Fake news now forms the background to our society and our daily online research. Web 2.0 has become the place where this phenomenon has developed, and is developing every day, creating for the user a filled territory of disinformation from which it is difficult to stay away. In particular, social media are the protagonists and the main source of information for the user. In fact, replacing the role of traditional media, social media – particularly social networks such as Instagram, Twitter, TikTok and Facebook – become the privileged place where fake news is spread. From my analysis below, it has emerged that the most effective fake news is that constructed in multimedia form, and it is precisely through manipulated images and videos that the Russian-Ukrainian conflict – which represents the case study of this research – that broke out in February 2022, is now being recounted, turning into what is being called the first viral social media war and the war of disinformation. The final objective of this thesis project is to highlight the innovation led by social networks, which represent great means of communication, but at the same time to demonstrate how their improper use can lead to the dissemination of dangerous disinformation, today mainly consisting of fake news that is created through manipulated images and videos – so-called deepfakes. In particular, the phenomenon of fake news is observed in relation to the disinformation propaganda carried out by Russia following the invasion of Ukraine, basically consisting of manipulated images and videos, several examples of which have been reported. The questions that motivated my research are therefore the following: how is the fake news phenomenon influencing the way we communicate on social networks today? Is it possible to counteract disinformation? In this peculiar context, the user is exposed every day to an information overload that often makes him the first spreader of disinformation. In order to answer the above-mentioned questions, the first chapter provides a general overview in which the user is placed as a result of the technological innovations that characterise our society. In particular, we live within a social network society and a society founded on strictly visual communication. Following an initial introduction, the phenomenon of modern fake news is studied from 2016, the year it became a predominant part of our everyday life. Finally, the case study of the Russian-Ukrainian conflict is studied with several examples of Russian disinformation propaganda consisting of manipulated images and videos. The analysis shows how it is now very complex to distinguish real images from retouched ones and, through the study of a survey by the Ital-Censis research institute, several data emerge that corroborate the thesis that we now live in a disinformation bubble. On this basis, I believe my work leads to a reflection of how important it is to always verify the content we decide to share and, above all, to exercise our critical spirit.
Le fake news fanno ormai da sfondo alla nostra società e alla nostra ricerca quotidiana online. Il Web 2.0 è diventato il luogo in cui questo fenomeno si è sviluppato, e si sviluppa ogni giorno, creando per l’utente un territorio saturo di disinformazione dalla quale è difficile stare lontani. In particolare, sono i social media i protagonisti e la fonte principale di informazione dell’utente. Andando a sostituire il ruolo dei media tradizionali, i social media – in particolare i social network quali Instagram, Twitter, TikTok e Facebook – diventano il luogo privilegiato in cui le fake news vengono diffuse. Dalla mia analisi, di seguito riportata, è emerso che le più efficaci siano quelle costruite in forma multimediale ed è proprio attraverso le immagini e i video manipolati che oggi il conflitto russo-ucraino scoppiato nel febbraio 2022 viene raccontato, trasformandosi in quella che viene definita la prima guerra virale dei social media e la guerra della disinformazione. L’obiettivo finale del presente lavoro di tesi è quello di evidenziare l’innovazione portata avanti dai social network, che rappresentano dei grandi mezzi di comunicazione, ma al contempo dimostrare come il loro utilizzo errato porti alla diffusione di disinformazione pericolosa, oggi costituita soprattutto dalle fake news che sono create attraverso immagini e video manipolati – i cosiddetti deepfake. In particolare, il fenomeno delle fake news viene osservato in relazione alla propaganda di disinformazione portata avanti dalla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, costituita fondamentalmente da immagini e video manipolati, di cui sono stati riportati diversi esempi. Le domande che hanno accompagnato la mia ricerca sono quindi le seguenti: in che modo oggi il fenomeno delle fake news sta influenzando il modo di fare comunicazione sui social network? È possibile contrastare la disinformazione? Purtroppo, online è molto difficile impedire la condivisione e diffusione di notizie, articoli, video e immagini che si rivelano essere manipolati. In questo contesto peculiare, l’utente è sopposto ogni giorno a un overload di informazioni che, spesso, lo porta a diventare il primo diffusore di disinformazione. Per rispondere ai quesiti sopracitati, nel primo capitolo è stato riportato un quadro generale in cui viene collocato l’utente a seguito delle innovazioni tecnologiche che caratterizzano la nostra società. In particolare, viviamo all’interno di una social network society e di una società fondata da una comunicazione prettamente visiva. A seguito di una prima introduzione, viene studiato il fenomeno delle fake news moderne a partire dal 2016, anno in cui entrano a far parte della nostra quotidianità in modo preponderante. Infine, il caso studio del conflitto russo-ucraino viene studiato riportando diversi esempi di quella che è la propaganda di disinformazione russa, costituita da immagini e video manipolati. Dall’analisi emerge come sia ormai molto complesso distinguere le immagini vere da quelle ritoccate e, attraverso lo studio di un’indagine portata avanti da Ital-Censis, emergono diversi dati che avvalorano la tesi per cui viviamo oggi in una bolla di disinformazione. Su questa base, ritengo che il mio lavoro porti a una riflessione di come sia importante verificare sempre i contenuti che decidiamo di condividere e, soprattutto, allenare il nostro spirito critico.
La guerra della disinformazione: il conflitto russo-ucraino raccontato dalle fake news e dalle immagini manipolate
PASSONI, PAOLA
2021/2022
Abstract
Le fake news fanno ormai da sfondo alla nostra società e alla nostra ricerca quotidiana online. Il Web 2.0 è diventato il luogo in cui questo fenomeno si è sviluppato, e si sviluppa ogni giorno, creando per l’utente un territorio saturo di disinformazione dalla quale è difficile stare lontani. In particolare, sono i social media i protagonisti e la fonte principale di informazione dell’utente. Andando a sostituire il ruolo dei media tradizionali, i social media – in particolare i social network quali Instagram, Twitter, TikTok e Facebook – diventano il luogo privilegiato in cui le fake news vengono diffuse. Dalla mia analisi, di seguito riportata, è emerso che le più efficaci siano quelle costruite in forma multimediale ed è proprio attraverso le immagini e i video manipolati che oggi il conflitto russo-ucraino scoppiato nel febbraio 2022 viene raccontato, trasformandosi in quella che viene definita la prima guerra virale dei social media e la guerra della disinformazione. L’obiettivo finale del presente lavoro di tesi è quello di evidenziare l’innovazione portata avanti dai social network, che rappresentano dei grandi mezzi di comunicazione, ma al contempo dimostrare come il loro utilizzo errato porti alla diffusione di disinformazione pericolosa, oggi costituita soprattutto dalle fake news che sono create attraverso immagini e video manipolati – i cosiddetti deepfake. In particolare, il fenomeno delle fake news viene osservato in relazione alla propaganda di disinformazione portata avanti dalla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, costituita fondamentalmente da immagini e video manipolati, di cui sono stati riportati diversi esempi. Le domande che hanno accompagnato la mia ricerca sono quindi le seguenti: in che modo oggi il fenomeno delle fake news sta influenzando il modo di fare comunicazione sui social network? È possibile contrastare la disinformazione? Purtroppo, online è molto difficile impedire la condivisione e diffusione di notizie, articoli, video e immagini che si rivelano essere manipolati. In questo contesto peculiare, l’utente è sopposto ogni giorno a un overload di informazioni che, spesso, lo porta a diventare il primo diffusore di disinformazione. Per rispondere ai quesiti sopracitati, nel primo capitolo è stato riportato un quadro generale in cui viene collocato l’utente a seguito delle innovazioni tecnologiche che caratterizzano la nostra società. In particolare, viviamo all’interno di una social network society e di una società fondata da una comunicazione prettamente visiva. A seguito di una prima introduzione, viene studiato il fenomeno delle fake news moderne a partire dal 2016, anno in cui entrano a far parte della nostra quotidianità in modo preponderante. Infine, il caso studio del conflitto russo-ucraino viene studiato riportando diversi esempi di quella che è la propaganda di disinformazione russa, costituita da immagini e video manipolati. Dall’analisi emerge come sia ormai molto complesso distinguere le immagini vere da quelle ritoccate e, attraverso lo studio di un’indagine portata avanti da Ital-Censis, emergono diversi dati che avvalorano la tesi per cui viviamo oggi in una bolla di disinformazione. Su questa base, ritengo che il mio lavoro porti a una riflessione di come sia importante verificare sempre i contenuti che decidiamo di condividere e, soprattutto, allenare il nostro spirito critico.File | Dimensione | Formato | |
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