Il Peripato al servizio dell’egemonia macedone: il governo di Demetrio Falereo

The thesis aims to investigate the role played by the Peripatos in the power dynamics within the polis of Athens in the last decades of the 4th century. Beginning with the events of Aristotle, who was personally linked to the Macedonian monarchy, it leads to the events surrounding his philosophical school and his students, in particular Theophrastus and Demetrius Phalereus. The latter, with his ten-year government, offers a unique opportunity to address the issue of the relationship between philosophy and power. The analysis of his reforms is carried out by comparing them with Aristotelian theory, in particular that expressed in the Politics, and with the context, political, economic and military, in which Demetrius had to operate. The measures cover various spheres of public life, but particular attention is given to the magistracies that had the objective of safeguarding morality (gynaikonomoi) and exercising control over the laws (nomophylakes). In the in-depth examination of the clash between politics and philosophy, one cannot miss an investigation of the asebeia trials, which affected philosophers, particularly peripatetics, in this period; it is important to understand if and how the instrument of impiety was used to target a particular political party. The last act of the dispute addressed is that relating to Sophocles of Sunion’s' law in 307, with which, once the regime of Demetrius Phalereus had waned, an attempt was made to deal a further, and perhaps final, blow to the autonomy of the philosophical schools. Despite the failure of this attempt, the new schools, in particular the Epicurean school, took a completely different, almost disinterested stance towards the subject of politics. ​

La tesi si pone l’obiettivo di indagare il ruolo avuto dal Peripato nelle dinamiche di potere interne alla polis di Atene negli ultimi decenni del IV secolo. Partendo dalle vicende di Aristotele, legato personalmente alla monarchia macedone, si giunge agli avvenimenti riguardanti la sua scuola filosofica e i suoi allievi, in particolare Teofrasto e Demetrio Falereo. Proprio quest’ultimo, con il suo governo decennale, offre un’occasione unica di affrontare il tema dei rapporti tra filosofia e potere. L’analisi delle sue riforme è svolta mettendole a confronto con la teoria aristotelica, in particolare quella espressa nella Politica, e con il contesto, politico, economico e militare, in cui Demetrio dovette operare. I provvedimenti riguardano vari ambiti della vita pubblica, ma particolare attenzione viene data alle magistrature che ebbero l’obiettivo di salvaguardare la moralità (gynaikonomoi) e di esercitare un controllo sulle leggi (nomophylakes). Nell’approfondimento dello scontro tra politica e filosofia, non può mancare un’indagine dei processi di asebeia, che colpirono i filosofi, in particolare peripatetici, proprio in questo periodo; è importante capire se e come lo strumento dell’empietà venne usato per colpire una determinata parte politica. L’ultimo atto della disputa affrontato è quello relativo alla legge di Sofocle del Sunio del 307, con la quale, una volta tramontato il regime di Demetrio Falereo, si tentò di sferrare un colpo ulteriore, e forse definitivo, all’autonomia delle scuole filosofiche. Nonostante il fallimento di questo tentativo, le nuove scuole, in particolare quella epicurea, si posero in maniera completamente diversa, pressoché disinteressata, verso il tema della politica. ​