Il mBDNF (Mature Brain Derived Neurotrophic Factor) è una neurotrofina, ovvero una proteina che svolge un ruolo chiave in processi biologici del SNC (Sistema Nervoso Centrale). Esso viene inizialmente sintetizzato come pre-pro-BDNF. Dopo il taglio proteolitico della pre-regione, la neurotrofina diviene pro-BDNF. Questo può subire due differenti destini: essere rilasciano nell’organismo come pro-BDNF, oppure subire un ulteriore taglio proteolitico della pro-regione, divenendo mBDNF. Una maggiore quantità di pro-BDNF nel parenchima cerebrale favorirebbe il processo di LTD (Long Term Depression), con conseguente apoptosi neuronale, atrofia cerebrale e insorgenza di malattie neurodegenerative. Al contrario, una maggiore presenza di mBDNF nel parenchima cerebrale favorirebbe il processo di LTP (Long Term Potentiation), con conseguente miglioramento di processi cognitivi, quali la memoria e l’apprendimento, grazie alla neurogenesi e alla sinaptogenesi. Le evidenze sui roditori hanno dimostrato che un “ambiente arricchito” è in grado di modulare l’attività cerebrale in modo tale che gli stimoli esterni favoriscano una maggiore sintesi di mBDNF. Le recenti ricerche scientifiche hanno indagato se l’esercizio fisico sia in grado di favorire la sintesi della neurotrofina matura. Per comprenderne gli effetti biologici e cognitivi, in questa revisione si è presa in considerazione la popolazione anziana. Secondo quanto riporta la letteratura scientifica, la somministrazione di programmi di intervento basati sulla resistenza aerobica permette la sintesi del mBDNF periferico. Conseguentemente, i test cognitivi sulla memoria di lavoro sono migliorati in modo significativo. La somministrazione di programmi di intervento basati sulla forza massimale, invece, non ha apportato modifiche significative sui livelli periferici della neurotrofina. Inoltre, non sono stati condotti test cognitivi. Non esistendo ad oggi evidenze scientifiche che indaghino i livelli corticali di mBDNF sull’essere umano, si può concludere che la somministrazione di interventi basati sulla resistenza aerobica, in una popolazione anziana, è un mezzo per incrementare la riserva cognitiva. Infatti, impostando un carico esterno prossimo alla soglia anaerobica, è possibile indurre la sintesi del mBDNF periferico, utile per il futuro consolidamento sinaptico. Pur non potendo considerare il mBDNF periferico un biomarcatore di decadimento cognitivo, si potrebbe utilizzare la neurotrofina per quantificare il grado di attività fisica in relazione alla previsione di una maggiore funzionalità cognitiva.

"Somministrazione di interventi basati sulla resistenza aerobica per indurre la sintesi di mBDNF periferico, nella popolazione anziana. Una revisione della letteratura scientifica".

LAMPARELLI, FABIO
2022/2023

Abstract

Il mBDNF (Mature Brain Derived Neurotrophic Factor) è una neurotrofina, ovvero una proteina che svolge un ruolo chiave in processi biologici del SNC (Sistema Nervoso Centrale). Esso viene inizialmente sintetizzato come pre-pro-BDNF. Dopo il taglio proteolitico della pre-regione, la neurotrofina diviene pro-BDNF. Questo può subire due differenti destini: essere rilasciano nell’organismo come pro-BDNF, oppure subire un ulteriore taglio proteolitico della pro-regione, divenendo mBDNF. Una maggiore quantità di pro-BDNF nel parenchima cerebrale favorirebbe il processo di LTD (Long Term Depression), con conseguente apoptosi neuronale, atrofia cerebrale e insorgenza di malattie neurodegenerative. Al contrario, una maggiore presenza di mBDNF nel parenchima cerebrale favorirebbe il processo di LTP (Long Term Potentiation), con conseguente miglioramento di processi cognitivi, quali la memoria e l’apprendimento, grazie alla neurogenesi e alla sinaptogenesi. Le evidenze sui roditori hanno dimostrato che un “ambiente arricchito” è in grado di modulare l’attività cerebrale in modo tale che gli stimoli esterni favoriscano una maggiore sintesi di mBDNF. Le recenti ricerche scientifiche hanno indagato se l’esercizio fisico sia in grado di favorire la sintesi della neurotrofina matura. Per comprenderne gli effetti biologici e cognitivi, in questa revisione si è presa in considerazione la popolazione anziana. Secondo quanto riporta la letteratura scientifica, la somministrazione di programmi di intervento basati sulla resistenza aerobica permette la sintesi del mBDNF periferico. Conseguentemente, i test cognitivi sulla memoria di lavoro sono migliorati in modo significativo. La somministrazione di programmi di intervento basati sulla forza massimale, invece, non ha apportato modifiche significative sui livelli periferici della neurotrofina. Inoltre, non sono stati condotti test cognitivi. Non esistendo ad oggi evidenze scientifiche che indaghino i livelli corticali di mBDNF sull’essere umano, si può concludere che la somministrazione di interventi basati sulla resistenza aerobica, in una popolazione anziana, è un mezzo per incrementare la riserva cognitiva. Infatti, impostando un carico esterno prossimo alla soglia anaerobica, è possibile indurre la sintesi del mBDNF periferico, utile per il futuro consolidamento sinaptico. Pur non potendo considerare il mBDNF periferico un biomarcatore di decadimento cognitivo, si potrebbe utilizzare la neurotrofina per quantificare il grado di attività fisica in relazione alla previsione di una maggiore funzionalità cognitiva.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
718234_elaborato_finale.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 572.57 kB
Formato Adobe PDF
572.57 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/146402