Abe Masao (1915-2006) was a Japanese philosopher and Buddhist thinker, very active in the field of interreligious dialogue, mainly between Buddhism and Christianity. The present dissertation aims at exploring the interfaith dialogue dimension of Abe's philosophy through the translation into Italian of the essay Two Types of Unity and Religious Pluralism, from the book Zen and the Modern World (2003). The translation is preceded by two sections. After the introduction, where Abe Masao's life and main conceptions are outlined, an extensive section (Chapter 2) dealing with the reverse-orientalism rhetoric of Abe Masao and his forerunners in the interfaith dialogue (mainly Shaku Sōen, D. T. Suzuki and, to a lesser extent, Nishida Kitarō) is carried out, in order to provide a sturdy background where to place the interpretation ( and translation) of the aforementioned essay. The translation of the essay (Chapter 3) is followed by a stylistic and pragmatic analysis (Chapter 4) which, especially through the analysis of modality in the text, underscores Abe's attempt of placing his own interpretation of Zen in a broader, international landscape, trying to deliver Zen and Japanese philosophy from what Kuwayama Takami calls the “peripherical” condition of Japan in “ the global cultural system” (quoted in Sugimoto, 2009:7). Finally, the last section of the dissertation (Chapter 5) explores the translational process adopted in the translation of the text. First, in the light of the concept of incommensurability and through the comparison with thinkers such as Walter Benjamin, Jacques Derrida, Willard Van Orman Quine, Gaetano Chiurazzi and Roberto Sanesi, translation is outlined as a liminal and asymptotic process which can be extended to any kind of relation between the “I” and the “Other”. Secondly, translation is defined as a path for a personal growth, in that it continuously forces the translator (and, by extension, the target culture) to open up to the other, to adopt different and changing approaches to the outer world in the infinite struggle for a neutral point of view. Finally, significant examples of the translation of the text into Italian are shown and commented.

Abe Masao (1915-2006) è stato un filosofo e pensatore Buddhista giapponese, molto attivo nel campo della conversazione interreligiosa, specialmente tra buddhismo e cristianesimo. La presente tesi mira ad esplorare la dimensione del dialogo interreligioso nella filosofia di Abe Masao attraverso la traduzione del saggio Two Types of Unity and Religious Pluralism, dal libro "Zen and the Modern World" (2003). Il primo capitolo si pone come un'introduzione generale dove vengono profilate la vita e le principali concezioni filosofiche di Abe, la cui formazione ed attività intellettuale si intrecciano con quella di celebri personaggi della filosofia giapponese novecentesca. Il secondo capitolo, dopo un breve excursus storico circa la nascita del Giappone come nazione moderna, tratta il tema della retorica auto-orientalista nell'opera di Abe Masao e di alcuni suoi predecessori (soprattutto Shaku Sōen, D. T. Suzuki e, in maniera minore, Nishida Kitarō), in modo da poter fornire un solido contesto all'interpretazione e traduzione del suddetto saggio. La traduzione annotata (Capitolo tre) è seguita da un'analisi stilistica e pragmatico (Capitolo 4) grazie alla quale, specialmente attraverso l'analisi dei verbi modali nel testo, viene alla luce la volontà di Abe di collocare la propria interpretazione dello Zen in un panorama internazionale più ampio, tentando di scagionare la filosofia giapponese da quella Kuwayama Takami definisce la condizione periferica del Giappone nel sistema di cultura globale (in Sugimoto, 2009). Il quinto capitolo, infine, esplora il processo traduttivo adoperato nella resa italiana del saggio. Innanzitutto, in accordo con il concetto di "incommesurabilità della traduzione" e attraverso il confronto con pensatori quali Walter Benjamin, Jacques Derrida, Willard Van Orman Quine, Gaetano Chiurazzi e Roberto Sanesi, la traduzione si delinea come indeterminata e asintotica, estendibile al più ampio frangente della relazione tra Io e Altro. In secondo luogo, la traduzione è inquadrata come percorso di crescita personale, in quanto spinge continuamente il traduttore (e, per estensione, la cultura d'arrivo) ad aprirsi all'altro e ad accettare il mondo esterno nella consapevolezza che un punto di vista totalmente neutrale ed una traduzione veramente fedele sono irraggiungibili. Infine, esempi significativi e pratici circa la traduzione di Two Types of Unity and Religious Pluralism sono riportati, e commentati.

Il Dialogo Interreligioso di Abe Masao in Zen and the Modern World: Traduzione in Italiano e Analisi Pragmatica e Stilistica del Saggio Two Types of Unity and Religious Pluralism

LOMBARDO, LORENZO
2018/2019

Abstract

Abe Masao (1915-2006) è stato un filosofo e pensatore Buddhista giapponese, molto attivo nel campo della conversazione interreligiosa, specialmente tra buddhismo e cristianesimo. La presente tesi mira ad esplorare la dimensione del dialogo interreligioso nella filosofia di Abe Masao attraverso la traduzione del saggio Two Types of Unity and Religious Pluralism, dal libro "Zen and the Modern World" (2003). Il primo capitolo si pone come un'introduzione generale dove vengono profilate la vita e le principali concezioni filosofiche di Abe, la cui formazione ed attività intellettuale si intrecciano con quella di celebri personaggi della filosofia giapponese novecentesca. Il secondo capitolo, dopo un breve excursus storico circa la nascita del Giappone come nazione moderna, tratta il tema della retorica auto-orientalista nell'opera di Abe Masao e di alcuni suoi predecessori (soprattutto Shaku Sōen, D. T. Suzuki e, in maniera minore, Nishida Kitarō), in modo da poter fornire un solido contesto all'interpretazione e traduzione del suddetto saggio. La traduzione annotata (Capitolo tre) è seguita da un'analisi stilistica e pragmatico (Capitolo 4) grazie alla quale, specialmente attraverso l'analisi dei verbi modali nel testo, viene alla luce la volontà di Abe di collocare la propria interpretazione dello Zen in un panorama internazionale più ampio, tentando di scagionare la filosofia giapponese da quella Kuwayama Takami definisce la condizione periferica del Giappone nel sistema di cultura globale (in Sugimoto, 2009). Il quinto capitolo, infine, esplora il processo traduttivo adoperato nella resa italiana del saggio. Innanzitutto, in accordo con il concetto di "incommesurabilità della traduzione" e attraverso il confronto con pensatori quali Walter Benjamin, Jacques Derrida, Willard Van Orman Quine, Gaetano Chiurazzi e Roberto Sanesi, la traduzione si delinea come indeterminata e asintotica, estendibile al più ampio frangente della relazione tra Io e Altro. In secondo luogo, la traduzione è inquadrata come percorso di crescita personale, in quanto spinge continuamente il traduttore (e, per estensione, la cultura d'arrivo) ad aprirsi all'altro e ad accettare il mondo esterno nella consapevolezza che un punto di vista totalmente neutrale ed una traduzione veramente fedele sono irraggiungibili. Infine, esempi significativi e pratici circa la traduzione di Two Types of Unity and Religious Pluralism sono riportati, e commentati.
ENG
ITA
Abe Masao (1915-2006) was a Japanese philosopher and Buddhist thinker, very active in the field of interreligious dialogue, mainly between Buddhism and Christianity. The present dissertation aims at exploring the interfaith dialogue dimension of Abe's philosophy through the translation into Italian of the essay Two Types of Unity and Religious Pluralism, from the book Zen and the Modern World (2003). The translation is preceded by two sections. After the introduction, where Abe Masao's life and main conceptions are outlined, an extensive section (Chapter 2) dealing with the reverse-orientalism rhetoric of Abe Masao and his forerunners in the interfaith dialogue (mainly Shaku Sōen, D. T. Suzuki and, to a lesser extent, Nishida Kitarō) is carried out, in order to provide a sturdy background where to place the interpretation ( and translation) of the aforementioned essay. The translation of the essay (Chapter 3) is followed by a stylistic and pragmatic analysis (Chapter 4) which, especially through the analysis of modality in the text, underscores Abe's attempt of placing his own interpretation of Zen in a broader, international landscape, trying to deliver Zen and Japanese philosophy from what Kuwayama Takami calls the “peripherical” condition of Japan in “ the global cultural system” (quoted in Sugimoto, 2009:7). Finally, the last section of the dissertation (Chapter 5) explores the translational process adopted in the translation of the text. First, in the light of the concept of incommensurability and through the comparison with thinkers such as Walter Benjamin, Jacques Derrida, Willard Van Orman Quine, Gaetano Chiurazzi and Roberto Sanesi, translation is outlined as a liminal and asymptotic process which can be extended to any kind of relation between the “I” and the “Other”. Secondly, translation is defined as a path for a personal growth, in that it continuously forces the translator (and, by extension, the target culture) to open up to the other, to adopt different and changing approaches to the outer world in the infinite struggle for a neutral point of view. Finally, significant examples of the translation of the text into Italian are shown and commented.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/146662