It is well known that the larch regeneration (Larix decidua Mill.) has difficulties to establish in previously grazed larch stands due to the competition of the herb layer. For this reason the anthropogenic larch forests are going to be replaced by other native species that are more ecologically stable but less interesting for the wood production and the landscape. The aim of this research was to study an artificially established larch stand, about 100 years old, which is evolving towards an oligotrophic beech wood. This forest is located in the municipality of Giaglione, in the Upper Susa Valley (NW Italy) and managed by the Consorzio Forestale Alta Valle Susa (C.F.A.V.S.). Gaps of about 1000 m2 were opened with the aid of the solar compass along the contour lines. in order to open the canopy around already established beech individuals in order to enhance the beech natural regeneration. The results showed that the cuts collected about 21% of n° plants ha- 1, 14% of basal area and 13% of the woody biomass. The relatively low cut should be repeated every 15-20 years, and will enable the first establishment and growth of the beech regeneration. In the next silvicultural interventions it will be necessary to monitor and eventually change the rate of cut. Overall, the preservation of some larch trees in the future beech wood will be important to preserve the forest by environmental damages, as avalanches or landslides.
E' noto che la rinnovazione del larice (Larix decidua Mill.) ha difficoltà ad affermarsi a causa della concorrenza con il cotico erboso, molto spesso infeltrito. Per questo motivo i lariceti di origini antropiche vengono sostituiti da altre specie autoctone che sono ecologicamente più stabili, anche se meno interessanti per la produzione del legno e per la loro componente paesaggistica. L'obiettivo di questa ricerca è quello di studiare la gestione di un lariceto di origini artificiali, di circa 100 anni d'età, che sta subendo una successione verso una faggeta oligotrofica. Questo popolamento si trova nel comune di Giaglione, in Val di Susa (NW Italia) ed è gestito dal Consorzio Forestale Alta Valle Susa (C.F.A.V.S.). Sono state aperte delle fessure di circa 1000 m2 con l'ausilio della bussola solare lungo le curve di livello al fine di aprire lo strato delle chiome per mettere in luce degli esemplari di faggio di maggiori dimensioni, al fine di favorire la successione naturale di faggio. I risultati hanno dimostrato che il taglio ha prelevato circa il 21% di n°piante ha-1, il 14% `area basimetrica e il 13% della provvigione totale. Il taglio relativamente basso sarà ripetuto ogni 15-20 anni, consentendo agli esemplari di faggio di stabilirsi all'interno del popolamento. Nei prossimi interventi selvicolturali sarà necessario controllare ed eventualmente modificare i prelievi, in funzione dell'andamento della successione. Nel complesso, la preservazione di alcuni larici all'interno della futura faggeta sarà importante per preservare la foresta da probabili disturbi naturali, come valanghe e frane.
LA SELVICOLTURA NEI LARICETI IN EVOLUZIONE IN ALTA VALLE SUSA
TOSCO, JACOPO
2008/2009
Abstract
E' noto che la rinnovazione del larice (Larix decidua Mill.) ha difficoltà ad affermarsi a causa della concorrenza con il cotico erboso, molto spesso infeltrito. Per questo motivo i lariceti di origini antropiche vengono sostituiti da altre specie autoctone che sono ecologicamente più stabili, anche se meno interessanti per la produzione del legno e per la loro componente paesaggistica. L'obiettivo di questa ricerca è quello di studiare la gestione di un lariceto di origini artificiali, di circa 100 anni d'età, che sta subendo una successione verso una faggeta oligotrofica. Questo popolamento si trova nel comune di Giaglione, in Val di Susa (NW Italia) ed è gestito dal Consorzio Forestale Alta Valle Susa (C.F.A.V.S.). Sono state aperte delle fessure di circa 1000 m2 con l'ausilio della bussola solare lungo le curve di livello al fine di aprire lo strato delle chiome per mettere in luce degli esemplari di faggio di maggiori dimensioni, al fine di favorire la successione naturale di faggio. I risultati hanno dimostrato che il taglio ha prelevato circa il 21% di n°piante ha-1, il 14% `area basimetrica e il 13% della provvigione totale. Il taglio relativamente basso sarà ripetuto ogni 15-20 anni, consentendo agli esemplari di faggio di stabilirsi all'interno del popolamento. Nei prossimi interventi selvicolturali sarà necessario controllare ed eventualmente modificare i prelievi, in funzione dell'andamento della successione. Nel complesso, la preservazione di alcuni larici all'interno della futura faggeta sarà importante per preservare la foresta da probabili disturbi naturali, come valanghe e frane.File | Dimensione | Formato | |
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