Negli ultimi decenni, la partecipazione agli sport, anche da parte delle donne, è aumentata notevolmente. L’attività fisica apporta, infatti, numerosi effetti benefici, tra cui un miglioramento dell’immagine corporea, dell’autostima e dello stato di salute in generale. Tuttavia, quando lo sport diventa competitivo, non è sempre sinonimo di salute; in alcuni casi, i cambiamenti fisiologici e gli stress nutrizionali generati da un esercizio fisico troppo intenso possono portare gli atleti al limite tra benessere e danno fisico. L’atleta di sport ad alti livelli è continuamente sottoposto a pressioni e stress, tra cui mantenere un determinato peso corporeo, allenamenti stremanti e restrizioni caloriche. Un dispendio energetico negativo, associato in alcune condizioni a disturbi alimentari, insieme all’amenorrea e alla demineralizzazione ossea sono state considerate manifestazioni cliniche di una sindrome definita “triade dell’atleta femmina”. Negli ultimi anni la ricerca sulla Triade è aumentata sempre di più coinvolgendo non solo atlete femmine ma anche atleti maschi, così che nel 2014 è stato proposto un nuovo modello definito RED-S (Relative Energy Deficiency in Sport). Questa terminologia si riferisce ad un deficit energetico relativo all’equilibrio tra l’apporto energetico alimentare e il dispendio energetico necessario per lo svolgimento dell’attività sportiva. Il modello infatti sostiene che il fenomeno clinico non è una triade delle tre entità (disponibilità energetica, funzione mestruale e densità minerale ossea), ma piuttosto una sindrome che colpisce molti aspetti delle normali funzioni corporee, della salute e delle prestazioni atletiche. Lo scopo di questa tesi esperienziale è valutare la prevalenza della Triade e di RED-s nei diversi sport. Per rispondere a tale proposito, atlete di sport differenti sono state sottoposte ad un questionario online, nel quale venivano richieste informazioni sul tipo di sport praticato, ore di allenamento, ciclo mestruale, alimentazione e salute ossea. In un contesto in cui non tutti sono ancora in grado di riconoscere i sintomi di tale patologia, educare alla corretta identificazione e alla gestione della sindrome da parte di medici e staff sportivo risulta fondamentale. Infatti, la prevenzione e una diagnosi tempestiva sono di particolare importanza, in quanto le conseguenze sulla salute dell’atleta potrebbero essere non completamente reversibili.

Il passaggio dalla triade dell'atleta femmina alla sindrome Red-s; gli sport maggiormente coinvolti ​

VALENTI, ALICE
2022/2023

Abstract

Negli ultimi decenni, la partecipazione agli sport, anche da parte delle donne, è aumentata notevolmente. L’attività fisica apporta, infatti, numerosi effetti benefici, tra cui un miglioramento dell’immagine corporea, dell’autostima e dello stato di salute in generale. Tuttavia, quando lo sport diventa competitivo, non è sempre sinonimo di salute; in alcuni casi, i cambiamenti fisiologici e gli stress nutrizionali generati da un esercizio fisico troppo intenso possono portare gli atleti al limite tra benessere e danno fisico. L’atleta di sport ad alti livelli è continuamente sottoposto a pressioni e stress, tra cui mantenere un determinato peso corporeo, allenamenti stremanti e restrizioni caloriche. Un dispendio energetico negativo, associato in alcune condizioni a disturbi alimentari, insieme all’amenorrea e alla demineralizzazione ossea sono state considerate manifestazioni cliniche di una sindrome definita “triade dell’atleta femmina”. Negli ultimi anni la ricerca sulla Triade è aumentata sempre di più coinvolgendo non solo atlete femmine ma anche atleti maschi, così che nel 2014 è stato proposto un nuovo modello definito RED-S (Relative Energy Deficiency in Sport). Questa terminologia si riferisce ad un deficit energetico relativo all’equilibrio tra l’apporto energetico alimentare e il dispendio energetico necessario per lo svolgimento dell’attività sportiva. Il modello infatti sostiene che il fenomeno clinico non è una triade delle tre entità (disponibilità energetica, funzione mestruale e densità minerale ossea), ma piuttosto una sindrome che colpisce molti aspetti delle normali funzioni corporee, della salute e delle prestazioni atletiche. Lo scopo di questa tesi esperienziale è valutare la prevalenza della Triade e di RED-s nei diversi sport. Per rispondere a tale proposito, atlete di sport differenti sono state sottoposte ad un questionario online, nel quale venivano richieste informazioni sul tipo di sport praticato, ore di allenamento, ciclo mestruale, alimentazione e salute ossea. In un contesto in cui non tutti sono ancora in grado di riconoscere i sintomi di tale patologia, educare alla corretta identificazione e alla gestione della sindrome da parte di medici e staff sportivo risulta fondamentale. Infatti, la prevenzione e una diagnosi tempestiva sono di particolare importanza, in quanto le conseguenze sulla salute dell’atleta potrebbero essere non completamente reversibili.
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