L'obiettivo di questa ricerca è di studiare la competenza dei bambini in età prescolare nel rievocare personali eventi di vita emotivamente connotati, alla luce della teoria dell'attaccamento e dello sviluppo della memoria autobiografica. La memoria autobiografica è il ricordo degli eventi della vita di ognuno. Procura materiale per la conversazione facilitando l'interazione sociale e consente una migliore comprensione e una migliore empatia con gli altri. Emerge gradualmente negli anni prescolari attraverso processi di interazione sociale e di sviluppi cognitivi: in questi anni i bambini diventano, sempre di più, competenti narratori. Attraverso la guida dei genitori i bambini imparano ad interpretare e valutare specifici tipi di emozioni: la comunicazione emotiva è centrale nella relazione madre-bambino sin dal suo esordio. Appena il linguaggio si sviluppa, le interazioni verbali diventano un'importante arena per comunicazioni emotive e per il mantenimento di sentimenti di sicurezza. Fin dai primissimi esordi del linguaggio, la madre gioca un ruolo attivo nella costruzione ed elaborazione di tali interazioni. I soggetti del campione della nostra ricerca sono stati reclutati all'interno di alcune scuole materne ed elementari del nord Italia. Il campione è costituito da 155 bambini, 73 maschi e 82 femmine, di età compresa tra i 4 e i 6 anni e le rispettive madri. Gli strumenti utilizzati sono stati: WPPSI, MCAST, AMSERT, ASCT, AAI. Alla fine di tale lavoro si può notare che la sicurezza dell'attaccamento è positivamente correlata alla scala della memoria autobiografica; c'è una correlazione negativa tra l'insicurezza e la scala di memoria autobiografica. Si trova una correlazione negativa tra la disorganizzazione e ancora la scala di memoria autobiografica. Notiamo quindi come un attaccamento sicuro nell'infanzia rende i bambini in grado di costruire personali narrazioni su eventi del loro passato. Nei bambini disorganizzati invece si può parlare di collasso nelle strategie narrative, che perdono qualunque coerenza sul piano sia dei contenuti e sia della forma.
Lo sviluppo della memoria autobiografica e delle competenze narrative in relazione alla teoria dell'attaccamento.
ESPOSITO, MARIANNA
2008/2009
Abstract
L'obiettivo di questa ricerca è di studiare la competenza dei bambini in età prescolare nel rievocare personali eventi di vita emotivamente connotati, alla luce della teoria dell'attaccamento e dello sviluppo della memoria autobiografica. La memoria autobiografica è il ricordo degli eventi della vita di ognuno. Procura materiale per la conversazione facilitando l'interazione sociale e consente una migliore comprensione e una migliore empatia con gli altri. Emerge gradualmente negli anni prescolari attraverso processi di interazione sociale e di sviluppi cognitivi: in questi anni i bambini diventano, sempre di più, competenti narratori. Attraverso la guida dei genitori i bambini imparano ad interpretare e valutare specifici tipi di emozioni: la comunicazione emotiva è centrale nella relazione madre-bambino sin dal suo esordio. Appena il linguaggio si sviluppa, le interazioni verbali diventano un'importante arena per comunicazioni emotive e per il mantenimento di sentimenti di sicurezza. Fin dai primissimi esordi del linguaggio, la madre gioca un ruolo attivo nella costruzione ed elaborazione di tali interazioni. I soggetti del campione della nostra ricerca sono stati reclutati all'interno di alcune scuole materne ed elementari del nord Italia. Il campione è costituito da 155 bambini, 73 maschi e 82 femmine, di età compresa tra i 4 e i 6 anni e le rispettive madri. Gli strumenti utilizzati sono stati: WPPSI, MCAST, AMSERT, ASCT, AAI. Alla fine di tale lavoro si può notare che la sicurezza dell'attaccamento è positivamente correlata alla scala della memoria autobiografica; c'è una correlazione negativa tra l'insicurezza e la scala di memoria autobiografica. Si trova una correlazione negativa tra la disorganizzazione e ancora la scala di memoria autobiografica. Notiamo quindi come un attaccamento sicuro nell'infanzia rende i bambini in grado di costruire personali narrazioni su eventi del loro passato. Nei bambini disorganizzati invece si può parlare di collasso nelle strategie narrative, che perdono qualunque coerenza sul piano sia dei contenuti e sia della forma.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/14659