainties emerged mainly about the quality of capital placed to cover risks and possible losses, the level of liquidity and the phenomenon of procyclicality, as well as the presence of amplifying effects within the financial system, capable of further altering periods of stress in the financial system. Countering pro-cyclicality is the primary objective of counter-cyclical macro-prudential policies which, concurrently with the Basel Committee's goal of strengthening the minimum level of capital required of banks, led to the introduction of additional capital reserves, called "capital buffers". The aim of this analysis is therefore first to highlight the approaches that each country has taken in transposing these new measures, as well as the experience that has affected different national frameworks on the basis of so-called “guided discretion”. The second part focuses on the Bank of Italy's orientation in assessing the criteria and methodologies on which to base its decisions in the adoption on a voluntary basis, of the countercyclical capital buffer, which can be activated by each country through the monitoring of credit and the economy. This favours a useful comparison with the system of measures and indicators employed by Germany, which, unlike Italy, has decided to implement the countercyclical capital buffer. Finally, the third part focuses on the effects that the introduction of these capital instruments has had on the operations of banks, the conduct they have taken in order to implement them, and the impact on the quality of the banking system they address. The collection of this data is based on the information, publications and statistics that the main national and international authorities provide respectively within the national territory and within the framework of cooperation between the European central banks, in order to provide guidance and to update the decisions taken in the process of assessing the capital reserves.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147392