The debate on livestock farming environmental impact is usually focused on greenhouse gas emissions, which are responsible for global warming. FAO data show that agriculture, including the livestock sector, accounts for one-third of total CO2 eq emissions. So, it is important to find effective planning strategies to reduce emissions from agriculture and livestock farming. In fact, it should be remembered that global population growth, resulting in increased demand for animal products, leads to the development of animal husbandry and its potential impact on climate. The livestock farms, however, can also play an important role in mitigating these impacts. Thus, meeting human needs while protecting environmental resources is one of the most urgent and important challenges for the planet. Given this background, aim of the thesis is to examine the impact of the livestock supply chain on greenhouse gas emissions, focusing, then, on so-called "carbon farming" (CF), which include a range of production and agro-ecosystem management practices that aim to reduce gaseous emissions and, especially, increase atmospheric carbon (C) storage. Practices that can be recognized to achieve this goal include peatland restoration, integration and maintenance of agroforestry systems, increasing soil organic C but also livestock, manure and nutrient management on cropland that allow for a positive side effect on biodiversity and society. CF also refers to the green business model that aims to improve climate mitigation through financial instruments, defined with so-called "carbon credits", for farmers to adopt climate-friendly agricultural management practices that promote C sequestration. CF also has important limitations such as high implementation costs, difficulty in monitoring, reporting and verifying its effect, duration and additionality of C sequestration, compounded by fluctuating prices in the C credits market, uncertainty about credit buyers and still insufficient advisory and training services. However, to encourage sustainable solutions for C sequestration to support the achievement of the climate neutrality within 2050 set in European climate change legislation, the European Commission has submitted a proposal for a regulation to reliably certify C reductions from the atmosphere. The European Council and the European Parliament recently reached a tentative political agreement to create a certification framework, where C absorption activities must meet four quality criteria: quantification, additionality, long-term storage and sustainability. The agreement also calls for the establishment of a public electronic registry of C credits, generated on a voluntary basis by the national agroforestry sector, to make certification information accessible and transparent. From the analysis performed, at the moment the resulting image is uncertain, both in the applicability and recognition of production methods and in monitoring methods. However, the recognition of C credits to agro-livestock activities appears to be an essential strategy capable of exploiting this typical function of the primary sector.

Il dibattito sull’impatto ambientale attribuito all’allevamento è solitamente incentrato sulle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale. Dai dati FAO, emerge che l’agricoltura, compreso il settore zootecnico, rappresenta un terzo delle emissioni totali di CO2 eq. Per questo motivo è importante trovare strategie di pianificazione efficaci per contenere le emissioni dovute all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Occorre infatti ricordare che la crescita demografica, con conseguente aumento della domanda di prodotti di origine animale, porta a uno sviluppo della zootecnia e del suo potenziale impatto sul clima. L’azienda agro-zootecnica, però, può svolgere anche un importante ruolo nella mitigazione di questi impatti. Pertanto, soddisfare i bisogni umani e allo stesso tempo proteggere le risorse ambientali rappresenta una delle sfide attuali più urgenti e importanti del pianeta. Date queste premesse, la tesi mira a esaminare l'impatto della filiera agro-zootecnica sulle emissioni di gas serra, focalizzandosi, poi, sulla cosiddetta “carbon farming” (CF) che comprende una serie di pratiche produttive e di gestione dell’agro-ecosistema che puntano a ridurre le emissioni gassose e, soprattutto, ad aumentare lo stoccaggio del carbonio (C) atmosferico. Tra le pratiche che possono essere riconosciute per raggiungere questo obiettivo sono annoverati il ripristino delle torbiere, l’integrazione e il mantenimento di sistemi agroforestali, l’incremento del C organico del suolo, la gestione del bestiame, del letame e dei nutrienti sui terreni coltivati che consentono di avere anche un effetto collaterale positivo sulla biodiversità e sulla società. La CF si riferisce anche al modello di business verde che mira a migliorare la mitigazione del clima attraverso strumenti finanziari, definiti attraverso i cosiddetti “crediti di carbonio”, destinati agli agricoltori per l’adozione di pratiche di gestione agricola rispettose del clima e che promuovono il sequestro di C. La CF, però, presenta anche importanti limiti come gli alti costi di attuazione, la difficoltà del monitoraggio, il reporting e la verifica del suo effetto, la durata e l’addizionalità del sequestro di C, cui si sommano i prezzi fluttuanti del mercato dei crediti di C, l’incertezza riguardo agli acquirenti dei crediti ed i servizi di consulenza e formazione ancora insufficienti. Tuttavia, per incoraggiare soluzioni sostenibili per il sequestro del C, al fine di sostenere il conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 stabilito nella normativa europea sul cambiamento climatico, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento per certificare, in modo affidabile, le riduzioni di C dall’atmosfera. Recentemente il Consiglio d’Europa e il Parlamento Europeo hanno trovato un accordo politico provvisorio per la creazione di un quadro di certificazione, dove le attività di assorbimento del C devono soddisfare quattro criteri di qualità: quantificazione, addizionalità, stoccaggio a lungo termine e sostenibilità. L’accordo prevede inoltre l’istituzione di un registro elettronico pubblico dei crediti di C, generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale, per rendere accessibili e trasparenti le informazioni sulla certificazione. Dall’analisi effettuata appare chiaro il quadro di incertezza ancora vigente, sia dal punto di vista dell’applicabilità e del riconoscimento dei metodi produttivi sia dei metodi di monitoraggio, ma la strada del riconoscimento dei crediti di C all’attività agro-zootecnica appare una strategia essenziale in grado di sfruttare questa funzione tipica del settore primario.

I crediti di carbonio: il ruolo dell’azienda zootecnica e degli allevamenti nella fissazione carbonica

BELLASSAI, MARTINA
2022/2023

Abstract

Il dibattito sull’impatto ambientale attribuito all’allevamento è solitamente incentrato sulle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale. Dai dati FAO, emerge che l’agricoltura, compreso il settore zootecnico, rappresenta un terzo delle emissioni totali di CO2 eq. Per questo motivo è importante trovare strategie di pianificazione efficaci per contenere le emissioni dovute all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Occorre infatti ricordare che la crescita demografica, con conseguente aumento della domanda di prodotti di origine animale, porta a uno sviluppo della zootecnia e del suo potenziale impatto sul clima. L’azienda agro-zootecnica, però, può svolgere anche un importante ruolo nella mitigazione di questi impatti. Pertanto, soddisfare i bisogni umani e allo stesso tempo proteggere le risorse ambientali rappresenta una delle sfide attuali più urgenti e importanti del pianeta. Date queste premesse, la tesi mira a esaminare l'impatto della filiera agro-zootecnica sulle emissioni di gas serra, focalizzandosi, poi, sulla cosiddetta “carbon farming” (CF) che comprende una serie di pratiche produttive e di gestione dell’agro-ecosistema che puntano a ridurre le emissioni gassose e, soprattutto, ad aumentare lo stoccaggio del carbonio (C) atmosferico. Tra le pratiche che possono essere riconosciute per raggiungere questo obiettivo sono annoverati il ripristino delle torbiere, l’integrazione e il mantenimento di sistemi agroforestali, l’incremento del C organico del suolo, la gestione del bestiame, del letame e dei nutrienti sui terreni coltivati che consentono di avere anche un effetto collaterale positivo sulla biodiversità e sulla società. La CF si riferisce anche al modello di business verde che mira a migliorare la mitigazione del clima attraverso strumenti finanziari, definiti attraverso i cosiddetti “crediti di carbonio”, destinati agli agricoltori per l’adozione di pratiche di gestione agricola rispettose del clima e che promuovono il sequestro di C. La CF, però, presenta anche importanti limiti come gli alti costi di attuazione, la difficoltà del monitoraggio, il reporting e la verifica del suo effetto, la durata e l’addizionalità del sequestro di C, cui si sommano i prezzi fluttuanti del mercato dei crediti di C, l’incertezza riguardo agli acquirenti dei crediti ed i servizi di consulenza e formazione ancora insufficienti. Tuttavia, per incoraggiare soluzioni sostenibili per il sequestro del C, al fine di sostenere il conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 stabilito nella normativa europea sul cambiamento climatico, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento per certificare, in modo affidabile, le riduzioni di C dall’atmosfera. Recentemente il Consiglio d’Europa e il Parlamento Europeo hanno trovato un accordo politico provvisorio per la creazione di un quadro di certificazione, dove le attività di assorbimento del C devono soddisfare quattro criteri di qualità: quantificazione, addizionalità, stoccaggio a lungo termine e sostenibilità. L’accordo prevede inoltre l’istituzione di un registro elettronico pubblico dei crediti di C, generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale, per rendere accessibili e trasparenti le informazioni sulla certificazione. Dall’analisi effettuata appare chiaro il quadro di incertezza ancora vigente, sia dal punto di vista dell’applicabilità e del riconoscimento dei metodi produttivi sia dei metodi di monitoraggio, ma la strada del riconoscimento dei crediti di C all’attività agro-zootecnica appare una strategia essenziale in grado di sfruttare questa funzione tipica del settore primario.
ITA
The debate on livestock farming environmental impact is usually focused on greenhouse gas emissions, which are responsible for global warming. FAO data show that agriculture, including the livestock sector, accounts for one-third of total CO2 eq emissions. So, it is important to find effective planning strategies to reduce emissions from agriculture and livestock farming. In fact, it should be remembered that global population growth, resulting in increased demand for animal products, leads to the development of animal husbandry and its potential impact on climate. The livestock farms, however, can also play an important role in mitigating these impacts. Thus, meeting human needs while protecting environmental resources is one of the most urgent and important challenges for the planet. Given this background, aim of the thesis is to examine the impact of the livestock supply chain on greenhouse gas emissions, focusing, then, on so-called "carbon farming" (CF), which include a range of production and agro-ecosystem management practices that aim to reduce gaseous emissions and, especially, increase atmospheric carbon (C) storage. Practices that can be recognized to achieve this goal include peatland restoration, integration and maintenance of agroforestry systems, increasing soil organic C but also livestock, manure and nutrient management on cropland that allow for a positive side effect on biodiversity and society. CF also refers to the green business model that aims to improve climate mitigation through financial instruments, defined with so-called "carbon credits", for farmers to adopt climate-friendly agricultural management practices that promote C sequestration. CF also has important limitations such as high implementation costs, difficulty in monitoring, reporting and verifying its effect, duration and additionality of C sequestration, compounded by fluctuating prices in the C credits market, uncertainty about credit buyers and still insufficient advisory and training services. However, to encourage sustainable solutions for C sequestration to support the achievement of the climate neutrality within 2050 set in European climate change legislation, the European Commission has submitted a proposal for a regulation to reliably certify C reductions from the atmosphere. The European Council and the European Parliament recently reached a tentative political agreement to create a certification framework, where C absorption activities must meet four quality criteria: quantification, additionality, long-term storage and sustainability. The agreement also calls for the establishment of a public electronic registry of C credits, generated on a voluntary basis by the national agroforestry sector, to make certification information accessible and transparent. From the analysis performed, at the moment the resulting image is uncertain, both in the applicability and recognition of production methods and in monitoring methods. However, the recognition of C credits to agro-livestock activities appears to be an essential strategy capable of exploiting this typical function of the primary sector.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/147238