La presente tesi intende studiare il peccato, la colpa e la pena nella Commedia dantesca, tramite la rilettura dei molti studi in proposito da un’ottica attenta in specie alla manifestazione lessicale di quest’aspetto del poema. Nel primo capitolo ci si occuperà dapprima di una breve rassegna dell’influenza esercitata da Tommaso sull’opera e sul pensiero dantesco, avendo come guida il volume di Massimiliano Chiamenti, Dante Alighieri traduttore. In un secondo momento ci si concentrerà sul sistema dei sette vizi capitali, per poi concludere con una disamina dell’organizzazione topografica e morale dell’Inferno e del Purgatorio e con una rassegna delle fonti delle pene descritte da Dante nelle prime due cantiche. Dopo uno studio di alcuni termini afferenti al lessico morale tra Convivio e Commedia, il secondo capitolo presenterà una disamina dei peccati di lingua teorizzati dalle sillogi medievali, seguendo la trattazione fornita da Carla Casagrande e Silvana Vecchio nel volume I peccati della lingua: disciplina ed etica della parola nella cultura medievale. La prima parte del secondo capitolo, di cui si è detto, sarà strumentale alla seconda, nella quale si leggeranno i dialoghi di Inferno e Purgatorio alla luce del concetto di peccato e di virtù di lingua anche tramite la consultazione di alcuni vocabolari in rete, come il Vocabolario Dantesco, il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini e la versione elettronica del Grande Dizionario della Lingua Italiana. Saranno di ausilio in questa analisi anche le notizie del Manuale di retorica di Bice Mortara Garavelli e le osservazioni contenute nell’edizione della Commedia commentata da Anna Maria Chiavacci Leonardi e in quella curata da Giorgio Inglese. Inoltre, saranno discussi i rilievi di tre commenti alla Commedia, redatti entro la fine del Trecento, due dei quali in volgare e uno in latino: il commento di Iacomo della Lana, quello dell’Ottimo e quello di Benvenuto da Imola. Da ultimo, nelle conclusioni si tireranno le fila del discorso tramite alcune considerazioni e rilievi di carattere quantitativo che, secondo l’opinione di chi scrive, si mostreranno utili ad una comprensione globale e dettagliata allo stesso tempo della selva del peccato linguistico nella Commedia.

Dante (im)morale: per un'analisi del peccato di lingua nella Commedia

MULASSANO, ANNA
2023/2024

Abstract

La presente tesi intende studiare il peccato, la colpa e la pena nella Commedia dantesca, tramite la rilettura dei molti studi in proposito da un’ottica attenta in specie alla manifestazione lessicale di quest’aspetto del poema. Nel primo capitolo ci si occuperà dapprima di una breve rassegna dell’influenza esercitata da Tommaso sull’opera e sul pensiero dantesco, avendo come guida il volume di Massimiliano Chiamenti, Dante Alighieri traduttore. In un secondo momento ci si concentrerà sul sistema dei sette vizi capitali, per poi concludere con una disamina dell’organizzazione topografica e morale dell’Inferno e del Purgatorio e con una rassegna delle fonti delle pene descritte da Dante nelle prime due cantiche. Dopo uno studio di alcuni termini afferenti al lessico morale tra Convivio e Commedia, il secondo capitolo presenterà una disamina dei peccati di lingua teorizzati dalle sillogi medievali, seguendo la trattazione fornita da Carla Casagrande e Silvana Vecchio nel volume I peccati della lingua: disciplina ed etica della parola nella cultura medievale. La prima parte del secondo capitolo, di cui si è detto, sarà strumentale alla seconda, nella quale si leggeranno i dialoghi di Inferno e Purgatorio alla luce del concetto di peccato e di virtù di lingua anche tramite la consultazione di alcuni vocabolari in rete, come il Vocabolario Dantesco, il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini e la versione elettronica del Grande Dizionario della Lingua Italiana. Saranno di ausilio in questa analisi anche le notizie del Manuale di retorica di Bice Mortara Garavelli e le osservazioni contenute nell’edizione della Commedia commentata da Anna Maria Chiavacci Leonardi e in quella curata da Giorgio Inglese. Inoltre, saranno discussi i rilievi di tre commenti alla Commedia, redatti entro la fine del Trecento, due dei quali in volgare e uno in latino: il commento di Iacomo della Lana, quello dell’Ottimo e quello di Benvenuto da Imola. Da ultimo, nelle conclusioni si tireranno le fila del discorso tramite alcune considerazioni e rilievi di carattere quantitativo che, secondo l’opinione di chi scrive, si mostreranno utili ad una comprensione globale e dettagliata allo stesso tempo della selva del peccato linguistico nella Commedia.
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