Abstract Un numero sempre maggiore di donne pratica sport a livello professionistico raggiungendo risultati sempre più promettenti. Tuttavia, il vantaggio degli uomini nelle prestazioni atletiche è solitamente superiore rispetto alle donne e, per questo motivo, si accetta che la concorrenza tra donne e uomini non sia equa e significativa. Di conseguenza, la maggior parte degli sport sono divisi in due categorie: femminile e maschile. Nonostante questa separazione in base al sesso dell’atleta, è importante tener conto del fatto che alcune donne mostrano caratteri di sviluppo sessuale atipico, in particolare ciò che riguarda l’’incremento sessuale cromosomico, gonadico e anatomico (Hirschberg, 2019). Queste condizioni possono portare ad un aumento della produzione di testosterone, effetto noto con il termine di “iperandrogenismo” in cui la normale sensibilità del recettore degli androgeni porta a una struttura muscolare maschile con segni di virilizzazione, come irsutismo, voce bassa, atrofia mammaria e ingrossamento del clitoride. Nel 2011, la Federazione Internazionale dell’Atletica Leggera (IAAF) e, nel 2012, il Comitato Olimpico (CIO) hanno implementato i regolamenti riguardanti le atlete con iperandrogenismo. Lo scopo era quello di stabilire regole per consentire alle donne affette da questa problematica di sviluppo di partecipare alla classifica femminile in condizioni tali da garantire una concorrenza leale e significativa. I regolamenti sono stati oggetto di dibattito e di controversie da parte delle autorità sportive e degli atleti. Il famoso caso della mezzofondista Caster Semenya affetta da iperandrogenismo ha richiamato l'attenzione sulla problematica relativa al genere negli sport agonistici: dopo aver vinto l'oro negli 800 metri a Berlino nel 2008, è stata emanata una norma da parte della Federazione Internazionale di Atletica leggera, in cui veniva imposta alle donne una terapia ormonale per ridurre l’iperandrogenismo. L’atleta ha presentato ricorso alla Corte internazionale di arbitrato per lo sport di Losanna (TAS) contestando la decisione e mettendo in luce la discriminazione contenuta nella norma. Tuttavia, il TAS ha respinto il ricorso dell’atleta sudafricana ritenendo le decisioni prese da parte della Federazione Internazionale dell’Atletica leggera necessarie, ragionevoli e proporzionate per assicurare la validità e la competitività delle gare nel rispetto delle atlete avversarie. Il caso della mezzofondista non risulta unico nella storia dello sport in quanto anche l'ostacolista spagnolo Martínez-Patiño, così come la velocista indiana Dutee Chand, furono dichiarate non idonee alle competizioni a causa dell’iperandrogenismo. La storia di Martínez-Patiño funge quindi da importante caso di studio dei problemi di genere che hanno ostacolato il progresso delle donne nell'atletica leggera. L'esperienza di Martínez-Patiño dimostra le difficoltà che le donne devono affrontare quando tentano di competere, sia in Spagna che a livello internazionale. Lo sport è definito da regole ma nel caso dei diritti di questa categoria di atlete, prendere decisioni non è semplice. È importante che ci siano regolamenti chiari che disciplinino l’attività dell’atleta per non creare discriminazioni e zone grigie contestabili dal pubblico.
L'IPERANDROGENISMO FEMMINILE: ANALISI DEI VANTAGGI PER LE ATLETE INTERSESSUALI E FOCUS SUI REGOLAMENTI DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI ATLETICA LEGGERA.
BERTOLAMI, ANDREA
2022/2023
Abstract
Abstract Un numero sempre maggiore di donne pratica sport a livello professionistico raggiungendo risultati sempre più promettenti. Tuttavia, il vantaggio degli uomini nelle prestazioni atletiche è solitamente superiore rispetto alle donne e, per questo motivo, si accetta che la concorrenza tra donne e uomini non sia equa e significativa. Di conseguenza, la maggior parte degli sport sono divisi in due categorie: femminile e maschile. Nonostante questa separazione in base al sesso dell’atleta, è importante tener conto del fatto che alcune donne mostrano caratteri di sviluppo sessuale atipico, in particolare ciò che riguarda l’’incremento sessuale cromosomico, gonadico e anatomico (Hirschberg, 2019). Queste condizioni possono portare ad un aumento della produzione di testosterone, effetto noto con il termine di “iperandrogenismo” in cui la normale sensibilità del recettore degli androgeni porta a una struttura muscolare maschile con segni di virilizzazione, come irsutismo, voce bassa, atrofia mammaria e ingrossamento del clitoride. Nel 2011, la Federazione Internazionale dell’Atletica Leggera (IAAF) e, nel 2012, il Comitato Olimpico (CIO) hanno implementato i regolamenti riguardanti le atlete con iperandrogenismo. Lo scopo era quello di stabilire regole per consentire alle donne affette da questa problematica di sviluppo di partecipare alla classifica femminile in condizioni tali da garantire una concorrenza leale e significativa. I regolamenti sono stati oggetto di dibattito e di controversie da parte delle autorità sportive e degli atleti. Il famoso caso della mezzofondista Caster Semenya affetta da iperandrogenismo ha richiamato l'attenzione sulla problematica relativa al genere negli sport agonistici: dopo aver vinto l'oro negli 800 metri a Berlino nel 2008, è stata emanata una norma da parte della Federazione Internazionale di Atletica leggera, in cui veniva imposta alle donne una terapia ormonale per ridurre l’iperandrogenismo. L’atleta ha presentato ricorso alla Corte internazionale di arbitrato per lo sport di Losanna (TAS) contestando la decisione e mettendo in luce la discriminazione contenuta nella norma. Tuttavia, il TAS ha respinto il ricorso dell’atleta sudafricana ritenendo le decisioni prese da parte della Federazione Internazionale dell’Atletica leggera necessarie, ragionevoli e proporzionate per assicurare la validità e la competitività delle gare nel rispetto delle atlete avversarie. Il caso della mezzofondista non risulta unico nella storia dello sport in quanto anche l'ostacolista spagnolo Martínez-Patiño, così come la velocista indiana Dutee Chand, furono dichiarate non idonee alle competizioni a causa dell’iperandrogenismo. La storia di Martínez-Patiño funge quindi da importante caso di studio dei problemi di genere che hanno ostacolato il progresso delle donne nell'atletica leggera. L'esperienza di Martínez-Patiño dimostra le difficoltà che le donne devono affrontare quando tentano di competere, sia in Spagna che a livello internazionale. Lo sport è definito da regole ma nel caso dei diritti di questa categoria di atlete, prendere decisioni non è semplice. È importante che ci siano regolamenti chiari che disciplinino l’attività dell’atleta per non creare discriminazioni e zone grigie contestabili dal pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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