La raccolta dei dati relativi al ¿profilo chimico-ambientale speditivo del manto nevoso¿ ha una doppia finalità: da una parte la caratterizzazione del chimismo della neve fresca (come indicatore del chimismo dell'atmosfera, anche in relazione alla provenienza delle masse d'aria) in termini di pH e conducibilità elettrica e dall'altra il monitoraggio della sua dinamica all'interno del manto nevoso nel corso della stagione invernale fino alla sua completa fusione, con particolare attenzione agli effetti sulle caratteristiche del suolo e delle acque di percolazione. L'attività sul campo è consistita nell'esecuzione periodica di analisi stratigrafiche del manto nevoso, al fine di determinarne le caratteristiche fisiche, utilizzando i protocolli dell'Associazione Interregionale Neve e Valanghe (AINEVA). Nel corso dello studio si è inoltre prestata molta attenzione al periodo di fusione del manto nevoso, in relazione al fenomeno dello ionic pulse, nel corso del quale ingenti volumi di acqua sono rilasciati al suolo. Sia l'effetto limitante sugli scambi gassosi tra suolo e atmosfera determinati dalla presenza del manto nevoso, sia gli ingenti volumi di acqua rilasciati in un breve periodo di tempo al momento della sua fusione possono determinare specifiche condizioni di ossido- riduzione nel suolo, con effetti sulla dinamica di specie chimiche quali il Ferro (Fe).Per quanto concerne l'analisi chimica della neve i valori di pH nel corso dell'intera stagione, sono stati prossimi a 5,50. All'inizio del periodo di fusione primaverile il pH a livello degli strati basali del manto nevoso si è significativamente abbassato. L'elevata acidità (4.70-5.15) può essere imputata alla percolazione negli strati più profondi della prima acqua di fusione che, in conformità con il fenomeno dello ionic pulse, risulta contenere concentrazioni elevate di specie ioniche acidificanti. La conducibilità elettrica all'interno del manto è risultata molto più variabile del pH. L'elevato contenuto di acqua nel suolo nel corso del disgelo primaverile ha determinato condizioni riducenti con la mobilizzazione di ingenti quantità di Fe e concentrazioni nell'acqua a 15-30 cm di profondità anche di 11,8 mg/L, e di 13,0 mg/L alla profondità di 60-75 cm. Le analisi dell'acqua condotte in un arco di tempo di oltre due mesi hanno comunque fornito una panoramica parziale ma indicativa dell'andamento di riduzione ed ossidazione del Fe presente nel suolo, e sono servite a spiegare le deposizioni di colore rosso-arancione nel manto nevoso che, anche nelle stagioni precedenti, avevano attirato l'attenzione di diversi osservatori. Per quanto concerne la qualità della neve caduta nel Comune di Fontainemore durante la stagione invernale 2009, essa non ha presentato valori anomali rispetto ai dati medi raccolti nelle Alpi Europee, evidenziando comunque come il fenomeno dello ionic pulse possa determinare una significativa diminuzione del pH nei corpi idrici superficiali e profondi.
APPLICAZIONE DELL'ANALISI CHIMICO-AMBIENTALE SPEDIVIA DEL MANTO NEVOSO
DE POI, PIETRO
2008/2009
Abstract
La raccolta dei dati relativi al ¿profilo chimico-ambientale speditivo del manto nevoso¿ ha una doppia finalità: da una parte la caratterizzazione del chimismo della neve fresca (come indicatore del chimismo dell'atmosfera, anche in relazione alla provenienza delle masse d'aria) in termini di pH e conducibilità elettrica e dall'altra il monitoraggio della sua dinamica all'interno del manto nevoso nel corso della stagione invernale fino alla sua completa fusione, con particolare attenzione agli effetti sulle caratteristiche del suolo e delle acque di percolazione. L'attività sul campo è consistita nell'esecuzione periodica di analisi stratigrafiche del manto nevoso, al fine di determinarne le caratteristiche fisiche, utilizzando i protocolli dell'Associazione Interregionale Neve e Valanghe (AINEVA). Nel corso dello studio si è inoltre prestata molta attenzione al periodo di fusione del manto nevoso, in relazione al fenomeno dello ionic pulse, nel corso del quale ingenti volumi di acqua sono rilasciati al suolo. Sia l'effetto limitante sugli scambi gassosi tra suolo e atmosfera determinati dalla presenza del manto nevoso, sia gli ingenti volumi di acqua rilasciati in un breve periodo di tempo al momento della sua fusione possono determinare specifiche condizioni di ossido- riduzione nel suolo, con effetti sulla dinamica di specie chimiche quali il Ferro (Fe).Per quanto concerne l'analisi chimica della neve i valori di pH nel corso dell'intera stagione, sono stati prossimi a 5,50. All'inizio del periodo di fusione primaverile il pH a livello degli strati basali del manto nevoso si è significativamente abbassato. L'elevata acidità (4.70-5.15) può essere imputata alla percolazione negli strati più profondi della prima acqua di fusione che, in conformità con il fenomeno dello ionic pulse, risulta contenere concentrazioni elevate di specie ioniche acidificanti. La conducibilità elettrica all'interno del manto è risultata molto più variabile del pH. L'elevato contenuto di acqua nel suolo nel corso del disgelo primaverile ha determinato condizioni riducenti con la mobilizzazione di ingenti quantità di Fe e concentrazioni nell'acqua a 15-30 cm di profondità anche di 11,8 mg/L, e di 13,0 mg/L alla profondità di 60-75 cm. Le analisi dell'acqua condotte in un arco di tempo di oltre due mesi hanno comunque fornito una panoramica parziale ma indicativa dell'andamento di riduzione ed ossidazione del Fe presente nel suolo, e sono servite a spiegare le deposizioni di colore rosso-arancione nel manto nevoso che, anche nelle stagioni precedenti, avevano attirato l'attenzione di diversi osservatori. Per quanto concerne la qualità della neve caduta nel Comune di Fontainemore durante la stagione invernale 2009, essa non ha presentato valori anomali rispetto ai dati medi raccolti nelle Alpi Europee, evidenziando comunque come il fenomeno dello ionic pulse possa determinare una significativa diminuzione del pH nei corpi idrici superficiali e profondi.File | Dimensione | Formato | |
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