L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza sessuale come: “qualsiasi atto sessuale, o tentativo di atto sessuale, commenti o avances sessuali non desiderate, o traffico sessuale, contro una persona con l’uso della coercizione, da parte di qualsiasi persona indipendentemente dalla loro relazione con la vittima, in ogni contesto, incluso quello familiare e lavorativo”. Essa ricomprende lo stupro e altre forme di assalto che coinvolgono un organo sessuale, contatto tra bocca e pene, vulva o ano. I Centri Soccorso Violenza Sessuale (SVS) sono servizi gratuiti e specializzati che offrono alle vittime supporto medico-ginecologico, medico-legale e psicologico. Prelevano inoltre campioni biologici dalle donne vittime di violenza utili alle indagini di genetica forense, successivamente condotte mediante analisi di polimorfismi short tandem repeat (STR) di cromosomi non sessuali (aSTR) o, in caso di DNA misto con sovrabbondanza femminile, del cromosoma Y (Y-STR). In questo elaborato si è effettuata una revisione della casistica dell’SVS dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino da inizio attività (2003) fino al 2023, per un totale di 2265 casi, in 1198 dei quali sono stati effettuati prelievi biologici dalle vittime con ricerca microscopica di spermatozoi. In questo sottoinsieme di pazienti sono stati estrapolati i casi sottoposti ad indagini genetico-forensi disposte dall’Autorità Giudiziaria, per un totale di 92 casi (7.7%). I 92 casi sono stati approfonditi in relazione a parametri derivabili dalle cartelle cliniche: tempo tra violenza sessuale e accesso SVS (TSI); rilievo microscopico di presenza/assenza di spermatozoi; la presenza di un indagato e la relazione tra quest’ultimo e la vittima. Per 74 di essi è stato inoltre possibile esaminare i risultati delle analisi, fornite in forma anonima dai laboratori incaricati (Genetica Forense Università di Torino GF-UniTO, Polizia Scientifica, RIS Carabinieri, Centro Regionale Antidoping). I casi sottoposti a indagini genetiche presentavano TSI significativamente inferiore (26.9 h ± 59.1 DS) e positività a spermatozoi significativamente superiore (40.9%) rispetto ai casi in cui si era optato per non avvalersi delle indagini genetiche (38.9 h ± 63.9 DS, 20.1% rispettivamente). Nel 52.6% dei casi la violenza era riferita ad opera di soggetto sconosciuto. La percentuale di casi avviati ad indagini genetiche si è ridotta progressivamente dal periodo 2003-05 (≈20%) sino a 0% del 2017, per risalire ai valori iniziali solo nel 2023. Nel 51.3% dei casi sono stati ottenuti profili aSTR diversi da quello della vittima e aplotipi Y-STR nel 36.5%. Nell’11.1% si trattava di casi senza evidenza di spermatozoi (casistica GF-UniTO). Nel 63.5% dei casi era disponibile il campione di raffronto di un sospettato: nel 33.8% vi è stato un match; nel 12.2% il singolo sospettato è stato escluso sulla base di non corrispondenza genetica. La percentuale di casi in cui sono stati ottenuti profili genetici sconosciuti (assenza di match o di sospettato) era del 20.3%. In 8.1% dei casi, i profili sconosciuti sono stati inseriti nella Banca Dati Nazionale del DNA (BDN-DNA) attiva dal 2017, ma di fatto resta uno strumento poco utilizzato e compreso dall'AG.

Indagini genetico-forensi disposte dall'Autorità Giudiziaria su campioni prelevati da donne assistite presso il Centro Soccorso Violenza Sessuale (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino): revisione della casistica 2003-2023

VERNILE, VALENTINA
2023/2024

Abstract

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza sessuale come: “qualsiasi atto sessuale, o tentativo di atto sessuale, commenti o avances sessuali non desiderate, o traffico sessuale, contro una persona con l’uso della coercizione, da parte di qualsiasi persona indipendentemente dalla loro relazione con la vittima, in ogni contesto, incluso quello familiare e lavorativo”. Essa ricomprende lo stupro e altre forme di assalto che coinvolgono un organo sessuale, contatto tra bocca e pene, vulva o ano. I Centri Soccorso Violenza Sessuale (SVS) sono servizi gratuiti e specializzati che offrono alle vittime supporto medico-ginecologico, medico-legale e psicologico. Prelevano inoltre campioni biologici dalle donne vittime di violenza utili alle indagini di genetica forense, successivamente condotte mediante analisi di polimorfismi short tandem repeat (STR) di cromosomi non sessuali (aSTR) o, in caso di DNA misto con sovrabbondanza femminile, del cromosoma Y (Y-STR). In questo elaborato si è effettuata una revisione della casistica dell’SVS dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino da inizio attività (2003) fino al 2023, per un totale di 2265 casi, in 1198 dei quali sono stati effettuati prelievi biologici dalle vittime con ricerca microscopica di spermatozoi. In questo sottoinsieme di pazienti sono stati estrapolati i casi sottoposti ad indagini genetico-forensi disposte dall’Autorità Giudiziaria, per un totale di 92 casi (7.7%). I 92 casi sono stati approfonditi in relazione a parametri derivabili dalle cartelle cliniche: tempo tra violenza sessuale e accesso SVS (TSI); rilievo microscopico di presenza/assenza di spermatozoi; la presenza di un indagato e la relazione tra quest’ultimo e la vittima. Per 74 di essi è stato inoltre possibile esaminare i risultati delle analisi, fornite in forma anonima dai laboratori incaricati (Genetica Forense Università di Torino GF-UniTO, Polizia Scientifica, RIS Carabinieri, Centro Regionale Antidoping). I casi sottoposti a indagini genetiche presentavano TSI significativamente inferiore (26.9 h ± 59.1 DS) e positività a spermatozoi significativamente superiore (40.9%) rispetto ai casi in cui si era optato per non avvalersi delle indagini genetiche (38.9 h ± 63.9 DS, 20.1% rispettivamente). Nel 52.6% dei casi la violenza era riferita ad opera di soggetto sconosciuto. La percentuale di casi avviati ad indagini genetiche si è ridotta progressivamente dal periodo 2003-05 (≈20%) sino a 0% del 2017, per risalire ai valori iniziali solo nel 2023. Nel 51.3% dei casi sono stati ottenuti profili aSTR diversi da quello della vittima e aplotipi Y-STR nel 36.5%. Nell’11.1% si trattava di casi senza evidenza di spermatozoi (casistica GF-UniTO). Nel 63.5% dei casi era disponibile il campione di raffronto di un sospettato: nel 33.8% vi è stato un match; nel 12.2% il singolo sospettato è stato escluso sulla base di non corrispondenza genetica. La percentuale di casi in cui sono stati ottenuti profili genetici sconosciuti (assenza di match o di sospettato) era del 20.3%. In 8.1% dei casi, i profili sconosciuti sono stati inseriti nella Banca Dati Nazionale del DNA (BDN-DNA) attiva dal 2017, ma di fatto resta uno strumento poco utilizzato e compreso dall'AG.
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