In order to optimise the quality of life of the cancer patient and their caregiver, it is necessary to think in terms of complexity about the impact of the advanced phase of the disease, understood in its interrelationship between the physical, psychological, social and spiritual components (WHO, 2020). Together with the physical symptoms and the reassessment of daily roles and routines within the family unit, profound repercussions on the psychological integrity of the patient and the family member engaged in caregiving activities emerge from the clinical findings. The mental functioning of the subjects involved may, in fact, appear deteriorated at the level of defences and perceived affects, showing more distress in the form of somatic or psychosomatic symptoms and excluding the possibility of identifying and verbalising affective states (Granieri, 2016). In line with what is advocated by the World Health Organization (2018), a system of health and sociomedical supply based on the organisational concept of continuity of care guarantees multidisciplinary and protracted care through the integration of the different settings of the care network. This organisational response makes it possible to limit the sense of abandonment in the terminal phase of illness and to reduce the impact of chronicity on healthcare spending, limiting improper access to emergency rooms and hospital admissions (Barker et al., 2017; van Loenen et al., 2014; Nicolet et al., 2022). In this sense, the Continuity of Care Outpatient Clinic of the San Giovanni Bosco Hospital in Turin, proposes, through a multidisciplinary outpatient care model, to provide a concrete, psychic and emotional space (Di Cesare et al., 2016) that supports the burden of care in the arduous management of the transition to the end of life, facilitates the achievement of a prognostic awareness and allows the expression of needs and the symbolisation of feelings related to it.

Al fine di ottimizzare la qualità di vita del paziente oncologico e del rispettivo caregiver, è necessario pensare in ottica di complessità all’impatto della fase avanzata di malattia, intesa nella sua interrelazione tra le componenti fisiche, psicologiche, sociali e spirituali (WHO, 2020). Congiuntamente alla sintomatologia fisica e alla rivalutazione di ruoli e ruotine quotidiane all’interno del nucleo familiare, dalla rilevazioni cliniche emergono profonde ricadute nell’integrità psichica del paziente e del familiare impegnato nell’attività di caregiving. Il funzionamento mentale dei soggetti coinvolti può, infatti, apparire deteriorato a livello delle difese e degli affetti percepiti, mostrando in misura maggiore il disagio sotto forma di sintomi somatici o psicosomatici ed escludendo la possibilità di identificare e verbalizzare gli stati affettivi (Granieri, 2016). In linea con quanto sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2018), un sistema di offerta sanitaria e sociosanitaria basato sul concetto organizzativo di continuità di cura, garantisce la presa in carico multidisciplinare e protratta nel tempo attraverso l’integrazione dei diversi setting della rete assistenziale. Tale risposta organizzativa consente di limitare il senso di abbandono nella fase terminale di malattia e ridurre l’impatto della cronicità sulla spesa sanitaria, limitando gli accessi impropri in pronto soccorso ed i ricoveri ospedalieri (Barker et al., 2017; van Loenen et al., 2014; Nicolet et al., 2022). In tal senso, l’Ambulatorio di Continuità delle Cure del Presidio Sanitario Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, si propone, attraverso un modello di presa in carico ambulatoriale multidisciplinare, di fornire uno spazio concreto, psichico ed emotivo (Di Cesare et al., 2016) che sorregga il carico assistenziale della faticosa gestione della transizione al fine vita, faciliti il raggiungimento di una consapevolezza prognostica e permetta l’espressione dei bisogni e la simbolizzazione dei sentimenti connessi.

Integrazione delle cure e linguaggio degli affetti nella fase avanzata di malattia oncologica. Studio pilota sull'Ambulatorio di Continuità delle Cure

VALLASCIANI, DIANA
2022/2023

Abstract

Al fine di ottimizzare la qualità di vita del paziente oncologico e del rispettivo caregiver, è necessario pensare in ottica di complessità all’impatto della fase avanzata di malattia, intesa nella sua interrelazione tra le componenti fisiche, psicologiche, sociali e spirituali (WHO, 2020). Congiuntamente alla sintomatologia fisica e alla rivalutazione di ruoli e ruotine quotidiane all’interno del nucleo familiare, dalla rilevazioni cliniche emergono profonde ricadute nell’integrità psichica del paziente e del familiare impegnato nell’attività di caregiving. Il funzionamento mentale dei soggetti coinvolti può, infatti, apparire deteriorato a livello delle difese e degli affetti percepiti, mostrando in misura maggiore il disagio sotto forma di sintomi somatici o psicosomatici ed escludendo la possibilità di identificare e verbalizzare gli stati affettivi (Granieri, 2016). In linea con quanto sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2018), un sistema di offerta sanitaria e sociosanitaria basato sul concetto organizzativo di continuità di cura, garantisce la presa in carico multidisciplinare e protratta nel tempo attraverso l’integrazione dei diversi setting della rete assistenziale. Tale risposta organizzativa consente di limitare il senso di abbandono nella fase terminale di malattia e ridurre l’impatto della cronicità sulla spesa sanitaria, limitando gli accessi impropri in pronto soccorso ed i ricoveri ospedalieri (Barker et al., 2017; van Loenen et al., 2014; Nicolet et al., 2022). In tal senso, l’Ambulatorio di Continuità delle Cure del Presidio Sanitario Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, si propone, attraverso un modello di presa in carico ambulatoriale multidisciplinare, di fornire uno spazio concreto, psichico ed emotivo (Di Cesare et al., 2016) che sorregga il carico assistenziale della faticosa gestione della transizione al fine vita, faciliti il raggiungimento di una consapevolezza prognostica e permetta l’espressione dei bisogni e la simbolizzazione dei sentimenti connessi.
ITA
In order to optimise the quality of life of the cancer patient and their caregiver, it is necessary to think in terms of complexity about the impact of the advanced phase of the disease, understood in its interrelationship between the physical, psychological, social and spiritual components (WHO, 2020). Together with the physical symptoms and the reassessment of daily roles and routines within the family unit, profound repercussions on the psychological integrity of the patient and the family member engaged in caregiving activities emerge from the clinical findings. The mental functioning of the subjects involved may, in fact, appear deteriorated at the level of defences and perceived affects, showing more distress in the form of somatic or psychosomatic symptoms and excluding the possibility of identifying and verbalising affective states (Granieri, 2016). In line with what is advocated by the World Health Organization (2018), a system of health and sociomedical supply based on the organisational concept of continuity of care guarantees multidisciplinary and protracted care through the integration of the different settings of the care network. This organisational response makes it possible to limit the sense of abandonment in the terminal phase of illness and to reduce the impact of chronicity on healthcare spending, limiting improper access to emergency rooms and hospital admissions (Barker et al., 2017; van Loenen et al., 2014; Nicolet et al., 2022). In this sense, the Continuity of Care Outpatient Clinic of the San Giovanni Bosco Hospital in Turin, proposes, through a multidisciplinary outpatient care model, to provide a concrete, psychic and emotional space (Di Cesare et al., 2016) that supports the burden of care in the arduous management of the transition to the end of life, facilitates the achievement of a prognostic awareness and allows the expression of needs and the symbolisation of feelings related to it.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/146830