Esiste da tempo un dibattito sulla separazione tra la cultura umanistica e la cultura scientifica. La distanza è presente non solo a livello teoretico ma anche a livello pratico nella costruzione di percorsi formativi in cui si mantengono separate la carriera tecnico-scientifica da quella umanistica. Il presente lavoro intende rispondere ad alcune domande circa le origini della separazione tra le due culture e l’evolversi di una distanza culturale che continua a dare una visione parcellizzata del mondo piuttosto che riconoscerne la complessità. Sono stati scelti due autori che hanno affrontato l’argomento da diversi punti di vista: il primo è Luciano Gallino con il saggio “L’incerta alleanza” che, riconoscendo una frattura di tipo cognitivo nell’incomprensione tra specialisti e studiosi dei due campi del sapere, propone la creazione di modelli di relazione che possano valere come schemi epistemologici di riferimento. La seconda autrice di riferimento è Martha Nussbaum che nel suo saggio “Non per profitto” pone il focus del problema su quanto sia rischioso perdere di vista l’importanza della cultura umanistica perchè senza l’accesso a una conoscenza che nutre la libertà di pensiero e di parola, che difende l’autonomia del giudizio e la creatività, si sta minando alla base il valore stesso della democrazia. Infine viene illustrata un’esperienza in tale direzione proprio a Torino, dove esiste una collaborazione tra due importanti Atenei, il Politecnico e L’Università degli Studi, che ha visto nascere iniziative e offerte formative sulla base di studi e ricerche caratterizzate dall’interdisciplinarietà. Tra queste il progetto “Grandi Sfide” che prevede un iter formativo obbligatorio per gli iscritti alla facoltà di Ingegneria su tematiche contemporanee come il clima, l’ambiente, la salute.

Cultura scientifica e cultura umanistica: saldare un'alleanza incerta

ORIOLI, MILENA
2021/2022

Abstract

Esiste da tempo un dibattito sulla separazione tra la cultura umanistica e la cultura scientifica. La distanza è presente non solo a livello teoretico ma anche a livello pratico nella costruzione di percorsi formativi in cui si mantengono separate la carriera tecnico-scientifica da quella umanistica. Il presente lavoro intende rispondere ad alcune domande circa le origini della separazione tra le due culture e l’evolversi di una distanza culturale che continua a dare una visione parcellizzata del mondo piuttosto che riconoscerne la complessità. Sono stati scelti due autori che hanno affrontato l’argomento da diversi punti di vista: il primo è Luciano Gallino con il saggio “L’incerta alleanza” che, riconoscendo una frattura di tipo cognitivo nell’incomprensione tra specialisti e studiosi dei due campi del sapere, propone la creazione di modelli di relazione che possano valere come schemi epistemologici di riferimento. La seconda autrice di riferimento è Martha Nussbaum che nel suo saggio “Non per profitto” pone il focus del problema su quanto sia rischioso perdere di vista l’importanza della cultura umanistica perchè senza l’accesso a una conoscenza che nutre la libertà di pensiero e di parola, che difende l’autonomia del giudizio e la creatività, si sta minando alla base il valore stesso della democrazia. Infine viene illustrata un’esperienza in tale direzione proprio a Torino, dove esiste una collaborazione tra due importanti Atenei, il Politecnico e L’Università degli Studi, che ha visto nascere iniziative e offerte formative sulla base di studi e ricerche caratterizzate dall’interdisciplinarietà. Tra queste il progetto “Grandi Sfide” che prevede un iter formativo obbligatorio per gli iscritti alla facoltà di Ingegneria su tematiche contemporanee come il clima, l’ambiente, la salute.
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