Nella media fanciullezza, tra i 6 e gli 11 anni, la frequentazione della scuola elementare richiede un elevato grado di abilità socio- relazionali, per l'inserimento con successo nell'ambiente scolastico e per l'approfondimento dei rapporti d'amicizia con i coetanei. Ed è proprio nel corso di questa ¿transizione ecologica¿ dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria che si verifica un processo di trasformazione delle idee sull'amicizia, oltre che di alcuni comportamenti amicali. In linea con questa prospettiva teorica, il mio lavoro di tesi si propone di indagare come si manifesta il fenomeno amicale nel suddetto periodo del ciclo di vita esistenziale. Alla luce del fatto che lo sviluppo corporeo, gli affetti, le cognizioni e la socialità agiscono e si sviluppano in maniera intrecciata, si è scelto di confrontare la dimensione amicale dei fanciulli con quella ponderale, in relazione reciproca e nelle loro divergenze rispetto ad una serie di altre variabili fondamentali. In modo particolare, basandosi dell'indice antropometrico di massa corporea, ci si è proposti di cogliere eventuali peculiarità negli aspetti caratterizzanti un legame amicale dei soggetti sovrappeso e sottopeso (rispetto a quelli normopeso), considerata la rilevanza sociale di tali problematiche già a partire dalla media fanciullezza. Tali obiettivi sono maturati in seguito alla partecipazione al progetto di ricerca-intervento ¿Educatamente sport¿, promosso dalla Suism (Scuola Interfacoltà di Scienze Motorie) in concomitanza con il Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo del Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Torino, che si pone come obiettivo lo sviluppo di importanti abilità di vita nei bambini di prima e seconda elementare per mezzo dell'attività motoria, nonché l'analisi di alcuni aspetti legati allo stile di vita relazionale, alimentare e motorio. Tra i vari strumenti per la raccolta dei dati, ho focalizzato la mia attenzione sul disegno infantile, utilizzato con la consegna specifica di raffigurare se stessi con il migliore amico/a, e con un meticoloso sistema di codifica, proposto da Bombi e Pinto (1993). Mi sono proposta di analizzare le raffigurazioni dei bambini (in un'ottica non proiettiva, cioè attenendosi il più possibile al piano di ciò che si vede) allo scopo di poter cogliere le rappresentazioni che i partner hanno di sé, dell'altro e del rapporto (in quanto ¿finestre¿ privilegiate sulle relazioni interpersonali), e non solo i risvolti comportamentali osservabili del legame amicale. In particolare ho esaminato se emergono nel campione alcuni tratti centrali e psicologicamente importanti del concetto di amicizia, nello specifico l'esistenza di un legame interattivo e l'appartenenza ad una diade, l'esigenza di preservare la propria autonomia, e la necessità di parità tra i partner, nel senso di pari qualità positive da spendere l'uno a favore dell'altro.
Amicizia e dimensione ponderale nella media fanciullezza.Analisi delle divergenze nelle rappresentazioni grafiche dei bambini.
DURANDO, FEDERICA
2008/2009
Abstract
Nella media fanciullezza, tra i 6 e gli 11 anni, la frequentazione della scuola elementare richiede un elevato grado di abilità socio- relazionali, per l'inserimento con successo nell'ambiente scolastico e per l'approfondimento dei rapporti d'amicizia con i coetanei. Ed è proprio nel corso di questa ¿transizione ecologica¿ dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria che si verifica un processo di trasformazione delle idee sull'amicizia, oltre che di alcuni comportamenti amicali. In linea con questa prospettiva teorica, il mio lavoro di tesi si propone di indagare come si manifesta il fenomeno amicale nel suddetto periodo del ciclo di vita esistenziale. Alla luce del fatto che lo sviluppo corporeo, gli affetti, le cognizioni e la socialità agiscono e si sviluppano in maniera intrecciata, si è scelto di confrontare la dimensione amicale dei fanciulli con quella ponderale, in relazione reciproca e nelle loro divergenze rispetto ad una serie di altre variabili fondamentali. In modo particolare, basandosi dell'indice antropometrico di massa corporea, ci si è proposti di cogliere eventuali peculiarità negli aspetti caratterizzanti un legame amicale dei soggetti sovrappeso e sottopeso (rispetto a quelli normopeso), considerata la rilevanza sociale di tali problematiche già a partire dalla media fanciullezza. Tali obiettivi sono maturati in seguito alla partecipazione al progetto di ricerca-intervento ¿Educatamente sport¿, promosso dalla Suism (Scuola Interfacoltà di Scienze Motorie) in concomitanza con il Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo del Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Torino, che si pone come obiettivo lo sviluppo di importanti abilità di vita nei bambini di prima e seconda elementare per mezzo dell'attività motoria, nonché l'analisi di alcuni aspetti legati allo stile di vita relazionale, alimentare e motorio. Tra i vari strumenti per la raccolta dei dati, ho focalizzato la mia attenzione sul disegno infantile, utilizzato con la consegna specifica di raffigurare se stessi con il migliore amico/a, e con un meticoloso sistema di codifica, proposto da Bombi e Pinto (1993). Mi sono proposta di analizzare le raffigurazioni dei bambini (in un'ottica non proiettiva, cioè attenendosi il più possibile al piano di ciò che si vede) allo scopo di poter cogliere le rappresentazioni che i partner hanno di sé, dell'altro e del rapporto (in quanto ¿finestre¿ privilegiate sulle relazioni interpersonali), e non solo i risvolti comportamentali osservabili del legame amicale. In particolare ho esaminato se emergono nel campione alcuni tratti centrali e psicologicamente importanti del concetto di amicizia, nello specifico l'esistenza di un legame interattivo e l'appartenenza ad una diade, l'esigenza di preservare la propria autonomia, e la necessità di parità tra i partner, nel senso di pari qualità positive da spendere l'uno a favore dell'altro.File | Dimensione | Formato | |
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