La realtà degli Interventi Assistiti con gli Animali, meglio conosciuta tramite la dicitura pet therapy, si è consolidata da oltre cinquanta anni negli USA e in alcuni Paesi europei. Anche in Italia questo tipo di interventi hanno trovato ampio spazio di applicazione e sono stati regolamentati attraverso delle Linee guida nel 2015. I benefici conseguenti l’istaurarsi di una relazione, sana e coadiuvata da professionisti, tra essere umano e pet sono stati ampiamente studiati e testati scientificamente, favorendo il diffondersi di queste pratiche, ma anche l’insorgere di nuovi interrogativi di natura sanitaria, psicologica ed etica. Il mio lavoro di tesi pone e approfondisce questioni etiche legate al coinvolgimento del cane negli IAA. Da questo punto di vista la letteratura scientifica è piuttosto scarna. Sono state maggiormente indagate, infatti, le prospettive “umane” di tali pratiche (conseguenze fisiche e psicologiche, aspetti medico legali, metodologie pratiche) mentre per la controparte animale sono stati presi in considerazione, seppur in misura inferiore, da etologi e medici veterinari, i criteri di selezione e di addestramento, le possibili ripercussioni positive e/o negative e le modalità di gestione. In un mondo in cui gli animali sono utilizzati per una vasta gamma di scopi, tra cui alimentazione, ricerca scientifica, intrattenimento e compagnia, la filosofia è chiamata ad indagare criticamente sulle implicazioni etiche di queste interazioni. Nonostante il coinvolgimento degli animali negli IAA non comprometta in maniera estrema la loro vita, ritengo che sia comunque necessario approfondirne gli annessi etici, contribuendo così nell’individuare lo status morale dei pets, nell’elaborare una standardizzazione delle norme e nel definire limiti e possibilità nel loro trattamento. Gli animali impiegati negli IAA sono il cane, il gatto, il coniglio, l’asino e il cavallo; la tesi prende in considerazione i risvolti etici della presenza del solo cane negli IAA per almeno quattro ragioni. La prima riguarda i numeri di impiego, infatti, l’animale che lavora con maggior successo come co-terapeuta è il cane. La seconda è di natura bibliografica poiché il cane è certamente uno degli animali di cui si conoscono meglio i meccanismi biologici ed etologici. La terza, più personale, è legata alla mia attività professionale come Coadiutore e alla convivenza con quattro cani da lavoro. La quarta, infine, è una scelta di natura pratica; un’indagine su ognuno dei cinque animali risulterebbe onerosa in termini di spazi e tempi per una tesi magistrale. Il primo capitolo del mio lavoro è dedicato alla storia della pet therapy, ai suoi meccanismi di azione, alla sua regolamentazione in Italia, alle sue figure professionali e alla sua applicazione pratica. Il secondo capitolo ha il cane come protagonista. Ho ritenuto fondamentale conoscere e mostrare come questo animale si sia evoluto insieme all’essere umano, come funzioni biologicamente ed etologicamente, soffermandomi sugli aspetti di ordine comunicativo indispensabili nei contesti relazionali, e come è impiegato concretamente negli IAA. Il terzo capitolo approda alle questioni prettamente filosofiche. Ho tentato di comprendere se per le principali teorie etiche, quali le teorie dei diritti animali, le teorie consequenzialiste e le teorie relazionali, sia lecito fare del cane un co-terapeuta e soprattutto a quali condizioni possa esserlo. Concludo presentando quello che, a mio parere, è il modus ope
I cane negli IAA: un'indagine etica
BERTOLINO, ORIANA
2022/2023
Abstract
La realtà degli Interventi Assistiti con gli Animali, meglio conosciuta tramite la dicitura pet therapy, si è consolidata da oltre cinquanta anni negli USA e in alcuni Paesi europei. Anche in Italia questo tipo di interventi hanno trovato ampio spazio di applicazione e sono stati regolamentati attraverso delle Linee guida nel 2015. I benefici conseguenti l’istaurarsi di una relazione, sana e coadiuvata da professionisti, tra essere umano e pet sono stati ampiamente studiati e testati scientificamente, favorendo il diffondersi di queste pratiche, ma anche l’insorgere di nuovi interrogativi di natura sanitaria, psicologica ed etica. Il mio lavoro di tesi pone e approfondisce questioni etiche legate al coinvolgimento del cane negli IAA. Da questo punto di vista la letteratura scientifica è piuttosto scarna. Sono state maggiormente indagate, infatti, le prospettive “umane” di tali pratiche (conseguenze fisiche e psicologiche, aspetti medico legali, metodologie pratiche) mentre per la controparte animale sono stati presi in considerazione, seppur in misura inferiore, da etologi e medici veterinari, i criteri di selezione e di addestramento, le possibili ripercussioni positive e/o negative e le modalità di gestione. In un mondo in cui gli animali sono utilizzati per una vasta gamma di scopi, tra cui alimentazione, ricerca scientifica, intrattenimento e compagnia, la filosofia è chiamata ad indagare criticamente sulle implicazioni etiche di queste interazioni. Nonostante il coinvolgimento degli animali negli IAA non comprometta in maniera estrema la loro vita, ritengo che sia comunque necessario approfondirne gli annessi etici, contribuendo così nell’individuare lo status morale dei pets, nell’elaborare una standardizzazione delle norme e nel definire limiti e possibilità nel loro trattamento. Gli animali impiegati negli IAA sono il cane, il gatto, il coniglio, l’asino e il cavallo; la tesi prende in considerazione i risvolti etici della presenza del solo cane negli IAA per almeno quattro ragioni. La prima riguarda i numeri di impiego, infatti, l’animale che lavora con maggior successo come co-terapeuta è il cane. La seconda è di natura bibliografica poiché il cane è certamente uno degli animali di cui si conoscono meglio i meccanismi biologici ed etologici. La terza, più personale, è legata alla mia attività professionale come Coadiutore e alla convivenza con quattro cani da lavoro. La quarta, infine, è una scelta di natura pratica; un’indagine su ognuno dei cinque animali risulterebbe onerosa in termini di spazi e tempi per una tesi magistrale. Il primo capitolo del mio lavoro è dedicato alla storia della pet therapy, ai suoi meccanismi di azione, alla sua regolamentazione in Italia, alle sue figure professionali e alla sua applicazione pratica. Il secondo capitolo ha il cane come protagonista. Ho ritenuto fondamentale conoscere e mostrare come questo animale si sia evoluto insieme all’essere umano, come funzioni biologicamente ed etologicamente, soffermandomi sugli aspetti di ordine comunicativo indispensabili nei contesti relazionali, e come è impiegato concretamente negli IAA. Il terzo capitolo approda alle questioni prettamente filosofiche. Ho tentato di comprendere se per le principali teorie etiche, quali le teorie dei diritti animali, le teorie consequenzialiste e le teorie relazionali, sia lecito fare del cane un co-terapeuta e soprattutto a quali condizioni possa esserlo. Concludo presentando quello che, a mio parere, è il modus opeFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/146817