Se all'inizio del XX secolo vi erano non pochi indizi di un crescente interesse, negli ambienti letterari italiani, per la letteratura iberica di più recente pubblicazione, l'imporsi del regime fascista e le contemporanee vicissitudini politiche spagnole determinarono un arresto sul nascere di tale fenomeno: il presente studio approfondisce tale questione per concentrarsi successivamente sulla figura di Miguel de Unamuno, unico autore iberico presentato ai lettori italiani da entrambi i quotidiani presi in esame. La sua inimicizia con Primo De Rivera, che ne decretò l'esilio in un periodo particolarmente delicato per la politica italiana, e la successiva partecipazione nella seconda Repubblica spagnola consentono di mettere in luce la trasformazione subita dal mondo della stampa durante il regime fascista e in particolare la resistenza dimostrata dai due quotidiani liberali di fronte all'inasprirsi del controllo governativo sulle testate. Se l'interesse nei confronti della letteratura iberica fu scarso, al contrario tanto la Stampa quanto il Corriere della Sera dimostrarono di essere particolarmente attenti alle trasformazioni in atto in Spagna: durante tutto il periodo fascista inviarono numerosi collaboratori nella penisola, i quali pubblicarono assai frequentemente corrispondenze in terza pagina, volte a illustrare ai lettori la cultura, la geografia e soprattutto il popolo spagnoli. A tali scritti è dedicata la seconda parte del presente studio, attento soprattutto alla presenza dei luoghi comuni tramandati dalla letteratura di viaggio sette e ottocentesca e degli elementi tanto della cosiddetta legenda aurea - ovvero i topoi del popolo fiero, cavalleresco, devoto, espressione di un impero potente e cattolico – quanto di quella nera – coincidente con le atroci immagini dell’Inquisizione e delle pitture del Greco, fatte di sangue, sofferenza, violenza. L'immagine della Spagna allora contemporanea proposta dai corrispondenti presenta sì numerosi luoghi comuni, ma si caratterizza anche per dei nuovi aspetti, derivati dal processo di modernizzazione avviato con fatica a inizio secolo e dall'instabile situazione politica della nazione. I numerosi risultati esposti permettono di sottolineare, inoltre, l'alta qualità mantenuta, non senza difficoltà, dai due quotidiani durante il regime fascista: il ventaglio di collaboratori presentati è accomunato da un notevole valore letterario e un attento occhio giornalistico, pur operando in un contesto tutt'altro che favorevole. L’analisi dell’immagine letteraria e culturale di Spagna offerta dai quotidiani è integrata ed arricchita da una particolare attenzione agli eventi storico-politici dei due paesi nel periodo preso in considerazione, determinanti per i risultati ottenuti.

«La sorella malata»: la Spagna sulle terze pagine della Stampa e del Corriere della Sera durante il fascismo (1922-1943)

RUSSO, WALLY
2022/2023

Abstract

Se all'inizio del XX secolo vi erano non pochi indizi di un crescente interesse, negli ambienti letterari italiani, per la letteratura iberica di più recente pubblicazione, l'imporsi del regime fascista e le contemporanee vicissitudini politiche spagnole determinarono un arresto sul nascere di tale fenomeno: il presente studio approfondisce tale questione per concentrarsi successivamente sulla figura di Miguel de Unamuno, unico autore iberico presentato ai lettori italiani da entrambi i quotidiani presi in esame. La sua inimicizia con Primo De Rivera, che ne decretò l'esilio in un periodo particolarmente delicato per la politica italiana, e la successiva partecipazione nella seconda Repubblica spagnola consentono di mettere in luce la trasformazione subita dal mondo della stampa durante il regime fascista e in particolare la resistenza dimostrata dai due quotidiani liberali di fronte all'inasprirsi del controllo governativo sulle testate. Se l'interesse nei confronti della letteratura iberica fu scarso, al contrario tanto la Stampa quanto il Corriere della Sera dimostrarono di essere particolarmente attenti alle trasformazioni in atto in Spagna: durante tutto il periodo fascista inviarono numerosi collaboratori nella penisola, i quali pubblicarono assai frequentemente corrispondenze in terza pagina, volte a illustrare ai lettori la cultura, la geografia e soprattutto il popolo spagnoli. A tali scritti è dedicata la seconda parte del presente studio, attento soprattutto alla presenza dei luoghi comuni tramandati dalla letteratura di viaggio sette e ottocentesca e degli elementi tanto della cosiddetta legenda aurea - ovvero i topoi del popolo fiero, cavalleresco, devoto, espressione di un impero potente e cattolico – quanto di quella nera – coincidente con le atroci immagini dell’Inquisizione e delle pitture del Greco, fatte di sangue, sofferenza, violenza. L'immagine della Spagna allora contemporanea proposta dai corrispondenti presenta sì numerosi luoghi comuni, ma si caratterizza anche per dei nuovi aspetti, derivati dal processo di modernizzazione avviato con fatica a inizio secolo e dall'instabile situazione politica della nazione. I numerosi risultati esposti permettono di sottolineare, inoltre, l'alta qualità mantenuta, non senza difficoltà, dai due quotidiani durante il regime fascista: il ventaglio di collaboratori presentati è accomunato da un notevole valore letterario e un attento occhio giornalistico, pur operando in un contesto tutt'altro che favorevole. L’analisi dell’immagine letteraria e culturale di Spagna offerta dai quotidiani è integrata ed arricchita da una particolare attenzione agli eventi storico-politici dei due paesi nel periodo preso in considerazione, determinanti per i risultati ottenuti.
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